C'è molta più sfumatura di luce nello splendido bianco e nero di questo film che in decenni di industria del cinema hollywoodiano o meno che sia. Il mondo visto dagli occhi di un intellettuale è una malattia incomprensibile dentro gli occhi di un putrescente, disperato, spaventoso, umiliato leviatano. C'è la storia del '900 dentro, con tutti i suoi spettri più terribili delle guerre, della follia, della poesia degli sconfitti, del dolore; una piccola comunità senza nome che è il complesso degli esseri umani, nel giro vano della loro giostra.
Raccontare tutto questo con una regia meastosa, fatta di indugi e riflessioni, di poetica del quotidiano, di malcelata ossessione per la vicenda umana, compassione e ribrezzo allo stesso tempo.
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