paolo ciarpaglini
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lunedì 26 febbraio 2007
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hurricane..
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La storia di Rubin Carter è quella di un'intera 'razza', perseguitata, schiavizzata, infamata, ghettizzata per secoli. Una colpa che pesa come un macigno sulla coscienza di noi 'visi pallidi'. Una dimostrazione lampante di quanto false siano le verità su cui si erge e trova fondamento la storia stessa dell'umanità. Quà scendiamo negli abissi reconditi dell'animo umano che ha mostrato attraverso i secoli la propria pochezza. Il film, porta inevitabimente a porsi alcune fra le domande più importanti concernenti la vita, Dio, l'uomo, la giustizia etc. La risposta è chiara, giusta, perentoria; non vi è giustizia in terra se non quella conquistata con una volontà incrollabile. Nessun Dio, il niente più assoluto, siamo soli, ma talvolta capaci di 'grandi cose'.
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La storia di Rubin Carter è quella di un'intera 'razza', perseguitata, schiavizzata, infamata, ghettizzata per secoli. Una colpa che pesa come un macigno sulla coscienza di noi 'visi pallidi'. Una dimostrazione lampante di quanto false siano le verità su cui si erge e trova fondamento la storia stessa dell'umanità. Quà scendiamo negli abissi reconditi dell'animo umano che ha mostrato attraverso i secoli la propria pochezza. Il film, porta inevitabimente a porsi alcune fra le domande più importanti concernenti la vita, Dio, l'uomo, la giustizia etc. La risposta è chiara, giusta, perentoria; non vi è giustizia in terra se non quella conquistata con una volontà incrollabile. Nessun Dio, il niente più assoluto, siamo soli, ma talvolta capaci di 'grandi cose'. Forse Rubin era un 'peccatore', una pecorella smarrita che per volontà Divina si è meritato l'accaduto? no, capirete che quì si tratta dell'uomo contro se stesso, contro le sue nefandezze, i suoi 'Credo', la propria incoscienza, e perchè no cattiveria. Ma per fortuna al mondo non siamo tutti uguali, esistono persone che vedono oltre, guardano alla vita nella sua semplicità e verità più profonda, uomini che 'fanno' la Storia. Il film è un tuffo nell'America anni '60, dove non contava chì eri, ma di che colore era la tua pelle. Non vi era all'epoca la sola discriminazione per i neri, ma per qualunque uomo non corrispondesse al modello Yankee, bianco, puritano, oserei dire 'ariano'. E tutti sappiamo quanto questa mentalità priva di ogni fondamento, ed in netto contrasto con i principi di ogni credo o giustizia sia deprecabile, contro i diritti di ogni essere vivente. E ciò che è più grave, è il fatto che mezzo secolo dopo, cioè oggi, sono mutati solo i contesti, ma è rimasta inalterata l'ostilità cieca dell'uomo, poco abbiamo imparato dai nostri errori. Ed è triste tutto ciò. Un grande film per un altrettanto grandissimo Denzel Washington, che riesce ad oltrepassare i limiti fisici dello schermo. Osservando gli incassi viene da chiedersi quanto in questa società vi sia di buono, forse poco e niente, ma è per quella minoranza che val la pena vivere la vita.
Per Rubin 'Hurricane' Carter, un tuo fratello per sempre.
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inghe
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venerdì 29 giugno 2001
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un capolavoro!!!!!
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Il film più bello che abbia mai visto,
una storia (vera) bellissima interpretata con grande professionalità da Danzel Washington.
Da vedere assolutamente.
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rocky
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lunedì 1 agosto 2005
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grande film
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Grandissimo Denzel Washington in questo film che racconta la vita del pugile americano Rubin "Hurricane" Carter, ingiustamente accusato di omicidio e condannato ad una lunghissima pena, proprio all'apice della propria carriera. Tre studenti canadesi con il loro amico di colore "adottato", si appassionano alla vicenda di Hurricane e fanno motivo della loro esistenza dimostrare la (vera) innocenza del campione-amico. Tra speranze e delusioni, sofferenza e compassione, rabbia e amore, la verità alla fine trionfa. La bellezza del film, con la sua trama avvincente, la sofferenza ingiusta che difficilmente non inchioda il pubblico alla sedia, sta nei sentimenti di amicizia e fratellanza che emergono prepotentemente per affermarsi fragorosamente.
