natasha rostova
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mercoledì 22 aprile 2009
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il talento di mr. destino
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Ieri sera ho visto il film per la seconda volta. La prima non conta, dato che ero abbastanza piccola. Forse accecata da quello che per me è l'uomo più affascinante della terra, Jude Law, forse colpita in prima persona da certe tematiche sui demoni interiori, dico che il film è bellissimo. Lunga la prima parte (ante omicidio), ma necessaria per svolgere bene tutte le sfaccettature dei complessi personaggi, ed esplorarne un pò il quotidiano, i microtempi; incalzante la seconda parte, della quale non si riesce mai a vedere la conclusione. Nel complesso un ritmo corretto, pronto a dilatarsi/contrarsi in base alle circostanze, come dev'essere in un film in cui alle volte prevale l'intreccio, alle volte l'analisi interiore, alle volte la fotografia.
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Ieri sera ho visto il film per la seconda volta. La prima non conta, dato che ero abbastanza piccola. Forse accecata da quello che per me è l'uomo più affascinante della terra, Jude Law, forse colpita in prima persona da certe tematiche sui demoni interiori, dico che il film è bellissimo. Lunga la prima parte (ante omicidio), ma necessaria per svolgere bene tutte le sfaccettature dei complessi personaggi, ed esplorarne un pò il quotidiano, i microtempi; incalzante la seconda parte, della quale non si riesce mai a vedere la conclusione. Nel complesso un ritmo corretto, pronto a dilatarsi/contrarsi in base alle circostanze, come dev'essere in un film in cui alle volte prevale l'intreccio, alle volte l'analisi interiore, alle volte la fotografia. Tre elementi ampiamente presenti, ben trattati, originali. Impressione finale: angoscia con corredo di morsa stomacale. Forse amarezza per il non disvelamento delle più nere verità del protagonista. Dostoevskij mi aveva abituato al fatto che quando qualcuno uccide, prima o poi viene scoperto. Non è un discorso di contrappasso, ma di amor del vero. E forse anche di pietà per l'immensamente solo Tom Ripley. E' vero che la fuoriuscita del reale corso degli eventi lo avrebbe consegnato alla legge, ma è anche vero che quel ragazzo che si sbircia, negli ultimi istanti, nella cabina della nave, con sguardo totalmente privo di speranza e con accanto un uomo ucciso per la sua compassione audace, fa una tristezza enorme. La tristezza di una solitudine incurabile, nè cercata nè scansata, così come il castigo stesso, sempre per parlare in termini dostoevskiani. La tristezza di una vita totalmente distrutta da un caso maligno, da quel troppo stridulo "Dickie-Dickie-Dickieee", da quella barca in mezzo al mare senza vie di fuga, da un amore proibito ancora da accertare. A proposito di Dickie, mi vien da redimerlo da ogni colpa. Troppo sensibile per essere accusato del tutto della vuotezza della sua esistenza. In fin dei conti una persona "così tenera", come dice Marge, senza alcun pietismo. In ultima istanza, "The talented Mr. Ripley" è un film composito, che potrebbe benissimo essere sfaldato in più sottofilm. Uno intero dedicato a ciascuno dei tre protagonisti, un altro al binomio eccellente dialoghi-musica, un altro al giallo, un altro al pomeriggio in barca, a quelle ore fatali immerse in un mare d'oro, non abbastanza rumoroso da coprire lo scalpitare dei "demoni".
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(di franza)
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emmanuele
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mercoledì 14 novembre 2007
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la stanza segreta di mr. ripley, rimane buia...
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Un vero thriller, senza giri di parole, senza i soliti sospetti, che ti lasciano incerto fino alla fine.
Si, perchè noi, scopriamo subito qual’è il talento di mr. Ripley, la sua dote di saper mentire, di immedesimarsi in qualunque persona; noi, sappiamo subito che è lui l’assassino.
Eppure non ti lascia un attimo di tregua, e la suspance va in crescendo, quando in ogni momento credi che sia finita.
La stanza segreta di Tom Ripley, rimane buia, e la sua chiave nascosta…
Aiutato dal romanzo di Patricia Highsmith sul quale si basa, Anthony Minghella sceglie egregiamente, dalle musiche ad il cast, un perfetto Matt Damon, ed un ottimo Jude Law, accompagnati dalle bellissime Paltrow e Blanchett che sembrano attrici dell’epoca.
