johnny d.
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mercoledì 14 febbraio 2007
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il blitz usa in somalia nel 1993
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Nel 1992 anni di lotta tra clan rivali causano una carestia di proporzioni bibliche e più di tre milioni di civili perdono la vita per gli stenti.
Aidid, uno dei più potenti signori della guerra controlla la capitale: Mogasiscio. La fame è la sua arma.
Il mondo risponde: 20000 marines americani distribuiscono gli aiuti umanitari e ristabiliscono l'ordine.
Aprile 1993, Aidid attende il ritiro delle truppe per poi cominciare a prendere di mira il personale americano.
Giugno 1993, durante un imboscata 24 soldati ONU pakistani vengono fatti a pezzi dalle milizie di Aidid.
Agosto 1993, vengono inviati dei reparti dpeciali americani per ristabilire l'ordine a Mogadiscio: le Delta Force, i Ranger e i 160th SOAR.
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Nel 1992 anni di lotta tra clan rivali causano una carestia di proporzioni bibliche e più di tre milioni di civili perdono la vita per gli stenti.
Aidid, uno dei più potenti signori della guerra controlla la capitale: Mogasiscio. La fame è la sua arma.
Il mondo risponde: 20000 marines americani distribuiscono gli aiuti umanitari e ristabiliscono l'ordine.
Aprile 1993, Aidid attende il ritiro delle truppe per poi cominciare a prendere di mira il personale americano.
Giugno 1993, durante un imboscata 24 soldati ONU pakistani vengono fatti a pezzi dalle milizie di Aidid.
Agosto 1993, vengono inviati dei reparti dpeciali americani per ristabilire l'ordine a Mogadiscio: le Delta Force, i Ranger e i 160th SOAR.
Passate sei settimane Aidid non è stato ancora catturato e Washington inizia a spazientirsi.
Domenica 3 ottobre 1993 arriva una soffiata che alcuni luogotenenti di Aidid terranno una riunione, le forze speciali vengono incaricate di catturare queste persone.
Nel primo pomeriggio il contingente americano muove verso Mogadiscio. Le Delta Force trasportate con degli AH6 (little bird) e con dei Black Hawk avranno il compito di catturare i signori della guerra, mentre la colonna di jeepponi composta tuttalpiù da ranger dovrà caricare i ricercati e gli eventuali feriti.
Il tempo stimato della missione era di trenta minuti.
Qualcosa andò storto: mentre gli uomini erano impegnati in durissimi scontri a fuoco nel mercato Bakara un somalo armato con RPG (lanciarazzi) colpisce alla coda un Black Hawk che precipita in territorio totalmente ostile.
Successivamente anche un altro elicottero viene abbattuto e l'intero squadrone viene mobilitato per salvare gli eventuali feriti, ma numerose sono le complicazioni: molti blocchi stradali impediscono la facile circolazione dei jeepponi, due tiratori scelti: Shugar e Gordon vengon mandati a presidiare la zona di caduta dell'elicottero di Douran, ma vengono neutralizzati dalle numerosissime milizie somale, inoltre le forze a terra non possono più contare sull'aiuto degli elicotteri per trasportare i feriti i quali rischierebbero un altro abbattimento.
Alla fine gli scontri si protendono fino alla mattina del giorno seguente che grazie all'aiuto delle forze ONU pakistane le forze spaciali statunitensi riescono a lascire quell'inferno di sangue.
In questa operazione hanno perso la vita 19 soldati americani e oltre 1000 somali. Nel 1996 quando Aidid viene eliminato, il generale Garrison si prende tutte le responsabilità riguardo alla cattiva riuscita della missione.
Questo è un film imperdibile per gli amanti del genere i quali si vedono coinvolti in più di un'ora e mezzo di scene di battaglia.
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igz7319
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giovedì 2 aprile 2009
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perchè lo facciamo
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quando ti fischia il primo proiettile sopra la testa, tutto svanisce...
la politica i discorsi... e pensi alla tua vita...
le guerre sono terribili... non esiste un buono o un cattivo, esistono solo interessi economici...
finchè esisterà il danaro esisteranno interessi...
chi ci va di mezzo è la popolazione del paese occupato, i soldati di entrambi le parti, le famiglie dei soldati...
grazie a lui ho scoperto cosa accadeva nel mondo, in quegli anni mentre crescevo sereno e tranquillo, magari a giocare con i soldatini, purtroppo nello stesso mondo esisteva un bambino con la mia stessa età, che magari sparava... e sapeva quanto era dura la vita.
