L'odore della notte |
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Un film di Claudio Caligari.
Con Valerio Mastandrea, Alessia Fugardi, Giorgio Tirabassi, Eva Vanicek.
continua»
Drammatico,
durata 100 min.
- Italia 1998.
- Cat People
uscita lunedì 20 novembre 2023.
MYMONETRO
L'odore della notte
valutazione media:
3,69
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tra "Cuore matto" e citazionismodi jackiechan90Feedback: 7144 | altri commenti e recensioni di jackiechan90 |
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martedì 14 luglio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Denso di citazioni (soprattutto da "Taxi driver" di Scorsese) questo film rappresenta la summa e il canto del cigno del filone "poliziottesco " italiano, almeno per quanto riguarda il versante sociologico del termine. L'edonismo e il senso d'alienazione dei giovani degli anni 70 che già erano stati motivo d'indagine da parte di questo filone traspare, infatti, nella figura di Remo Guerra (nomen omen da cui traspre tutta la rabbia trasgressiva del personaggio) un ex poliziotto che si reinventa come rapinatore di ricchi facoltosi per colmare il senso di vuoto e di noia di cui è fatta la sua vita. In fondo è l'equivalente del Travis Bikle scorsesiano ma sul versante opposto. In compagnia dei suoi compari (gli ottimi Marco Giallini ed Emanuele Bevilacqua) si divertono d entrare nelle case dei ricchi facoltosi e a ripulirli fino al finale velato dalla malinconia di un destino (forse) già segnato da tempo. una sorta di "Romanzo criminale" in tono minore, quasi decadente dove la narrazione è intervallata dai monologhi/confessioni del protagonista (un Valerio Mastandrea in stato di grazia). In generale il prodotto è ben confezionato: le scene d'azione sono ben girate con inquadrature veloci e frenetiche dove serve senza però scendere mai nel pulp più becero (errore tipico di molte pellicole dell'epoca) ma mantenendo un tono quasi freddo, scostante, che ben riflette il carattere della voce narrante. Da ricordare poi la scena più famosa del film: quella della rapina a casa di Little Tony con Marco Giallini che incita la sua vittima a cantare "Cuore matto" (leitmotiv di tutto il film) minacciandolo con la pistola, la scena più tarantiniana di tutto il film. Il duo di registi, Marco Risi e Maurizio Tedesco, confezionano un buon prodotto, godibile e al tempo stesso colto. Una piccola perla per la produzione poliziesca italiana dell'epoca, fatta da film certamente non leggendari e facilmente dimenticabili.
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