Pellicola che a differenza di quello che dice l'esimia Iannuzzi NON SOLO riesce a catturare l'attenzione e la curiosità del pubblico MA ADDIRITTURA in maniera crescente. La sua recensione non centra il bersaglio: il valore della parola, delle parole; parole pronunciate sull'onda di altre dando vita a calunnie, accuse ma che possono anche ritorcersi contro il suo primo artefice in un gioco pericoloso in cui distinguere non più solo tra verità e menzogna ma anche tra buonafede e malafede è impossibile. Malafede e buonafede di amici, un tempo solidali e poi gli uni contro gli altri, in un superamento della logica di gruppo in cui affondare colpi proibiti per ristabilire la verità. E' QUESTO che la Iannuzzi avrebbe dovuto dire invece di perdersi in un riassuntino che banalizza ciò che banale non è. Questo gioco a tre sfociato poi in una serie di colpi di scena geniali è realizzato con un gran ritmo, una sceneggiatura ricca di battute intelligenti e ben concatenate e una fotografia strepitosa. La Iannuzz
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