Ottimo film, c'è una sorta di rievocazione del più importante film di guerra, Apocalipse Now.
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time_traveler
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lunedì 23 maggio 2011
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qualcosa che va oltre al semplice scontro armato
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Black Hawk down rientra perfettamente nei film catalogabili come Film di Guerra, eppure se si riesce a non farsi catturare quasi completamente dalla potenza delle immagini e dei suoni, ci si renderà conto che BHD è anche un film con tratti di pura drammaticità. Questi tratti sono apprezzabili quando viene proposto il sacrificio di alcuni soldati intenti a salvare la vita ai compagni abbattuti dal nemico. La storia racconta questo, racconta della guerra civile somala degli anni '90 dell'intervento dei caschi blu e ovviamente degli Stati Uniti,che con un blitz super-segreto, cercano di catturare il signore della guerra di turno. Basato su fatti realmente accaduti, e portando sullo schermo nomi e divise di uomini realmente esistiti e caduti sul campo, il film riesce a conquistare ben presto: Le scene sono stupende, dallo sbarco aereo alle incursioni cittadine, fino ad arrivare alla strenua resistenza di alcuni piloti di un elicottero (Black Hawk per l'appunto) abbattuto da un lanciamissili ostile.
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Black Hawk down rientra perfettamente nei film catalogabili come Film di Guerra, eppure se si riesce a non farsi catturare quasi completamente dalla potenza delle immagini e dei suoni, ci si renderà conto che BHD è anche un film con tratti di pura drammaticità. Questi tratti sono apprezzabili quando viene proposto il sacrificio di alcuni soldati intenti a salvare la vita ai compagni abbattuti dal nemico. La storia racconta questo, racconta della guerra civile somala degli anni '90 dell'intervento dei caschi blu e ovviamente degli Stati Uniti,che con un blitz super-segreto, cercano di catturare il signore della guerra di turno. Basato su fatti realmente accaduti, e portando sullo schermo nomi e divise di uomini realmente esistiti e caduti sul campo, il film riesce a conquistare ben presto: Le scene sono stupende, dallo sbarco aereo alle incursioni cittadine, fino ad arrivare alla strenua resistenza di alcuni piloti di un elicottero (Black Hawk per l'appunto) abbattuto da un lanciamissili ostile. Nel cast tanti volti noti, da Eric Bana (Troy) a Orlando Bloom, fino a Josh Hartnett (Pearl Harbour) , una colonna sonora incredibile e un Ridley Scott sempre in ottima forma e in vena di capolavori del cinema. Pietra miliare.
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muttley72
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giovedì 8 novembre 2012
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guerriglia urbana a mogadiscio
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Nel 1986 cade il regime di Siad Barre in Somalia (ex colonia italiana), le lotte tra clan rivali che seguono alla caduta generano una crisi umanitaria e l'ONU vota quindi a favore di un intervento in loco nel 1992. La capitale Mogadiscio è nelle mani di uno degli ex collaboratori di Barre, il generale Mohamed Farah Aidid (il soprannome "Aidid" significa "Vittorioso") che è a capo di una tribu e controlla una propria milizia armata. Egli morirà poi nel 1996 ucciso da una tribu rivale.
Dopo la Prima Guerrra del Golfo del 1991 (condizionata da forti interessi per il petrolio presente nei territori contesi) c'è una nuova polemica per l'intervento militare USA (nell'ambito della forza ONU) in Somalia, ma stavolta gli unici interessi economici che agli Stati Uniti possono attribuirsi sono solo le banane (con la "Dole") e la concessione di gran parte del territorio somalo per i possibili gacimenti di petrolio (mai trovato in abbondanza e quindi considerabile solo come un interesse teorico), dunque ben poco per giustificare l'invio di un contingente militare.
