La vita sognata degli angeli |
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Un film di Erick Zonca.
Con Grégoire Colin, Élodie Bouchez, Natacha Régnier
Titolo originale La vie rêvée des anges.
Drammatico,
durata 153 min.
- Francia 1998.
- Sony Pictures Italia
uscita venerdì 6 novembre 1998.
MYMONETRO
La vita sognata degli angeli
valutazione media:
3,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film che parla di Diodi Alex62Feedback: 8313 | altri commenti e recensioni di Alex62 |
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martedì 8 maggio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L'angelo caduto (letteralmente caduto dall'alto...) e l'angelo realizzato. Cosa possiamo realizzare di buono nella nostra breve, grigia e a volte scadente esistenza? C'è un sottile discrimine fra una vita gettata via o semplicemente non vissuta e una vita realizzata. Un gesto totalmente gratuito, sì di questo possiamo essere tutti capaci, anche solo un piccolo gesto gratuito può cambiare il destino di una giovane donna che si arrangia per sopravvivere in un mondo spietato, che la costringe ai margini. Lei non è capace nemmeno di un'autentico atto di ribellione contro una società priva di umanità, mentre la sua amica, all'apparenza un'autentica ribelle violenta, in realtà è molto più fragile di lei e di fronte a un innamoramento che somiglia a un'ossessione, sceglie di lasciarsi morire. La nostra eroina invece dedica il suo tempo, le sue energie, la sua creatività a una ragazza in come profondo, che non può nemmeno dirle “grazie”. Il nodo drammatico della nostra storia coincide con la scena in cui la brunetta si reca in ospedale, carica di fiori, per raccogliere l'applauso della ragazza risvegliata, dei parenti, dell'intera corsia. Ma si ferma con la mano sulla maniglia della porta. Intuisce che varcare quella soglia potrebbe distruggere quell'atomo di BENE che è riuscita a creare. Intuisce, in un inatteso raggio di luce, che Dio in fondo è fragile, è piccolo e indifeso e per farlo vivere c'è un solo modo: donarsi. E, miracolosamente, lei accetta di non raccogliere nessun applauso. Si allontana, ma non per compiere gesti altisonanti o estremi, ma semplicemente per entrare in una realtà banale, ma autentica. Trova un lavoro da operaia, comincia a prendersi la responsabilità della sua vita, perché finalmente ha capito che essa (come tute le altre) ha un valore inestimabile...
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