paolp78
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giovedì 12 marzo 2015
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grandi interpreti, film intenso emotivamente
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L’intero film è impegnato nel non facile scopo di descrivere ed analizzare l’elaborazione di un terribile lutto da parte di una coppia di genitori a cui viene ucciso violentemente l’unico figlio.
Ne scaturisce un film in cui vengono esaltate le abilità recitative degli interpreti, davvero non comuni. Su tutti si impongono inevitabilmente i due attori protagonisti, Sissy Spacek e Tom Wilkinson che offrono due interpretazioni magistrali.
Impeccabile la Spacek, capace di una performance di alta scuola.
Il personaggio affidato a Tom Wilkinson è, a mio parere, assai più complesso ed in definitiva più interessante. Un uomo silenzioso e remissivo per sua indole, costretto infine a fare violenza a se stesso ed alla propria natura.
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L’intero film è impegnato nel non facile scopo di descrivere ed analizzare l’elaborazione di un terribile lutto da parte di una coppia di genitori a cui viene ucciso violentemente l’unico figlio.
Ne scaturisce un film in cui vengono esaltate le abilità recitative degli interpreti, davvero non comuni. Su tutti si impongono inevitabilmente i due attori protagonisti, Sissy Spacek e Tom Wilkinson che offrono due interpretazioni magistrali.
Impeccabile la Spacek, capace di una performance di alta scuola.
Il personaggio affidato a Tom Wilkinson è, a mio parere, assai più complesso ed in definitiva più interessante. Un uomo silenzioso e remissivo per sua indole, costretto infine a fare violenza a se stesso ed alla propria natura. Come dice la Bibbia "terribile è l'ira del mansueto". L’interpretazione di Wilkinson è misurata, ma al contempo intensa e finanche struggente in certi momenti: personalmente devo confessare che mi ha emozionato.
I sentimenti diversi, terribili e strazianti sono resi splendidamente dai due attori. La ferita non si rimargina, tornando a sanguinare ogni qualvolta i ricordi riaffiorano, magari perché sollecitati da un qualsiasi insignificante particolare. I perversi meccanismi mentali che impediscono di dimenticare o comunque superare certe tragedie, vengono descritti e rappresentati con particolare efficacia.
Una pellicola intensa emotivamente, ma comunque onesta, non pietosa nè ingannatoria.
La regia è pulita, ma priva di slanci e in definitiva sin troppo ordinaria. Si nota soprattutto la scelta di non mostrare la violenza; i fatti di violenza ci sono, ma non vengono rappresentati in scena, quasi come a voler significare che si tratta di fatti necessari per lo sviluppo della sceneggiatura, ma che non costituiscono l'oggetto della narrazione, salvo poi contravvenire a questa regola soltanto nel finale. La sensazione è che questa scelta conclusiva non sia casuale, ma invece fortemente voluta per dare allo spettatore quello che desidera; per appagarlo dopo che durante il film ha accumulato tanta frustrazione e voglia di reagire.
Viene così introdotta un'ultima tematica dal forte contenuto etico, che però non viene affrontata fino in fondo e che di fatto chiude il film. In quest'ottica è strepitosa e sconvolgente la scena del ritorno a casa di Tom Wilkinson che trova ad aspettarlo la moglie, tutt'altro che ignara, ma bensì complice e probabilmente istigatrice di tutto.
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dario
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martedì 10 maggio 2011
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malmesso
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Indulgenza per la buona volontà del regista. Ma il film è congegnato male, slegato, zoppicante e dalla tematica risaputa quanto scorretta (manca qualsiasi approfondimento sul personaggio cattivo: è cattivo e basta, ma è chiaro che non va bene). Il ritmo è spezzettato, le incertezze parecchie, i vuoti anche (non bastano certo le schermaglie verbali, scontatissime, peraltro). Poteva essere qualcosa di più. Alla fine è qualcosa di meno. Inutile parlare degli attori: macchiette.
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