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Nel 1986 cade il regime di Siad Barre in Somalia (ex colonia italiana), le lotte tra clan rivali che seguono alla caduta generano una crisi umanitaria e l'ONU vota quindi a favore di un intervento in loco nel 1992. La capitale Mogadiscio è nelle mani di uno degli ex collaboratori di Barre, il generale Mohamed Farah Aidid (il soprannome "Aidid" significa "Vittorioso") che è a capo di una tribu e controlla una propria milizia armata. Egli morirà poi nel 1996 ucciso da una tribu rivale.
Dopo la Prima Guerrra del Golfo del 1991 (condizionata da forti interessi per il petrolio presente nei territori contesi) c'è una nuova polemica per l'intervento militare USA (nell'ambito della forza ONU) in Somalia, ma stavolta gli unici interessi economici che agli Stati Uniti possono attribuirsi sono solo le banane (con la "Dole") e la concessione di gran parte del territorio somalo per i possibili gacimenti di petrolio (mai trovato in abbondanza e quindi considerabile solo come un interesse teorico), dunque ben poco per giustificare l'invio di un contingente militare. L'intervento militare USA in Somalia appare quindi, al massimo, come una voluta e cercata dimostrazione, da parte degli stessi USA, volta a dimostrare che essi intervengono (in aiuto del prossimo) anche quando non vi siano grandi (loro) interessi in gioco....
Nell'ambito dell'operazione in Somalia tutti i contingenti militari hanno forti perdite umane (anche quello italiano, con la famosa battaglia al check point "Pasta"): gli USA devono invece fronteggiare una guerriglia urbana a Mogadiscio scatanata da una loro operazione volta a catturare Aidid e/o i suoi luogotenenti. Nell'ambito della guerriglia muoiono molti militari USA e sono abbattuti anche due elicotteri "Black hawk" (da cui il titolo del film): le operazioni di salvataggio si presentano difficoltose e comportano altri caduti.
Il film di R. Scott, nel ricostruire la guerriglia urbana, coglie nel segno e appare quasi "documentaristico" (non tanto dal punto di vista storico-politico, ma nei dettagli e nei mezzi utilizzati) coinvolgendo totalmente lo spettatore in oltre due ore di continue sparatorie, interrotte da brevi dialoghi (allo stesso modo del "Salvate il Soldato Ryan" durante il famoso sbarco in Normandia). La recitazione degli attori (comunque non da oscar) è messa quasi sempre in secondo piano dalla narrazione generale (come avviene nel film "Il giorno più lungo", dove però militano attori di maggior peso). Sembra ovvio e scontato che un film di Hollywood narri gli eventi dal punto di vista americano e non Somalo, esaltando solo il coraggio dei militari statunitensi contraposti ai "cattivi" (le milizie somale). Fermi restando i difetti del "mondo occidentale" non sembra che la Somalia abbia dimostrato poi una forte maturità anche sena occidentali tra i piedi, visto che ancora oggi continuano le lotte armate tra clan locali e ci si "diletta" nella pirateria navale...
Il film, senza eccessive pretese di essere un film-verità (poichè è ovviamente di parte) è da tre stelle.
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[+] p.s. precisazione alla mia recensione
(di muttley72)
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kronos
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giovedì 15 dicembre 2016
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cinema di propaganda
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Film bellico adrenalinico, di alto profilo tecnico, soprattutto in rapporto all'epoca di produzione.
Ma dal regista di "Blade Runner" ci si aspetta, anzi si PRETENDE, quacosa più del solito film di propaganda stelle e strisce.
Certo, apparentemente un soggetto in cui una ventina di bistecconi yankee vengono macellati da un pugno di terzomondiali potrebbe apparire come qualcosa d'innovativo e poco patriottico.
Ma l'apparenza inganna e lo si scopre quasi subito: i combattenti somali diventano la versione terrestre dei mostri proteiformi di "Alien": esseri ostili a prescindere, privi di qualunque attributo umano o psicologico riconoscibile.
Al centro dello schermo eroici e tutti d'un pezzo (beh, alla fine qualche pezzo mancherà) abbiamo i soliti guerrieri americani senza macchia e senza paura, nella realtà esercito invasore, contrapposti al male assoluto e innominabile: i partigiani somali.
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Film bellico adrenalinico, di alto profilo tecnico, soprattutto in rapporto all'epoca di produzione.
