Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa |
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Un film di John Lasseter, Lee Unkrich.
Con Tom Hanks, Tim Allen, Joan Cusack, Kelsey Grammer, Don Rickles.
continua»
Titolo originale Toy Story 2.
Animazione,
Ratings: Kids,
durata 94 min.
- USA 1999.
- Walt Disney
uscita venerdì 11 febbraio 2000.
MYMONETRO
Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa
valutazione media:
4,02
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Squadra vincente non si cambia: la Pixar trionfa!di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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sabato 7 febbraio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
TOY STORY 2 – WOODY E BUZZ ALLA RISCOSSA (USA, 1999) diretto da JOHN LASSETER, LEE UNKRICH & ASH BRANNON
Sono passati alcuni anni dal salvataggio di Woody e Buzz dalla casa del malvagio Sid, e i due giocattoli sono ormai diventati ottimi amici e capitani a pari merito dei balocchi di Andy. Un giorno, però, mentre il padroncino è al campeggio, Woody viene rapito dal proprietario di una fattoria di giocattoli che lo riconosce per quello che è: la star di un cartoon anni 1960 sul Far West, componente di un set più grande del quale fanno parte anche la cowgirl Jessie, il destriero Bullseye e il cercatore d’oro Stinky Pete. Buzz Lightyear mette immediatamente in piedi una coraggiosa e motivata comitiva (composta dal dinosauro Rex, dal tubero Mr. Potato, dal cane allungabile Slinky e dal porcellino-salvadanaio Hamm) per recarsi nell’attico del palazzo dove il ricettatore di giocattoli abita per liberare il fedele compagno Woody. Ma lo sceriffo ci riflette sopra e per un periodo preferisce non essere salvato, in quanto Andy un giorno o l’altro crescerà e si sbarazzerà dei suoi ninnoli e dunque è meglio stare immobili dietro la teca vitrea di un museo, ma il calore e l’affetto di Buzz e degli altri amici lo convincerà a cambiare idea e a riaggregarsi alla truppa per il ritorno in casa. Dovranno però affrontare il crudele Stinky Pete, intenzionato ad ogni costo ad andare al museo giapponese alla volta del quale il negoziante si imbarcherà su un aereo, e la lotta non sarà delle meno impegnative. Come se non bastasse, a complicare ulteriormente le cose, ci si metterà un modello dell’Imperatore Zurg, acerrimo nemico di Buzz Lightyear. Questo secondo capitolo delle avventure dei giocattoli animati, che si possono ormai definire come i più celebri del mondo vista la popolarità e il largo consenso che hanno saputo conquistare, si apre con un omaggio ai videogiochi elettronici e si chiude dopo un coacervo magnifico e variegato di citazioni cinematografiche che ne ribadiscono la versatilità plastica e l’eccellente stratificazione narrativa. Lo svolgimento della trama e i cavilli della vicenda risultano secondari rispetto alla sua debordante energia inventiva, alla sua creazione stupenda di universi immaginari e spazi da riempire con divertenti fughe e azioni al limite del paradossale, al suo accavallarsi neanche troppo disordinato di idee e trovate ingegnose e alla sua riflessione su temi tutt’altro che secondari, o meglio, di un ordinario che si riscatta toccando picchi sublimi. Lasseter s’è fatto affiancare dai pupilli Unkrich e Brannon per avere più mani con cui lavorare su un progetto che presentava certamente numerosi rischi, non ultimo la trappola della ripetitività, ma fortunatamente il programma, concepito da tre menti tutte argute e intelligenti, ha dribblato efficacemente le buche, i ritardi e gli inutili camuffamenti per consegnare al pubblico un meraviglioso, caricaturale e imperdibile strumento di puro divertimento che funziona anche da veicolo pensante e mette in scena un cinema d’animazione che, per quanto riguarda la ricerca di una ricetta che gli permetta di correre a gambe levate verso il traguardo, appare sfrenatamente libero. Ai personaggi già comparsi nell’episodio introduttivo si aggiungono quelli nuovi, e si inseriscono tutti (sia deuteragonisti che antagonisti) nel miglior modo, costituendo un cast molto ben nutrito, multiforme, eclettico e ricco di sfumature psicologiche che strizzano l’occhio alle personalità cangianti e dinamiche di ciascun carattere. Le voci italiane di Fabrizio Frizzi per Woody e di Massimo Dapporto per Buzz centrano ancora una volta il bersaglio, sostituendo le originali di Tom Hanks e di Tim Allen per una versione nostrana tutta da godere. Prodotto dalla Pixar e distribuito dalla Walt Disney Pictures, e successivamente rimasterizzato in 3D. Vincitore del Golden Globe alla cerimonia di premiazione del 2002 come miglior film commedia o musicale. Fatto più unico che raro, per una pellicola d’animazione, il che dimostra quanto questo genere, a lungo snobbato e polemizzato dai critici più intransigenti, possegga delle corde espressive impensabili per un film con attori in carne e ossa e che travalicano i limiti del comico più autentico e genuino e della musica intesa come colonna sonora o accompagnamento soave e carismatico a una caterva di immagini in movimento.
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