Alessandra Levantesi
La Stampa
Se nel panorama contemporaneo esiste un cinema esotico nel senso vero del termine, è quello iraniano. Non esiste agenzia al mondo tanto folle da organizzare un viaggio come quello che ci propone il regista Bahman Ghobadi di Il tempo dei cavalli ubriachi, trasportandoci con vigore neorealista nell'aspro paesaggio del Kurdistan iraniano ai confini con l'Iraq. In un piccolo villaggio sperduto fra le montagne dove le parole fame e freddo acquistano tutto il loro significato; e dove ai bambini, impegnati a sgobbare come adulti, è negata la stagione dell'infanzia. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (2186 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 10 Aprile 2001