Giovanna d'Arco |
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Un film di Luc Besson.
Con Milla Jovovich, Dustin Hoffman, Faye Dunaway, John Malkovich, Tchéky Karyo.
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Titolo originale Jeanne d'Arc.
Storico,
Ratings: Kids+16,
durata 161 min.
- Francia 1999.
MYMONETRO
Giovanna d'Arco
valutazione media:
2,72
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Hoffman, la chiave di letturadi Gianni LuciniFeedback: 29149 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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sabato 17 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pur apparendo soltanto nella parte finale la Coscienza di Giovanna d'Arco il personaggio affidato a Dustin Hoffman è la chiave attraverso cui Giovanna rilegge la propria vicenda. In questo senso può essere considerato il protagonista assoluto della “terza parte” del film. L’attore si prepara con la consueta meticolosità a un compito complicato come quello che ha di fronte, cioè dare consistenza corporea a un personaggio invisibile a tutti tranne che alla ragazza. È la proiezione reale di una visione della ragazza. La sua è una maschera che da un lato fa presagire la morte imminente di Giovanna e dall’altra la costringe a fare i conti con la sua vita. È interna a lei ma si mantiene distaccata con un atteggiamento a volte complice, altre volte non differente da quello degli inquisitori. Di fronte a lei Giovanna non può mentire, è nuda di fronte a un personaggio che porta dentro di sè da sempre. Molti sono i limiti con i quali Hoffman è costretto a fare i conti nella scelta del taglio interpretativo. Il lavoro del volto è limitato dal fatto di essere incappucciato e barbuto e dalla necessità di mantenere lo sguardo irreale e inquietante delle sue proiezioni precedenti. Non può poi sfruttare in alcun modo il suo bagaglio di gestualità e di movimenti perché la sua presenza si manifesta sempre nel buio della prigione con una sola eccezione per la breve e consolatoria apparizione sul rogo. Proprio partendo da questo fatto Dustin Hoffman fa una scelta coraggiosa e difficile. Rinuncia alla gestualità delle mani a pochissimi gesti, minimali ed elementari, salvo nel momento in cui pone le mani sul capo di Giovanna per darle l’assoluzione prima del rogo. Nei moltissimi primi piani il suo volto resta al margine del campo visivo, quasi sospeso tra l’estremo limite dello schermo e il fuoricampo affidando alle labbra il compito principale di caratterizzare... Nelle poche inquadrature in cui il personaggio appare intero gli regala un’immobilità statuaria e, quando richiesto dalla sceneggiatura, si sposta senza movimenti, scivola sulla scena come un fantasma.
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