Lietta Tornabuoni
La Stampa
Si può giocare per soldi, per la speranza d'arricchire o almeno di migliorare la propria vita, e il numero di chi lo fa cresce continuamente (in Italia i giocatori sistematici, pare, sono adesso tredici milioni). Oppure si può giocare per sentirsi vivi, per rischiare, per mettersi alla prova e vincere, per stare in tensione, considerando il gioco un surrogato dell'avventura, dell'ideologia, dell'eroismo o della perdizione: è il caso di Matt Damon ne Il giocatore, diretto dall'americano quarantaduenne John Dahl, arricchito dalla presenza di John Turturro, John Malkovich, Martin Landau. [...]
di Lietta Tornabuoni, articolo completo (1833 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 7 Marzo 1999