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Un vero thriller, senza giri di parole, senza i soliti sospetti, che ti lasciano incerto fino alla fine.
Si, perchè noi, scopriamo subito qual’è il talento di mr. Ripley, la sua dote di saper mentire, di immedesimarsi in qualunque persona; noi, sappiamo subito che è lui l’assassino.
Eppure non ti lascia un attimo di tregua, e la suspance va in crescendo, quando in ogni momento credi che sia finita.
La stanza segreta di Tom Ripley, rimane buia, e la sua chiave nascosta…
Aiutato dal romanzo di Patricia Highsmith sul quale si basa, Anthony Minghella sceglie egregiamente, dalle musiche ad il cast, un perfetto Matt Damon, ed un ottimo Jude Law, accompagnati dalle bellissime Paltrow e Blanchett che sembrano attrici dell’epoca.
Non sbaglia neanche sulla scelta del cast Italiano, assai più difficile. Non smentendo le sue origini italiane.
Usa 1999.
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gatto silvestro
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domenica 11 novembre 2007
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commento a ishtar : non è solo un film gay...ma r
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ma Ripley non è solo un "nulla"(come potrebbe aspirare alla perfezione?)Mostra invece grande sensibilità,amore per l'arte e la cultura;notevoli talenti inespressi,ma soprattutto un'intima sofferenza che nasce dall'amore negato,soprattutto nella figura del padre,e nel fratello desiderato e mai avuto, identificato in Dickie.In una società dove anche gli elementi di identificazione culturale non possono
prescindere dagli strumenti di identificazione sociale(Ripley è costretto a farsi prestare una giacca
di un college per suonare il pianoforte in un ambiente esclusivo newyorkese-e solo grazie a questo elemento di riconoscimento può entrare in contatto con il padre di Dickie),egli non può valorizzare il suo talento e suona di nascosto il pianoforte al teatro dell'Opera,dove è costretto ad arrotondare i compensi di accordatore,con le mancie ricevute nel bagno del teatro.
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ma Ripley non è solo un "nulla"(come potrebbe aspirare alla perfezione?)Mostra invece grande sensibilità,amore per l'arte e la cultura;notevoli talenti inespressi,ma soprattutto un'intima sofferenza che nasce dall'amore negato,soprattutto nella figura del padre,e nel fratello desiderato e mai avuto, identificato in Dickie.In una società dove anche gli elementi di identificazione culturale non possono
prescindere dagli strumenti di identificazione sociale(Ripley è costretto a farsi prestare una giacca
di un college per suonare il pianoforte in un ambiente esclusivo newyorkese-e solo grazie a questo elemento di riconoscimento può entrare in contatto con il padre di Dickie),egli non può valorizzare il suo talento e suona di nascosto il pianoforte al teatro dell'Opera,dove è costretto ad arrotondare i compensi di accordatore,con le mancie ricevute nel bagno del teatro.Quando ha modo di visitare Roma mostra tutto l'entusiasmo,quasi infantile,per l'arte,la cultura,i monumenti.Di fronte al Foro romano emerge tuttavia la sua solitudine esistenziale:non poter condividere il suo sentimento di bellezza con Dickie.
E' questo il nulla?
Cosa dire allora dell'amico di Dickie?Superficialità,
mancanza di rispetto,esplicitata anche attraverso un uso strumentalmente esclusivistico del denaro(non accetta che vada con loro a Cortina),indifferenza e disprezzo per l'arte e la cultura -disprezza la casa veneziana di Ripley,quasi "violenta" il pianoforte,non apprezza le opere d'arte,con atteggiamento di negazione e supponenza proprio dell'ignoranza e della superficialità.
