xquadro
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lunedì 5 settembre 2011
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nella musica il motore della vita
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Avere un sogno. Il successo, il figlio avvocato, la firma su una rivista prestigiosa, una figlia indipendente, il viaggio in Marocco, una storia con la ragazza bionda che hai incontrato al concerto. Nessun sogno è vano, anzi ogni sogno realizza al tempo stesso un diritto e un dovere: quello di esistere. E non c'è dubbio che salire sul palco, suonare, cantare, farsi adorare da chi ha pagato persino un biglietto per osannarti sia un sogno. Un bellissimo sogno. Lo troverete trasformato in un film in "Almost famous", il film di Cameron Crowe che a quel sogno ha dato il volto di una groupie, di una band che insegue la stella del successo, di un giovanissimo e "sincero" giornalista che da quell'avventura è affascinato e al tempo stesso turbato.
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Avere un sogno. Il successo, il figlio avvocato, la firma su una rivista prestigiosa, una figlia indipendente, il viaggio in Marocco, una storia con la ragazza bionda che hai incontrato al concerto. Nessun sogno è vano, anzi ogni sogno realizza al tempo stesso un diritto e un dovere: quello di esistere. E non c'è dubbio che salire sul palco, suonare, cantare, farsi adorare da chi ha pagato persino un biglietto per osannarti sia un sogno. Un bellissimo sogno. Lo troverete trasformato in un film in "Almost famous", il film di Cameron Crowe che a quel sogno ha dato il volto di una groupie, di una band che insegue la stella del successo, di un giovanissimo e "sincero" giornalista che da quell'avventura è affascinato e al tempo stesso turbato. La sirena è la musica, ed è difficile resistere a quella musa se il sound è quello degli anni 70, innovativo e utopistico, disperato e incalzante. Il sogno è il sale della vita per i protagonisti di questa storia, la musica la via maestra, il viaggio on the road la fuga americana che incarna l'illusione della libertà. Ogni personaggio dovrà fare i conti con la realtà, le proprie debolezze, egoismi e piccinerie, i propri errori, forse sarà ripagato da una scelta coraggiosa, forse quella scelta la pagherà. Qualcuno si perderà per strada, ma se saprà coltivare il suo sogno senza tradire troppo la realtà, se si assumerà i rischi come le responsabilità, forse avrà una chance in più. Forse lui, o lei, ce la farà.
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(di francesco2)
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shiningeyes
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giovedì 4 aprile 2013
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il rock che non c'è più
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Cameron Crowe fa preziosa la sua lunga esperienza di giornalista e critico di musica rock, girando un ottimo film in piena salsa anni 70 con dei bei inserti di musica.
“Almost Famous” è incentrato sull'entrata della musica rock nel music business, facendoci vedere che l'industria musicale può comprare tutto, anche la ribellione e l'anarchia di queste band, le quali Crowe è abile a riprendere anche la perdita dell'anima delle rockstars, non più personaggi che poi saranno segnate dal declino.
amano realmente la loro musica e i loro fan, ma personaggi che prediligono la via della rockstar per cercarne le donne, la droga e la fama.
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Cameron Crowe fa preziosa la sua lunga esperienza di giornalista e critico di musica rock, girando un ottimo film in piena salsa anni 70 con dei bei inserti di musica.
“Almost Famous” è incentrato sull'entrata della musica rock nel music business, facendoci vedere che l'industria musicale può comprare tutto, anche la ribellione e l'anarchia di queste band, le quali Crowe è abile a riprendere anche la perdita dell'anima delle rockstars, non più personaggi che poi saranno segnate dal declino.
amano realmente la loro musica e i loro fan, ma personaggi che prediligono la via della rockstar per cercarne le donne, la droga e la fama.
Tutto ciò è visto sotto la figura del giovanissimo e acuto (quasi) giornalista William, che però è ancora troppo giovane per capire i meccanismi e imprevisti di un tour con una vera e propria sregolatissima rock band, gli Stillwater; uscirà infatti molto più maturo da quest'esperienza, rendendosi conto che lo stile da rockstar non sia tutto rose e fiori.