Ma dal regista di "Blade Runner" ci si aspetta, anzi si PRETENDE, quacosa più del solito film di propaganda stelle e strisce.
Certo, apparentemente un soggetto in cui una ventina di bistecconi yankee vengono macellati da un pugno di terzomondiali potrebbe apparire come qualcosa d'innovativo e poco patriottico.
Ma l'apparenza inganna e lo si scopre quasi subito: i combattenti somali diventano la versione terrestre dei mostri proteiformi di "Alien": esseri ostili a prescindere, privi di qualunque attributo umano o psicologico riconoscibile.
Al centro dello schermo eroici e tutti d'un pezzo (beh, alla fine qualche pezzo mancherà) abbiamo i soliti guerrieri americani senza macchia e senza paura, nella realtà esercito invasore, contrapposti al male assoluto e innominabile: i partigiani somali...
E come al solito, anche se qualcuno di loro tornerà a casa nel saccone di plastica, si prendono tutta la scena, gli applausi e la commozione. Perlomeno quella del pubblico americano.
Voto al netto di stima e valori tecnici: mezza stellina
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jacopo b98
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giovedì 3 luglio 2014
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un film duro e realistico, ma c'è troppa battaglia
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Il 3 1993, le truppe statunitensi fanno un blitz per catturare il più potente signore della guerra somalo: Mohamed Farrah Aidid. Quella che doveva essere un’operazione rapida, veloce (mezz’oretta), e senza eccessivi spargimenti di sangue, si trasforma, quando due elicotteri Black Hawk vengono colpiti ed abbattuti, in una sanguinosa battaglia per le strade di Mogadiscio. Nella mattinata del 4 ottobre, dopo un pomeriggio e una notte di combattimenti senza tregua, la battaglia avrà fine. La sceneggiatura di Ken Nolan si basa su un romanzo del giornalista Mark Bowden, che era stato in Somalia durante i giorni della tristemente famosa battaglia di Mogadiscio. Scott ha perciò diretto questo war-movie su una delle guerre più sporche e spietate della Storia.
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Il 3 1993, le truppe statunitensi fanno un blitz per catturare il più potente signore della guerra somalo: Mohamed Farrah Aidid. Quella che doveva essere un’operazione rapida, veloce (mezz’oretta), e senza eccessivi spargimenti di sangue, si trasforma, quando due elicotteri Black Hawk vengono colpiti ed abbattuti, in una sanguinosa battaglia per le strade di Mogadiscio. Nella mattinata del 4 ottobre, dopo un pomeriggio e una notte di combattimenti senza tregua, la battaglia avrà fine. La sceneggiatura di Ken Nolan si basa su un romanzo del giornalista Mark Bowden, che era stato in Somalia durante i giorni della tristemente famosa battaglia di Mogadiscio. Scott ha perciò diretto questo war-movie su una delle guerre più sporche e spietate della Storia. Il film ha spaccato la critica, c’è persino chi ha osato definirlo pro-militarista, come anche chi lo acclamato come capolavoro. Sicuramente è l’ennesima riprova (non che ne avessimo bisogno, ormai) che Scott è un genio della messa in scena: le scene di battaglia sono straordinariamente spettacolari, il montaggio di Pietro Scalia è perfetto, come anche la assolata fotografia di Sławomir Idziak. La regia di Scott è straordinaria (e infatti la nomination all’Oscar per la regia è incriticabile), anche se molte scene sfiorano quasi il videogame. Più perplessi lascia invece il film nel suo complesso: è un film lungo di cui, diciamo una buona ora e mezza, è battaglia pura. Davvero un’esagerazione! Per la carità: non che il film sia noioso, Scott punta talmente in alto con la regia, è talmente abile nella messa in scena, che anche la battaglia più lunga della Storia del Cinema riesce ad essere abbastanza interessante per tutta la sua durata. Ma per favore! Tagliare un po’ di materiale era fattibilissimo e si sarebbe così evitata la pura accumulazione che è la battaglia dopo un po’. Per il resto la sceneggiatura di Nolan è di grande precisione documentaristica, certamente un pregio, ma allo stesso tempo l’approfondimento dei personaggi non è molto e i dialoghi sono quel che sono (anche perché in un film in cui un’ora e mezza/due sono solo spari, è difficile inserire dei grandi monologhi). Insomma: Black Hawk Down pecca in equilibrio narrativo e in durata. Ciò non toglie che sia un film coinvolgente, diretto e recitato benissimo. E comunque il realismo della messa in scena di Scott (Scott mette in scena la guerra più vera della guerra vera [Pino Farinotti]) è certamente apprezzabile. A suo modo comunque è un cult.