Non dunque semplicemente il nulla per Mr. Ripley, ma
il grido di un disagio esistenziale, che trova una
risposta inadeguata -psicopatica- alle urgenze dei propri talenti inespressi,ad un'affettività che non può essere ulteriormente negata,ad una società che lo respinge. Dunque l'Io debole (anche per amore negato)trasforma il proprio sentimento di inadeguatezza,che nasce dal senso di colpa del bambino non degno di essere amato,in sentimento narcisistico,che altera il senso della realtà,non tiene conto degli altri,tutto elabora ai propri fini.Sino a trasformare la propria azione in reiterato criminoso.L'associato - intimo, profondo senso di inferiorità- omosessualità talora velata o inespressa- è un classico della psichiatria.
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weach
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sabato 25 dicembre 2010
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un uomo allo specchio degli altri
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Trasposizione cinematografica di un giallo della scrittrice Patricia Highsmith, è notevole rappresentazione per la sua complessità.
E’ un giallo introspettivo dove la complessa rappresentazione dell’essere assurge a protagonista: si può essere ciò che si è ma anche ciò che si desidera divenire .
Questa è la storia di Tom Ripley,”un uomo allo specchio degli altri”;una personalità complessa, con dei problemi mentali , insicurezze, desideri ,una non celata omosessualità,che si appropria dei desideri altrui, di aspetti estetici , della vita di altri con cinismo, determinazione , opportunismo ,freddezza , con una capacità di uccidere naturale , innata, che esplode quando i suoi piani diabolici
vengono messi a rischio.
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Trasposizione cinematografica di un giallo della scrittrice Patricia Highsmith, è notevole rappresentazione per la sua complessità.
E’ un giallo introspettivo dove la complessa rappresentazione dell’essere assurge a protagonista: si può essere ciò che si è ma anche ciò che si desidera divenire .
Questa è la storia di Tom Ripley,”un uomo allo specchio degli altri”;una personalità complessa, con dei problemi mentali , insicurezze, desideri ,una non celata omosessualità,che si appropria dei desideri altrui, di aspetti estetici , della vita di altri con cinismo, determinazione , opportunismo ,freddezza , con una capacità di uccidere naturale , innata, che esplode quando i suoi piani diabolici
vengono messi a rischio.
Un Matt Demon, dal viso pulito,impersona,con grande identificazione,la figura del protagonista Tom.
È storia di un Italia vista dall’esterno,cioè dal punto di vista di un americano, che qualche volta ci infastidisce per certe”nostre mancanze“ messe a nudo brutalmente dal regista .
Gli aspetti estetici del film si mescolano alla violenza in un valzer indissolubile dove il sole caldo italiano apparentemente occulta il dramma delle follia omicida che è in scena .
Il regista italo irlandese,inconsapevolmente ,palesa tutto il suo amore odio per l’Italia , per una parte delle sue radici.
Pregevole è la caratterizzazione dei personaggi chiave interpretati mirabilmente da Jude Law, Gwyneth Paltrow e Cate Blanchett
Weach illuminati
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dandy
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martedì 22 marzo 2011
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tu vo fa' l'arrivista,ma sinnato un assassì....
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Versione sostanzialmente fedele del romanzo omonimo di Patricia Highsmith,che era già stato all'origine di "Delitto in pieno sole".Il regista,anche sceneggiatore,accentua l'attrazione omosessuale da aggiungere all'invidia di classe che divide Tom da Dickey.Ma non riesce a rendere il senso di inadeguatezza e inferiorità pscicologica(nonchè economica)che sono alla base del comportamento di Tom.L'Italia del '57 è ricostruita con grande impegno(Mongibello è stata ricreata a Ischia,con scorci di Procida),ma le sviste non mancano(i libri Adelphi,i dischi di Miles Davis e Coltrane,tutti successivi).Inoltre,non c'è mai vera tensione nè per il susseguirsi dei piani orditi da Tom,nè per gli omicidi che commette.
