Storie - Racconto incompleto di diversi viaggi |
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Un film di Michael Haneke.
Con Juliette Binoche, Thierry Neuvic, Luminita Gheorghiu, Ona Lu Yenke
Titolo originale Code inconnu – Récit incomplet de divers voyages.
Drammatico,
durata 117 min.
- Francia 2000.
- Bim Distribuzione
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La faticosa ricerca di un terreno comunedi Guidobaldo Maria RiccardelliFeedback: 6918 | altri commenti e recensioni di Guidobaldo Maria Riccardelli |
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mercoledì 8 giugno 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Strutturato similmente al precedente "71 Fragmente einer Chronologie des Zufalls", ne ribalta però l'andamento, partendo da quella che nel suddetto rappresentava l'epilogo, mentre nel nostro si configura come scintilla iniziatoria. Pura similitudine formale, in quanto le tematiche qui affrontate appaiono differenti, in un approccio filosoficamente meno sottile ma permeato da un senso pragmatico più sviluppato: maggiormente sociale ed interattivo, questo "Code Inconnu" (sulla traduzione del titolo torneremo a breve) si pone come opera volta a restituire, con proficua narrazione annessa, un disagio percepibile, un malessere generale dato da un'incomunicabilità di fondo, certamente non causata da difficoltà di tipo immediato o linguistico, ma ben più radicata in visioni del mondo differenti. Dicevamo della traduzione: l'uso di "Storie" pare, più che fuorviante, poco adeso al sentimento col quale Haneke ricopre la propria pellicola, venendo a perdere la connotazione originale del lavoro, palesemente orientata ad un desiderio di mettere in luce tutte quelle rigidità di rapporti presenti nelle dinamiche interpersonali. Abbiamo dunque un fortuito scontro iniziale che si va a configurare come brillante espediente narrativo per una presentazione, dinamica, dei personaggi: volutamente vaga, funge essenzialmente da nastro di partenza per le azioni dei nostri, fisicamente, e solo questo, vicini. Di estrazione differente, condivideranno però una fondamentale difficoltà di approccio all'altro, causata da impedimenti di natura diversa. Non troveranno appoggi credibili, disegnando una traiettoria quasi circolare nell'andamento delle vicende. Di ottimo livello, come ampiamente preventivabile, la riflessione metacinematografica, volta ad una presentazione ed un disvelamento senza remore alcune di tutte quelle logiche, di quelle finzioni sceniche proprie del mezzo. In sintesi trattasi di opera importante, ben recitata, specie da un'ispirata Juliette Binoche, permeata da quella spinta ad un percorso ermeneutico a cui Haneke ha sempre guardato con estrema attenzione.
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