isis
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lunedì 23 febbraio 2009
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un film assolutamente da vedere: the cell
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Questo film contrariamente a quello che è stato scritto sopra, è un film di impronta espressionista. Indagando sulla deformazione interiore dei personaggi e sulla complicata ed incomprensibile realtà della mente umana, del proprio subconscio. Chi non ha mai fatto sogni insensati? Ciò viene spiegato e narrato dalle immagini che parlano da sole. Questo film lo trovo il migliore mai stato fatto, nel mondo che indaga la mente umana. Un grande film poco compreso da chi non vede al di la del proprio naso.
Ottimo!Da vedere!
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manola
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martedì 10 luglio 2001
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il "marnie" del 2000
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Pura psicanalisi. Introspezione al punto del transfert. Non conosco Tarsem ma lui conosce sicuramente
Hitchcock. I mezzi a disposizione sono eccezionali ed e` cosi`che nella visione si sprofonda nell`onirico, o forse nell`ipnotico. La psicanalisi, testa-testa (psicanalista-paziente) giu`nel profondo, non dispone di questi mezzi ma persegue gli stessi scopi. Naturalmente non per scoprire delitti ma per guarire il paziente dal "delitto"
della malattia mentale.
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francesco2
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domenica 27 novembre 2011
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cinema (e)videoclip
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Un film di (poco più di) una decina di anni fa, accolto dai critici(Italiani), credo, con una certa sufficienza. In effetti, nella prima parte non appare difficile rendersi conto che Tarsem non è un "Uomo di cinema", ma è uno che FA del cinema. (Almeno, era così nel 2000 (Per "aggiornare" la definizione bisognerebbe vedere "Immortals", per ora distribuito sui nostri schermi). La sceneggiatura e la regia appaiono arraffazonate, e l'intreccio (?) stesso non sembra qualcosa di ineccepibile: anche se forse è facile, troppo, valutarlo con gli occhi di oggi, in un'epoca in cui telefonini e nuove tecnologie rischiano di impadronirsi di noi forse più del contrario, ed al contempo chi mastichi di musica afferma che, forse, paradossalmente è proprio lo stesso videoclip ada vere perso la forza di un tempo.
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Un film di (poco più di) una decina di anni fa, accolto dai critici(Italiani), credo, con una certa sufficienza. In effetti, nella prima parte non appare difficile rendersi conto che Tarsem non è un "Uomo di cinema", ma è uno che FA del cinema. (Almeno, era così nel 2000 (Per "aggiornare" la definizione bisognerebbe vedere "Immortals", per ora distribuito sui nostri schermi). La sceneggiatura e la regia appaiono arraffazonate, e l'intreccio (?) stesso non sembra qualcosa di ineccepibile: anche se forse è facile, troppo, valutarlo con gli occhi di oggi, in un'epoca in cui telefonini e nuove tecnologie rischiano di impadronirsi di noi forse più del contrario, ed al contempo chi mastichi di musica afferma che, forse, paradossalmente è proprio lo stesso videoclip ada vere perso la forza di un tempo.
Questo film arriva un paio d'anni dopo l'interessante "Matrix",un anno dopo "Il sesto senso", ed è stato distribuito nei nostri cinema (quasi)contemporaneamente al "Tredicesimo piano" ed al sopravvalutato "Memento": tutti film che indaga(va)no la realtà virtuale, il sogno, o la (con)fusione tra essi. Tarsem, che non ci risparmia lezioni sulla psiche umana che, sia detto con rispetto parlando, andrebbero forse affidate ad altri (Quelle considerazioni sulla pedofilia e le violenze ricevute dai bambini), affidandosi ad attori e sceneggiatori discutibili (Si vedano il partner della Lopez, o figure secondarie come il poliziotto più anziano) non ha la forza di costruire un vero intreccio, come quello, magari troppo celebrato, comunque presente in "Seven": la storia del cane albino, per esempio, è al contempo macchinosa e troppo debole. Però. Nel suo interrogarsi, oltre dieci anni fa, sul confine tra virtualità e realtà, ottiene per altri versi risultati persuasivi, anche -O a volte soprattutto- grazie ad una sceneggiatura che pone in risalto la cromaticità dei "sogni" e disegna bene l'aspetto onirico delle figure reali del film. Il personaggio della Lopez, partito con le migliori intenzioni del mondo, rischia di essere prigioniero dello stesso congegno partorito -Probabilmente- per lei, dove incontra figure magari un pò caricaturali ma ben costruite, ed in cui i personaggi rischiano di introiettare la "realtà" che stanno vivendo in sogno.
E'un'occasione per interrogarsi un pò meglio sui traumi infantili di certi personaggi. Paradossalmente ma neanche tanto, l'inconscio rivela meglio di certi dialoghji "reali". Lieto fine garantito. Ma non era questo il punto.
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the highlander
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venerdì 3 gennaio 2003
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j.lo la "bella eclettica"
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Se vi piace il genere un po' psico-tecnologico e un po' thriller-horror ve lo consiglio , perche' secondo me e' ben riuscito ,pur non fregiandosi di attori di grosso calibro (per capirci , e' consigliato soprattutto a chi ha amato film tipo ' IL TAGLIAERBE' )
Il leit-motiv della pellicola e' il viaggio che la protagonista fa ,tramite un avveneristico macchinario di interscambio cerebrale, all'interno del cervello di un efferato serial-killer dall'infanzia tormentata (e con l' ossessione per l'annegamento...) ; tutto cio' per ritrovare l'ultimo ben nascosto (e forse ancora vivo) ostaggio dell' ormai arrestato psyco-killer. La protagonista e' piu' degna di nota per le sue doti di avvenenza che non per quelle di consumata attrice, ma va bene cosi', la sua icona basta e avanza per addolcire i colpi di adrenalina e il costante senso di angoscia regalati dal film.
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Se vi piace il genere un po' psico-tecnologico e un po' thriller-horror ve lo consiglio , perche' secondo me e' ben riuscito ,pur non fregiandosi di attori di grosso calibro (per capirci , e' consigliato soprattutto a chi ha amato film tipo ' IL TAGLIAERBE' )
Il leit-motiv della pellicola e' il viaggio che la protagonista fa ,tramite un avveneristico macchinario di interscambio cerebrale, all'interno del cervello di un efferato serial-killer dall'infanzia tormentata (e con l' ossessione per l'annegamento...) ; tutto cio' per ritrovare l'ultimo ben nascosto (e forse ancora vivo) ostaggio dell' ormai arrestato psyco-killer. La protagonista e' piu' degna di nota per le sue doti di avvenenza che non per quelle di consumata attrice, ma va bene cosi', la sua icona basta e avanza per addolcire i colpi di adrenalina e il costante senso di angoscia regalati dal film. Gli effetti speciali e le scenografie da tregenda sono un capolavoro ed emulano le complesse pieghe delle paure prodotti dal cervello umano rendendole quantomai...reali !
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andrea
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martedì 21 maggio 2002
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una merda!
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No! Non basta per niente!
Questo è il tipico film che si basa solo sui soldi a palate! La storia è talmente superata e cretina da sembrare una presa in giro!
Ma come si fa a trovare una ragazza andando nel cervello di un killer per poi scoprire che bastava una levata di polvere nella sua casa per avere gli indizi?! E così gli spettatori si fanno imbanbolare dalle immagini scordandosi l'ossatura vera (ma non c'è) della trama. In proporzione alle aspettative, forse il peggior film del secolo!
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