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Versione sostanzialmente fedele del romanzo omonimo di Patricia Highsmith,che era già stato all'origine di "Delitto in pieno sole".Il regista,anche sceneggiatore,accentua l'attrazione omosessuale da aggiungere all'invidia di classe che divide Tom da Dickey.Ma non riesce a rendere il senso di inadeguatezza e inferiorità pscicologica(nonchè economica)che sono alla base del comportamento di Tom.L'Italia del '57 è ricostruita con grande impegno(Mongibello è stata ricreata a Ischia,con scorci di Procida),ma le sviste non mancano(i libri Adelphi,i dischi di Miles Davis e Coltrane,tutti successivi).Inoltre,non c'è mai vera tensione nè per il susseguirsi dei piani orditi da Tom,nè per gli omicidi che commette.Senza nulla togliere alla professionalità di Minghella e al cast,e non solo i protagonisti.Per noi può essere motivo d'interesse e piacere vedere in piccole parti Stefania Rocca,Sergio Rubini,Ivano Marescotti,e i fratelli Fiorello.Encomniabile il fatto che Rosario Fiorello(che interpreta Fausto)non abbia tentato in seguito di approfittarsi di questa sua partecipazione per andare a far fortuna in America,come invece hanno fatto molti suoi cosiddetti colleghi(e non solo comici).Grotteschi gli effetti sortiti dal doppiaggio:Damon parla italiano per tutto il film,ma ai carabinieri e al colonnello Verrecchia(Marescotti)si rivolge in inglese coi sottotitoli.La Highsmith scriverà altri quattro romanzi su Ripley.Da "L'amico americano",Wim Wenders ha tratto il film omonimo del'77,e Liliana Cavani"Il gioco di Ripley"nel 2002.
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giomo891
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sabato 17 settembre 2022
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da un grande giallo un grande film giomo891
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Il Talento di Mr.Ripley.
Il grande Minghella di Il paziente inglese si misura con un soggetto memorabile, tratto da un romanzo di Patricia Highsmith. A lei si deve, nell'ambito della stessa saga, "il grande L'amico americano" di Wenders. Matt Damon è Ripley, un eroe negativo, si direbbe, un ladro d'identità, ma la definizione non è completa. In realtà il regista e Damon non ce lo fanno apparire così negativo...a parte il fatto di essere un omicida. Il personaggio di Ripley ha molti "riflessi" (è il termine più calzante) di una psicologia complessa...molti critici non lo hanno evidenziato, non solo ruba l'identità dell'amico (lui si molto negativo, nella sua bellezza: ottimamente scelto in Jude Law) ma, come dice il titolo è talmente bravo in questo da renderlo migliore: Ripley è intelligente quanto superficiale è Dickie (Jude), lui è sensibile quanto indifferente è Dickie, lui suona divinamente quanto scadente è Dickie.
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Il Talento di Mr.Ripley.
Il grande Minghella di Il paziente inglese si misura con un soggetto memorabile, tratto da un romanzo di Patricia Highsmith. A lei si deve, nell'ambito della stessa saga, "il grande L'amico americano" di Wenders. Matt Damon è Ripley, un eroe negativo, si direbbe, un ladro d'identità, ma la definizione non è completa. In realtà il regista e Damon non ce lo fanno apparire così negativo...a parte il fatto di essere un omicida. Il personaggio di Ripley ha molti "riflessi" (è il termine più calzante) di una psicologia complessa...molti critici non lo hanno evidenziato, non solo ruba l'identità dell'amico (lui si molto negativo, nella sua bellezza: ottimamente scelto in Jude Law) ma, come dice il titolo è talmente bravo in questo da renderlo migliore: Ripley è intelligente quanto superficiale è Dickie (Jude), lui è sensibile quanto indifferente è Dickie, lui suona divinamente quanto scadente è Dickie. Alla fine, però la fidanzata (un'ottima Paltrow) grazie al suo istinto femminile, sta per smascherarlo... È solo l'inizio di una spirale sempre più inquietante e violenta. Tensioni alte e immagini intense di una Roma e di una località (Mongibello) del sud adattate agli anni 50. In effetti è un remake, meglio riuscito dell'originale, di "Delitto in pieno sole" con Alain Delon.
Patricia Highsmith è insieme ad Agatha Christie la migliore giallista e Minghella è riuscito a farne un vero capolavoro.
Tanto jazz nel film, ma Dickie non sapeva suonare, mentre Tom è un ottimo pianista e per questa sua passione, è "costretto"- scoperto da un amico di Dickie- a commettere un secondo omicidio e poi...ancora un altro; ma riuscirà a cavarsela grazie alla sua capacità di "cambiare identità", non solo sui documenti, ma impersonando la sua prima vittima, un arrogante, odioso figlio di papà...