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rmarci 05
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giovedì 2 maggio 2019
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un film duro e realistico quanto patriottico
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La straordinaria abilità tecnica del regista Ridley Scott (Alien, Il Gladiatore) è messa a disposizione del produttore Jerry Bruckheimer (Top Gun, Pearl Harbor): il risultato è una pellicola il cui obiettivo principale è rappresentare in maniera quanto più realistica si possa fare il caos e la brutalità della guerra in tutte le sue carneficine, attraverso un montaggio frenetico, un sonoro eccellente, una fotografia dai colori caldi come le fiamme causate dalle disastrose esplosioni e delle riprese a spalla delle scene di combattimento assai realistiche e magistrali. Purtroppo il film in alcune scene scade nel solito ed insopportabile patriottismo tipico degli americani, colpa attribuibile non tanto al regista britannico ma al produttore, senza neanche approfondire molto i personaggi.
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La straordinaria abilità tecnica del regista Ridley Scott (Alien, Il Gladiatore) è messa a disposizione del produttore Jerry Bruckheimer (Top Gun, Pearl Harbor): il risultato è una pellicola il cui obiettivo principale è rappresentare in maniera quanto più realistica si possa fare il caos e la brutalità della guerra in tutte le sue carneficine, attraverso un montaggio frenetico, un sonoro eccellente, una fotografia dai colori caldi come le fiamme causate dalle disastrose esplosioni e delle riprese a spalla delle scene di combattimento assai realistiche e magistrali. Purtroppo il film in alcune scene scade nel solito ed insopportabile patriottismo tipico degli americani, colpa attribuibile non tanto al regista britannico ma al produttore, senza neanche approfondire molto i personaggi. Nonostante il ritmo sia altalenante, la pellicola si discosta dalla definizione di "videogame di guerra" per una spiegazione iniziale della guerra che si racconta e per la condizione socio-economica della Somalia nel periodo del conflitto. La colonna sonora di H. Zimmer è notevole. 3 stelle su 5.
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giomo891
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martedì 20 settembre 2022
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epico e quanto mai realistico. giomo891
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Che Ridley Scott sia un mago nel riprodurre scene epiche, soprattutto con spostamento di masse e scene belliche non è un mistero (Il gladiatore girato l'anno prima-2000), ed anche in questo "quasi documentario" ci riesce benissimo. La pellicola è diventata un cult del genere bellico/eroico e celebrativa del 75.mo Reggimento Rangers e dei militari USA. E' il 3 ottobre 1993. In appoggio alle forze ONU che cercano di mettere fine a una sanguinosa guerra civile in Somalia, il generale Garrison progetta di catturare due luogotenenti di Mohamed Farah Aidid, uno dei signori della guerra, e altri capi del suo clan. L'abbattimento di 2 Black Hawk trasforma l'operazione in una battaglia di salvataggio: 18 (o 19) soldati USA uccisi e 74 (o 73) feriti gravi e un numero imprecisato (1000?) di vittime somale tra cui molti civili.
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Che Ridley Scott sia un mago nel riprodurre scene epiche, soprattutto con spostamento di masse e scene belliche non è un mistero (Il gladiatore girato l'anno prima-2000), ed anche in questo "quasi documentario" ci riesce benissimo. La pellicola è diventata un cult del genere bellico/eroico e celebrativa del 75.mo Reggimento Rangers e dei militari USA. E' il 3 ottobre 1993. In appoggio alle forze ONU che cercano di mettere fine a una sanguinosa guerra civile in Somalia, il generale Garrison progetta di catturare due luogotenenti di Mohamed Farah Aidid, uno dei signori della guerra, e altri capi del suo clan. L'abbattimento di 2 Black Hawk trasforma l'operazione in una battaglia di salvataggio: 18 (o 19) soldati USA uccisi e 74 (o 73) feriti gravi e un numero imprecisato (1000?) di vittime somale tra cui molti civili. Prodotto da Jerry Bruckheimer, scritto da Ken Nolan, basato sul libro Black Hawk Down: A Story of Modern War (1999) del giornalista Mark Bowden, girato in Marocco.