Williamo conoscerà lo sballo, il sesso, ma anche l'amore, che prova nei confronti della dolce e sensibile Penny (una bravissima Kate Hudson), groupie innamorata del chitarrista della band, Russel, che però per lui è solo un passatempo, e che in seguito cederà ad un'altra band.
Il film imperverserà nei frizzanti anni 70, fra feste piene di acido e concerti al cardiopalma, con l'effetto di riportarci in un'epoca piena di eccessi, ma decisamente libera e godereccia; sorretta anche da una splendida sceneggiatura (vincitrice dell'Oscar) “Almost Famous” è il perfetto film per gli amanti del rock, nel quale sapranno trovare i fasti perduti di una musica eterna che ancora oggi affascina milioni di persone.
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francesco2
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venerdì 23 settembre 2011
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un film quasi carino. leviamo il quasi
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Come anche "Motel Woodstock" di Ang Lee questo film si guarda bene dal parlare davvero degli eccessi, veri o presunti, di quell'epoca, che chi scrive non può conoscere essendo nato proprio nel 1973, anno in cui William dovrebbe diplomarsi. Tutto, o perlomeno molte cose, appaiono troppo facili, scontate. Davvero c'è tutto questo interesse per ciò che può (E deve, dato che diventa un vero e proprio lavoro) scrivere un ragazzino?Davvero il gruppo, dopo una riluttanza (Molto)iniziale, gli concede tutto questo spazio? E non parliamo dei sentimenti che il personaggio della Hudson prova per lui.
Spiace dirlo ma paradossalmente, proprio in un contesto in cui il protagonista evidenzia a più riprese di vivere(Vivere?) in un mondo irreale, in cui della ragazza che ama ignora persino il nome (quasi fosse, in tutti i sensi, una creatura "da sogno") è proprio quest'atmosfera di figurine e pupe innamorate di te che, alle volte, appare davvero distante dalla realtà.
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Come anche "Motel Woodstock" di Ang Lee questo film si guarda bene dal parlare davvero degli eccessi, veri o presunti, di quell'epoca, che chi scrive non può conoscere essendo nato proprio nel 1973, anno in cui William dovrebbe diplomarsi. Tutto, o perlomeno molte cose, appaiono troppo facili, scontate. Davvero c'è tutto questo interesse per ciò che può (E deve, dato che diventa un vero e proprio lavoro) scrivere un ragazzino?Davvero il gruppo, dopo una riluttanza (Molto)iniziale, gli concede tutto questo spazio? E non parliamo dei sentimenti che il personaggio della Hudson prova per lui.
Spiace dirlo ma paradossalmente, proprio in un contesto in cui il protagonista evidenzia a più riprese di vivere(Vivere?) in un mondo irreale, in cui della ragazza che ama ignora persino il nome (quasi fosse, in tutti i sensi, una creatura "da sogno") è proprio quest'atmosfera di figurine e pupe innamorate di te che, alle volte, appare davvero distante dalla realtà. I motivi per cui, forse, sostanzialmente il film riesce lo stesso sono la capacità di prendere, in determinate situazioni, le distanze da questa atmosfera (Troppo) paciosa, ad esempio quando si dice al protagonista che doveva essere cattivo al momento di scrivere l'articolo sulla band, o quando si cerca di catturare l'atmosfera trasgressiv ae provocatoria di quegli anni. Valga per tutti, e non è il migliore esempio, la scena in cui durante un'avventurosa ed improvvista fuga viene sfondato il cancello.
"Queli tra palco e realtà", ecco, appaiono sempre "sul bordo", al confine di. Di un film che a volte sembra scegliere la trasgressione, come quella di William che a quindici anni, dorme con due ragazze diverse, ma poi ne fugge sempre. Tutto è sempres ull'orlo del "Quasi", il film è quasi carino o lo è appena, William è un quasi (E neanche tanto!)giornalista, la ragazza appare un quasi amore nonostante il giovane sia veramente innamorato di lei(Ma la situazione sul momento appare in bilico). Il titolo italiano, stavolta, mi pare proprio ben scelto. Certo, si dice sia stato un momento che ha segnato una svolta, in bilico tra due epoche diverse. Ma proprio per questo,nell'affrontarlo, si poteva osare qualcosa di più, e fare un film che non restasse "Al limite" ma lo superasse.
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