Il partigiano Johnny |
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Un film di Guido Chiesa.
Con Andrea Prodan, Stefano Dionisi, Claudio Amendola, Alberto Gimignani, Fabrizio Gifuni.
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Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 135 min.
- Italia 2000.
MYMONETRO
Il partigiano Johnny
valutazione media:
2,75
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il valore della scelta raccontato senza retoricadi mtom83Feedback: 1455 | altri commenti e recensioni di mtom83 |
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mercoledì 23 marzo 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Raccontare la Resistenza nel 2000 significa rivisitare una delle pagine più complicate e discusse della recente storia nazionale. Il film di Chiesa a mio giudizio riesce nel suo tentativo; evitando di sacralizzare le vicende della lotta partigiana ma al tempo stesso rivendicando il contenuto morale ed etico di quella scelta. L'adesione alla Resistenza non ha nulla di meditato o politico, ma si traduce in una scelta che il protagonista (un ottimo Stefano Dionisi) compie perchè occorre scegliere un campo di appartenenza nella lacerazione della guerra e nell'esigenza di non rimanere spettatori inermi di fronte a ciò che accade. L'atmosfera è cupa, lo stile è secco e convulso. La lotta partigiana descritta da Chiesa non cede a nessuna enfasi retorica e racconta un conflitto fatto di piccoli episodi, sporadici e perlopiù casuali, dove si resta costantemente sospesi tra la vita e la morte, perennemente in fuga tra un rastrellamento e l'altro. Non c'è spazio per l'eroismo o per il racconto epico di una stagione unica, ma ci sono sole le crude necessità del momento e i veri nemici più che i fascisti sembrano essere la fame, il freddo e gli stenti con il quale quotidianamente si convive; più che ad azioni organizzate e collettive è alle decisioni del singolo individuo, rapide, crudeli e spesso obbligate, che viene lasciato un minimo spazio di interazione rispetto a eventi che sovrastano la sfera della persona. Il tempo di questa guerra viene scandito solo dall'incessante attesa per una fine che si sente prossima, ma che sembra non arrivare mai. Non si assiste ad un conflitto ideologico e politico, ma ad una guerra di "resistenza" propria, nel voler portare nonostante tutto alle estreme conseguenze la scelta che si è fatta. In questo credo che il film di Chiesa rispecchi il significato di fondo dell'opera di Fenoglio; ciò che gli si può criticare è invece un eccesso di didascalismo che rende molti dialoghi affettati e poco incisivi, e alcune scene poco profonde. Ad esclusione del protagonista gli altri personaggi sembrano più figure di contorno nella narrazione che sembra voler concedere molto più spazio, con una scelta estetica di forte impatto e significato, alle montagne,alle valli e ai paesaggi dove la Resistenza ha avuto luogo.
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