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Grandissimo Denzel Washington in questo film che racconta la vita del pugile americano Rubin "Hurricane" Carter, ingiustamente accusato di omicidio e condannato ad una lunghissima pena, proprio all'apice della propria carriera. Tre studenti canadesi con il loro amico di colore "adottato", si appassionano alla vicenda di Hurricane e fanno motivo della loro esistenza dimostrare la (vera) innocenza del campione-amico. Tra speranze e delusioni, sofferenza e compassione, rabbia e amore, la verità alla fine trionfa. La bellezza del film, con la sua trama avvincente, la sofferenza ingiusta che difficilmente non inchioda il pubblico alla sedia, sta nei sentimenti di amicizia e fratellanza che emergono prepotentemente per affermarsi fragorosamente. Oltre l'ingiustizia. Così avrebbe anche potuto intitolarsi questo film: oltre l'ingiustizia che schianta un innocente, travolge una vita, spezza legami e affetti. Oltre l'ingiustizia stà la volonta di lottare, di capovolgere una trama, spezzare una sofferenza. Oltre l'ingiustizia perchè da essa e per essa si affermi la fratellanza, l'amore, l'amicizia e ne scaturisca infine la verità. Oltre l'ingiustizia perchè è vero che siamo angeli con un'ala soltanto e possiamo volare solo restando abbracciati.
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lele76
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giovedì 30 dicembre 2010
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un denzel da oscar
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la storia vera di una discriminazione razziale riportata in vita da una grande interpretazione di uno straordinario attore, e dalla regia di Norman Jewison, noto per il premio oscar con l’ispettore Tibbs.
Violenze razziali e complotti razzisti per mettere a tacere una verità sepolta da false testimonianze, e intrighi politici. L’abuso di potere portato all’apice da una vendetta, che logora un capo di polizia, convinto che chi nasce nel ghetto in situazioni disagiate, debba per forza di cose cadere nella disonestà, nella malvivenza, e per questo cercare in loro sempre un capro espiatorio ed essere punito senza mezzi termini….
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la storia vera di una discriminazione razziale riportata in vita da una grande interpretazione di uno straordinario attore, e dalla regia di Norman Jewison, noto per il premio oscar con l’ispettore Tibbs.
Violenze razziali e complotti razzisti per mettere a tacere una verità sepolta da false testimonianze, e intrighi politici. L’abuso di potere portato all’apice da una vendetta, che logora un capo di polizia, convinto che chi nasce nel ghetto in situazioni disagiate, debba per forza di cose cadere nella disonestà, nella malvivenza, e per questo cercare in loro sempre un capro espiatorio ed essere punito senza mezzi termini…. Ritrovarsi in carcere dove la legge non è legge; la realtà sfiora il surreale ed il rispetto per la dignità di un uomo viene calpestata per mano dell’incapacità di gestire una razionalità che distingue l’uomo stesso dall’animale… , e dove solo con la forza e la convinzione dell’innocenza si può superare l’annientamento fisico e psicologico di un uomo…. Il tutto sorretto da una colonna sonora finale che segnò in quegli anni un movimento creato da Bob Dylan per sostenere la sua battaglia legale. Splendido film da premiare con un oscar “mancato” per un attore da sempre sulla scena hollywoodiana; accontentato due anni dopo per un film che a mio avviso non rientra lontanamente nelle vere magiche interpretazioni dell’attore…
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great steven
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domenica 26 agosto 2012
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pugilato, sofferenza e lotta per i diritti legali
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HURRICANE – IL GRIDO DELL’INNOCENZA (USA/GB, 1999)
Diretto da NORMAN JEWISON.
Interpretato da DENZEL WASHINGTON, VICELLOUS REON SHANNON, DAN HEDAYA, LIEV SCHREIBER, DEBORAH KARA UNGER, JOHN HANNAH, CLANCY BROWN, DEBBI MORGAN, DAVID PAYMER, HARRIS YULIN e ROD STEIGER.
§ L'afroamericano Rubin Carter, nato in Kansas nel 1937, divenne ben presto una grande promessa dei pesi medi, dopo una vita travagliata segnata da 7 anni di riformatorio e uno e mezzo di riformatorio, ma proprio alla vigilia dell’incontro che gli sarebbe valso il titolo mondiale in caso di vittoria venne arrestato perché sospettato di omicidio plurimo.
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HURRICANE – IL GRIDO DELL’INNOCENZA (USA/GB, 1999)
Diretto da NORMAN JEWISON.