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claudiofedele93
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lunedì 14 ottobre 2013
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il talento di mr. minghella!
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Il Talento di Mr. Ripley è un film godibile, indubbiamente da vedere, ma non indispensabile. Una pellicola, dunque, con forti alti e bassi, che non sfrutta appieno il potenziale a cui attinge e si manifesta solo come l’ombra del romanzo della Highsmith da cui prende ispirazione.
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Il Talento di Mr. Ripley è un film godibile, indubbiamente da vedere, ma non indispensabile. Una pellicola, dunque, con forti alti e bassi, che non sfrutta appieno il potenziale a cui attinge e si manifesta solo come l’ombra del romanzo della Highsmith da cui prende ispirazione. Con una regia ordinaria, eccezion fatta per alcune sequenze, e non particolarmente ispirata la storia non ingrana mai la marcia giusta, risultando essere a volte un po’ troppo noiosa e con qualche lungaggine. A completare il tutto rimane la performance di un Matt Damon non proprio in stato di grazia, che non offre con le sue movenze e la sua personalità il carisma e l’irrequietezza che gli viene richiesta; il suo Ripley è fin troppo ordinario sulla carta e la prova non convince appieno, graziata solamente dalla sceneggiatura. Lo stesso discorso non si può fare per Jude Law ed il resto del cast, che regala ottime interpretazioni sebbene il regista si prenda persino il lusso di mettere un po’ in ombra questi grandi talenti e non valorizzare le ottime attrici che ha a disposizione (Paltrow e Blanchett). La scena più ridicola, lasciatecelo dire, è quella che vede protagonista Rosario Fiorello, Law e Damon cantare “Tu vuò fa’ l’americano”in un locale di Ischia (per l’occasione chiamata Mongibello) e dopo avervi svelato ciò sta al pubblico decidere se vedere o meno Il Talento di Mr. Ripley!
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renato c.
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giovedì 26 maggio 2011
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preferivo "delitto in pieno sole"
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Preferisco decisamente "Delitto in pieno sole" (1959) di Renè Clément interpretato da Alain Delon e Marie Laforet. tratto dallo stesso romanzo. Quello è un vero giallo un po' alla Hitchcock con Alain Delon che interpreta un Mr. Reply calcolatore, sicuro di se che uccide e prende il posto del suo amico per vivere da ricco e perchè innamorato della sua ragazza! E la cosa gli va male unicamente perchè non è stato abbastanza attento, quando ha buttato il cadavere in mare, che non si impigliasse nei fili metallici del panfilo! Qui non si capisce bene se Tom Reply è gay o bisex, che l'omicidio avviene non per calcolo ma perchè respinto dall'amico di cui si era innamorato e tutto il comportamento successivo ne viene fuori di conseguenza, con molte dosi di fortuna/sfortuna e che inizia omicidi a catena per non farsi beccare e che invece alla fine lo porteranno proprio a questo, anche se nel film non si vede! Comunque un comportamento così, post delitto, lo vedo molto meglio in un Delon calcolatore, sicuro di se, ecc.
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Preferisco decisamente "Delitto in pieno sole" (1959) di Renè Clément interpretato da Alain Delon e Marie Laforet. tratto dallo stesso romanzo. Quello è un vero giallo un po' alla Hitchcock con Alain Delon che interpreta un Mr. Reply calcolatore, sicuro di se che uccide e prende il posto del suo amico per vivere da ricco e perchè innamorato della sua ragazza! E la cosa gli va male unicamente perchè non è stato abbastanza attento, quando ha buttato il cadavere in mare, che non si impigliasse nei fili metallici del panfilo! Qui non si capisce bene se Tom Reply è gay o bisex, che l'omicidio avviene non per calcolo ma perchè respinto dall'amico di cui si era innamorato e tutto il comportamento successivo ne viene fuori di conseguenza, con molte dosi di fortuna/sfortuna e che inizia omicidi a catena per non farsi beccare e che invece alla fine lo porteranno proprio a questo, anche se nel film non si vede! Comunque un comportamento così, post delitto, lo vedo molto meglio in un Delon calcolatore, sicuro di se, ecc. che non in un Matt Damon che appare invece un insicuro che gioca.
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