paolo ciarpaglini
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venerdì 9 febbraio 2007
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parole..
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Che dire, se non il rimanere di sasso, davanti a critici che in quattro e quattr'otto, 'liquidano' un film così?. Io mi chiedo, come? una persona che abbia un minimo di sentimento, possa 'vomitare' la frase "Kostner, ci riprova con la bottiglia". Gli incassi parlano chiaro, la gente in generale, ha smesso di sognare, di amare forse, di sperare. Tutto stà andando verso l'appiattimento, in una società che non lascia spazio all'animo umano. Nel primo weekend i buoni incassi, sono dovuti certamente ad un pubblico diciamo 'maturo', e dai nomi degli interpreti. Ciò che amareggia è il 'poi'. Praticamente un flop. Ecco, quì siamo di fronte alla faccia del mondo che più deprime, e lascia a bocca aperta, quella che più detesto.
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Che dire, se non il rimanere di sasso, davanti a critici che in quattro e quattr'otto, 'liquidano' un film così?. Io mi chiedo, come? una persona che abbia un minimo di sentimento, possa 'vomitare' la frase "Kostner, ci riprova con la bottiglia". Gli incassi parlano chiaro, la gente in generale, ha smesso di sognare, di amare forse, di sperare. Tutto stà andando verso l'appiattimento, in una società che non lascia spazio all'animo umano. Nel primo weekend i buoni incassi, sono dovuti certamente ad un pubblico diciamo 'maturo', e dai nomi degli interpreti. Ciò che amareggia è il 'poi'. Praticamente un flop. Ecco, quì siamo di fronte alla faccia del mondo che più deprime, e lascia a bocca aperta, quella che più detesto. Il film è in realtà, la riproposizione sul grande schermo della più profonda, minuziosa, riuscita analisi, di 'cosa' può accaderci, quando perdiamo una persona amata. Ho visto migliaia di film, ma nessuno come questo, riesce a descrivere in ogni sua piega, e particolare il dramma, la bellezza ed ancora l'abisso della vita. Un uomo che non riesce a 'dimenticare', neppure davanti alla consapevolezza di trovarsi di fronte ad una seconda scance. Che difficilmente la vita offre. Tre giganti; Kevin Costner, Robin Wright Penn ed un Paul Newman che serba ancora 'classe' da vendere. A ben vedere, è proprio lui il motore trainante che infine 'salva' Garrett dall'errore più grande che sta per compiere, " Ricorda, che di giacche come queste, se ne vedono poche oggi". Lui da la forza a suo figlio, lo squote, da un torpore che non ha più senso di esistere. Pochi sono i film di tale intensità emotiva, sfornati dalla fucina di Hollywood negli ultimi trent'anni. I ponti di Madison County, è forse l'unico che può essere affiancatogli. Se amate le emozioni che l'animo sa dare, ed accettate la vita che a volte è crudele oltre l'inverosimile, questo è un film imperdibile. La trama è semplice ma profondissima: Garrett (Costner), vive in Virginia in un villaggio di pescatori, Newman è suo padre. Teresa (Robin W. P.), è una donna di successo potremmo dire, abita a Chicago e lavora per un giornale. Un giorno, mentre è in vacanza e stà facendo del footing su una spiaggia, ritrova sul bagnoasciuga una bottiglia seminsabbiata. La apre, dentro c'è un dattiloscritto. Sono le parole che Garrett ha affidato al mare. Parole di un amore struggente, per la moglie persa due anni prima. Teresa è quasi sconvolta dalla intensità di quelle frasi, inizia ad 'amare' Garrett ancor prima di incontrarlo. Il capo redazione, pubblica la lettera all'insaputa di Teresa che si infuria. Ma il fatto innesca una reazione a catena. Iniziano a giungere alla redazione centinaia di lettere, donne che come lei, sono rimaste affascinate dalle parole di Garrett. Dopo una breve ricerca, Teresa riesce a risalire al 'mittente'. Riluttante il suo capo, le concede comunque di occuparsi del 'caso'. Garrett è all'oscuro di tutto, e Teresa quando lo incontra non trova il coraggio di raccontare i fatti. Se ne innamora, e teme di perderlo. Un uomo ancora chiuso nei ricordi, nel dolore, nelle abitudini che non vuol abbandonare. Garrett, non riesce a 'voltare pagina'. Ma l'amore frà lui e Teresa è inevitabile, profondo e muterà la sua visione delle cose. In questo passo, difficilissimo per lui, suo padre è determinante. Riesce ad aprirgli gli occhi, lo aiuta a comprendere che è ingiusto non amare più. Il finale è drammatico, ma rende il film ancor più indimenticabile. Un Monumento all'amore.