Una scena molto toccante, quella del medico che non accetta di non aver potuto tamponare l'emorragia dell'arteria femorale del compagno.
Particolarmente toccante é anche la scena in cui i ragazzini somali accompagnano sorridenti il gruppo di Ranger che tornano alla base correndo, ma pronti a tornare indietro a recuperare quelli rimasti imbottigliati ("nessuno deve essere abbandonato, wah!").
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martedì 24 ottobre 2023
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non centra il cuore del messaggio
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Il film racconta in realtà di scelte militari disastrose che portano a una carneficina. È lo scontro tra due mondi: quello occidentale in cui ogni vita (soprattutto dei tuoi) ha un valore assoluto e deve essere salvata a tutti i costi e quello di un paese africano in guerra in cui la vita del singolo ha poco valore ma conta soprattutto quella del clan e del capo che lo rappresenta. Tutto comincia ad andare storto quando un elicottero per evitare un colpo di bazooka in uno scarto repentini fa cadere un soldato che si stava calando con la corda. Secondo l'approcio del generale americano e dei suoi sottoposti che nessuno debba essere abbandonato, nel tentativo di salvare il ferito grave viene abbattuto un elicottero e poi un altro e tutto il convoglio viene dirottato a difesa dei punti di impatto con conseguente carneficina di miliziani (molti) e soldati (meno).
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Il film racconta in realtà di scelte militari disastrose che portano a una carneficina. È lo scontro tra due mondi: quello occidentale in cui ogni vita (soprattutto dei tuoi) ha un valore assoluto e deve essere salvata a tutti i costi e quello di un paese africano in guerra in cui la vita del singolo ha poco valore ma conta soprattutto quella del clan e del capo che lo rappresenta. Tutto comincia ad andare storto quando un elicottero per evitare un colpo di bazooka in uno scarto repentini fa cadere un soldato che si stava calando con la corda. Secondo l'approcio del generale americano e dei suoi sottoposti che nessuno debba essere abbandonato, nel tentativo di salvare il ferito grave viene abbattuto un elicottero e poi un altro e tutto il convoglio viene dirottato a difesa dei punti di impatto con conseguente carneficina di miliziani (molti) e soldati (meno). Se fosse stato abbandonato il primo ferito probabilmente sarebbe stato fatto a pezzi o preso in ostaggio ma sarebbe morto un solo uomo. La battaglia è fatta bene anche se per ogni americano cadono una ventina di somali che si immolano come kamikaze come zombie in un videogioco e questo sembra un po' irrealistico e un po' retorico della superiorità e invincibilità dei meravigliosi uomini in giubba verde. È un film molto retorico che celebra l'abilità militare dei soldati nonostante l'errore dei generali ma stride nella storia la totale accettazione di scelte militari folli che sembrano essere anzi condivise dai soldati tranne in rari casi che portano al sacrificio di molti per salvarne uno senza nemmeno riuscirci
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mario fagotto
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domenica 24 febbraio 2002
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fazioso e riuscito
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Film certo fazioso sul piano della rappresentazione del conflitto politico (tanto che alcune associazioni somale avrebbero protestato per alcune scene particolarmente forti), il film si inserisce in quella che si potrebbe chiamare una lunga escursione nei generi cinematografici a cui Scott sembra ci voglia abituare. Della sua 'poetica' rimangono la lotta fra bene e male, la costruzione di scenari storico/urbani dove si mescolano l'arcaico e il post-moderno, una certa cosapevolezza metalinguistica in grado di ricondurre lo spettatore di fronte all' evidenza della fiction (il generale/regista che dirige l'intera azione bellica su cui, praticamente, si incentra il film, segue lo svolgersi della operazione attraverso monitor, collegamenti radio e immagini via satellite, strumenti che segnano il nuovo conflitto di classe della nostra epoca, quello fra chi vede e subisce l'azione e quello di chi la determina e la dirige).
[+] io avevo pensato
(di francesco2)
[ - ] io avevo pensato
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