Interpretato da DENZEL WASHINGTON, VICELLOUS REON SHANNON, DAN HEDAYA, LIEV SCHREIBER, DEBORAH KARA UNGER, JOHN HANNAH, CLANCY BROWN, DEBBI MORGAN, DAVID PAYMER, HARRIS YULIN e ROD STEIGER.
§ L'afroamericano Rubin Carter, nato in Kansas nel 1937, divenne ben presto una grande promessa dei pesi medi, dopo una vita travagliata segnata da 7 anni di riformatorio e uno e mezzo di riformatorio, ma proprio alla vigilia dell’incontro che gli sarebbe valso il titolo mondiale in caso di vittoria venne arrestato perché sospettato di omicidio plurimo. Incriminato da schiaccianti testimonianze insieme a un amico e senza nessuno pronto a difenderlo, fu condannato all’ergastolo nel 1967. Dopo un ulteriore processo nel 1976 che altro non fece che attribuirgli un'ulteriore condanna, fu aiutato a partire dal 1985 da un ragazzo nero (nelle cui mani era capitata la sua autobiografia, scritta dietro le sbarre) e tre canadesi bianchi che si interessarono al suo caso e riuscirono, tre anni dopo, a scarcerarlo grazie ad un appello fortunato alla Corte Federale del New Jersey. Il tre volte candidato all’Oscar Jewison (1926), regista e produttore di pensiero liberal-democratico che non ha mai mancato di imbucare le sue idee nei suoi film, mette in piedi un’ottima biografia romanzata quanto basta che schiaccia il pedale dell’ingiustizia razziale, nella quale la minoranza svantaggiata proprio dai detentori del potere finisce per paragonare l’uomo all’animale, che viene di conseguenza condannato a sofferenze che lo segneranno per sempre. Hurricane uscirà dal carcere, anche per merito di Lesra e dei suoi coinquilini che gli hanno dato una mano significativa, ma dopo più di 20 anni di pene indicibili che quasi sicuramente non dimenticherà. La canzone omonima di Bob Dylan, composta nel 1975, sottolinea con accento sofferto e accusatorio la vicenda di questo uomo, capace di «atterrare un uomo con un pugno», ma costretto a vivere in un posto «dove la giustizia è un gioco». L'alta recitazione di Washington gli è valsa l’Orso d’argento a Berlino e il Golden Globe 2000, ma molta gente (compresi i realizzatori del film) avrebbero vederlo trionfare alla cerimonia degli Academy Awards (che comunque conquisterà due anni dopo). Tracce di giallo miste a sequenze tipiche del cinema noir talvolta stuccano, ma la storia scorre sempre con un ritmo piacevole e mai lento. Nel cast, seguono Washington in termini di bravura recitativa Hedaya nel ruolo di uno spudorato detective razzista e il capo delle guardie carcerarie dagli incisivi lineamenti di C. Brown, diviso fra rispetto e risentimento per il protagonista. Bravi anche Shannon, il ragazzo nero dal cuore d'oro, e i tre investigatori canadesi, senza nulla togliere alla moglie di Rubin, sempre innamorata del controverso marito e convinta della sua innocenza. Come sempre, il montaggio viene in soccorso nelle riprese delle scene di pugilato (girate in bianco e nero), affinandole.
Biografico; giudizio personale: 7½ (più che discreto)
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filippo catani
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martedì 3 dicembre 2013
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lottare contro le ingiustizie
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Nel 1966 un giovane campione afroamericano di boxe viene ingiustamente accusato di omicidio insieme ad un altro ragazzo. Dovrà attendere 19 anni in carcere prima di ottenere giustizia grazie all'interessamento di alcuni canadesi al caso. Da una storia vera.
La vera storia di Rubin Carter che passò metà della propria vita tra riformatorio e prigione perseguitato da un detective razzista e senza scrupoli. Una storia terribile che ci scaraventa negli USA razzisti che sarebbero stati sconvolti dall'avvento di Malcolm X e Luther King. Un'America ingiusta che non si faceva scrupoli a condannare uomini di colore sulla base di processi farsa e con l'ausilio di una giuria composta da soli bianchi.
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Nel 1966 un giovane campione afroamericano di boxe viene ingiustamente accusato di omicidio insieme ad un altro ragazzo. Dovrà attendere 19 anni in carcere prima di ottenere giustizia grazie all'interessamento di alcuni canadesi al caso. Da una storia vera.