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paolo ciarpaglini
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Che dire, se non il rimanere di sasso, davanti a critici che in quattro e quattr'otto, 'liquidano' un film così?. Io mi chiedo, come? una persona che abbia un minimo di sentimento, possa 'vomitare' la frase "Kostner, ci riprova con la bottiglia". Gli incassi parlano chiaro, la gente in generale, ha smesso di sognare, di amare forse, di sperare. Tutto stà andando verso l'appiattimento, in una società che non lascia spazio all'animo umano. Nel primo weekend i buoni incassi, sono dovuti certamente ad un pubblico diciamo 'maturo', e dai nomi degli interpreti. Ciò che amareggia è il 'poi'. Praticamente un flop. Ecco, quì siamo di fronte alla faccia del mondo che più deprime, e lascia a bocca aperta, quella che più detesto. Il film è in realtà, la riproposizione sul grande schermo della più profonda, minuziosa, riuscita analisi, di 'cosa' può accaderci, quando perdiamo una persona amata. Ho visto migliaia di film, ma nessuno come questo, riesce a descrivere in ogni sua piega, e particolare il dramma, la bellezza ed ancora l'abisso della vita. Un uomo che non riesce a 'dimenticare', neppure davanti alla consapevolezza di trovarsi di fronte ad una seconda scance. Che difficilmente la vita offre. Tre giganti; Kevin Costner, Robin Wright Penn ed un Paul Newman che serba ancora 'classe' da vendere. A ben vedere, è proprio lui il motore trainante che infine 'salva' Garrett dall'errore più grande che sta per compiere, " Ricorda, che di giacche come queste, se ne vedono poche oggi". Lui da la forza a suo figlio, lo squote, da un torpore che non ha più senso di esistere. Pochi sono i film di tale intensità emotiva, sfornati dalla fucina di Hollywood negli ultimi trent'anni. I ponti di Madison County, è forse l'unico che può essere affiancatogli. Se amate le emozioni che l'animo sa dare, ed accettate la vita che a volte è crudele oltre l'inverosimile, questo è un film imperdibile. La trama è semplice ma profondissima: Garrett (Costner), vive in Virginia in un villaggio di pescatori, Newman è suo padre. Teresa (Robin W. P.), è una donna di successo potremmo dire, abita a Chicago e lavora per un giornale. Un giorno, mentre è in vacanza e stà facendo del footing su una spiaggia, ritrova sul bagnoasciuga una bottiglia seminsabbiata. La apre, dentro c'è un dattiloscritto. Sono le parole che Garrett ha affidato al mare. Parole di un amore struggente, per la moglie persa due anni prima. Teresa è quasi sconvolta dalla intensità di quelle frasi, inizia ad 'amare' Garrett ancor prima di incontrarlo. Il capo redazione, pubblica la lettera all'insaputa di Teresa che si infuria. Ma il fatto innesca una reazione a catena. Iniziano a giungere alla redazione centinaia di lettere, donne che come lei, sono rimaste affascinate dalle parole di Garrett. Dopo una breve ricerca, Teresa riesce a risalire al 'mittente'. Riluttante il suo capo, le concede comunque di occuparsi del 'caso'. Garrett è all'oscuro di tutto, e Teresa quando lo incontra non trova il coraggio di raccontare i fatti. Se ne innamora, e teme di perderlo. Un uomo ancora chiuso nei ricordi, nel dolore, nelle abitudini che non vuol abbandonare. Garrett, non riesce a 'voltare pagina'. Ma l'amore frà lui e Teresa è inevitabile, profondo e muterà la sua visione delle cose. In questo passo, difficilissimo per lui, suo padre è determinante. Riesce ad aprirgli gli occhi, lo aiuta a comprendere che è ingiusto non amare più. Il finale è drammatico, ma rende il film ancor più indimenticabile. Un Monumento all'amore.
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weach
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lunedì 13 settembre 2010
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"sei tu la cosa migliore di di questa giornata"
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Ragazzi impariamo "a godere dei tempi calmi",la vita non si consuma tutto di un fiato ,ha bisogno di espandersi con i suoi cicli.
Questa premessa è la base per capire questo "le parole che non ti ho detto" ;non dobbiamo avere frenesie , la tristezza ,i ricordi , la nostalgia tuttte queste forze devono completare il loro lento movimento ...poi nuove energie prenderanno il loro posto in questo mondo e "una nuovo uno "sarà possibile ,allora l'amore si espanderà donando pace..per un poco fin quando il continuum dell' evoluzione universale non invertirà la sua polarità( fine di un ciclo di vita).
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Ragazzi impariamo "a godere dei tempi calmi",la vita non si consuma tutto di un fiato ,ha bisogno di espandersi con i suoi cicli.
Questa premessa è la base per capire questo "le parole che non ti ho detto" ;non dobbiamo avere frenesie , la tristezza ,i ricordi , la nostalgia tuttte queste forze devono completare il loro lento movimento ...poi nuove energie prenderanno il loro posto in questo mondo e "una nuovo uno "sarà possibile ,allora l'amore si espanderà donando pace..per un poco fin quando il continuum dell' evoluzione universale non invertirà la sua polarità( fine di un ciclo di vita).
Il regista Luis Mandoki azzecca i tempi e la malinconia , la paura di espandersi nuovamente occupano grande spazio della trama, giustamente.
Splendida la recitazione del grande Paul Newman .
Poi le risonanze di energie che furono richiameranno il passato uno (amore che fu) verso un nuovo abbraccio oltre questa dimensione..chiudendo spazi presenti.
Un film intimista ,riflessivo, per capire la complessità di tutto, la difficoltà di trovare un equilibrio , che come tale .è sempre instabile , per non essere sempre troppo leggeri.
Sentimenti fragili ,per apprendere, sono qui.
voto 8
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