La vera storia di Rubin Carter che passò metà della propria vita tra riformatorio e prigione perseguitato da un detective razzista e senza scrupoli. Una storia terribile che ci scaraventa negli USA razzisti che sarebbero stati sconvolti dall'avvento di Malcolm X e Luther King. Un'America ingiusta che non si faceva scrupoli a condannare uomini di colore sulla base di processi farsa e con l'ausilio di una giuria composta da soli bianchi. In questo inferno precipitò Carter che si vide derubato non solo di una fulgida carriera da pugile ma anche e soprattutto della propria vita. Ormai sonsumato dall'odio otterrà un aiuto inseperato grazie a un giovane ragazzo di colore che leggerà il suo libro e a cui tre giovani canadesi hanno dato la possibilità di studiare. Non vale nemmeno ricordare che le vicende sono state anche messe in musica da Bob Dylan. Il film è retto splendidamente dalla bravura di Washinghton che vinse a Berlino e il Goldeb Globe ma non ottenne L'Oscar che tardivamente ottenne in seguito per Training Day (bel film ma non da Oscar). Un ottimo film del filone della denuncia civile.
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elgatoloco
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mercoledì 8 marzo 2017
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true story, ben realizzata
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Una considerazione preliminare, anzi due:A)film del 1999 di Norman Jewison, "Hurricane"dimostra, ancora negli anni 1990(fine, per meglio dire)di approfondire tematiche civili, partendo da una famosa"true story", non dalla fiction, che sasrebbe sempre e comunque opinabile; B)E B si lega strettamente ad A: la canzone(ballata di respiro epico, meglio)di Bob Dylan non viene affatto elusa o semplicemente citata"per intervalla"(si fa per dire)ma al contrario assunta quale inno, diremmo, di un film. Importanti i riferimenti in merito, la presenza dello stesso Dylan in una sequenza-chiave delle manifestazioni a favore del povero Rubin. Jewison, autore cinematografico "seccamente"(ossia convintamente)capace di fare cinema, alternando sequenze diverse ma nell'ambito di una capacità narrativa comune convincente, unitaria, dove la frammentazione, quando è presente, veicola comunque tale convinzione unitaria, riesce efficacamente a narrare una storia che va dagli anni Sessanta agli Ottanta(dunque, con i ritmi della dromologia già dominanti durante il passaggio di secolo/millennio, una vicenda decisamente"passata", passé, appartenente ad un "altro tempo"), traendone informazioni utili anche per il"dopo", pur senza velleità"profetiche"(nel 1999 era presidente USA ancora Clinton, molto prima dell'avvento di Obama-di mezzo ci sarebbe stato Bush junior-presidente durante il secondo mandato del quale sarebbero riesplosi, paradossalmente, nuovi conflitti razziali).
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Una considerazione preliminare, anzi due:A)film del 1999 di Norman Jewison, "Hurricane"dimostra, ancora negli anni 1990(fine, per meglio dire)di approfondire tematiche civili, partendo da una famosa"true story", non dalla fiction, che sasrebbe sempre e comunque opinabile; B)E B si lega strettamente ad A: la canzone(ballata di respiro epico, meglio)di Bob Dylan non viene affatto elusa o semplicemente citata"per intervalla"(si fa per dire)ma al contrario assunta quale inno, diremmo, di un film. Importanti i riferimenti in merito, la presenza dello stesso Dylan in una sequenza-chiave delle manifestazioni a favore del povero Rubin. Jewison, autore cinematografico "seccamente"(ossia convintamente)capace di fare cinema, alternando sequenze diverse ma nell'ambito di una capacità narrativa comune convincente, unitaria, dove la frammentazione, quando è presente, veicola comunque tale convinzione unitaria, riesce efficacamente a narrare una storia che va dagli anni Sessanta agli Ottanta(dunque, con i ritmi della dromologia già dominanti durante il passaggio di secolo/millennio, una vicenda decisamente"passata", passé, appartenente ad un "altro tempo"), traendone informazioni utili anche per il"dopo", pur senza velleità"profetiche"(nel 1999 era presidente USA ancora Clinton, molto prima dell'avvento di Obama-di mezzo ci sarebbe stato Bush junior-presidente durante il secondo mandato del quale sarebbero riesplosi, paradossalmente, nuovi conflitti razziali). Ottima la prova di Denzel Washington, allora non ancora famosissimo, mentre nella parte conclusiva del film nel ruolo del giudice federale si apprezza uno straordinario Rod Steiger, in una delle sue ultime interpretazioni, dove lo stesso Steiger era stato il poliziotto razzista-antagonista dell'ispettore Tibbs-SIdney Poitier-nel primo film della serie dedicato a questo ispettore... El Gato
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