Amori e segreti |
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Un film di Theresa Connelly.
Con Gabriel Byrne, Lena Olin, Claire Danes, Jon Bradford, Rade Serbedzija, Kristen Bell
Titolo originale Polish Wedding.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
b/n
durata 105 min.
- USA 1998.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 21 luglio 2000.
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Il piacere, anzituttodi AntonFeedback: 0 |
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lunedì 28 gennaio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film è splendido nel trasferire con efficacia sullo schermo una cultura amorosa effervescente, tipicamente slava nel dare corso ai sentimenti e, più in generale, al piacere. Forse la Connelly, in quest’opera prima di quasi dieci anni fa, si è ispirata all'esperienza personale dei racconti tradizionali polacchi, piene di suggestioni generative: le mitologie agresti sull'inesauribilità della spinta vitale; l'incombenza dei battesimi della vita che rompono gli argini istituzionali e influenzano l’imprescindibilità degli appetiti. Attraverso questa chiave, parzialmente soggettiva (in cui convivono bonaria complessità narrativa e talento fiabesco) vengono rappresentate le vicissitudini della famiglia Pszoniak. Trascurando gli angusti schematismi ideologici con cui sono giudicati le abitudini sociali dei polacchi, la regista americana ha saputo mettere in scena tutto il fascino dell’intensità e dell'immediatezza dei rapporti sentimentali, così come ha ritenuto che si intrattenessero nella comunità polacca di Hamtrack (Detroit; MI; USA), vicino a cui è nata. Il rispetto per le tradizioni della patria lontana non ha gioco nella ricerca della pienezza affettiva che i personaggi reclamano nei comportamenti, più che nei dialoghi. La spinta alla reciprocità non è messa in discussione neppure dalla crisi matrimoniale tra la capofamiglia, Jadzia (impetuosa, carismatica Lena Olin) e il mite marito, il fornaio Bolek (Gabriel Byrne); oppure dal tradimento confessato, che Jadzia stessa consuma con il russo-tedesco Roman Kroll (Rade Serbedzija). Com’è noto, i polacchi erano emigrati sempre più numerosi in Usa a partire dalla seconda metà del secolo XIX. Il flusso si è poi ideologicamente definito dopo la Seconda Guerra mondiale quando tra gli emigranti verso le città dell’acciaio e dell’automobile si contavano sopratutto anticomunisti. Il film, come detto, tralascia i dettagli fuori contesto; l’amabilità dei contatti labiali, degli amplessi, il gioco delle seduzioni e i gesti di trasporto fisico (il bacio "adorante" dell'austro-americano Russell al suo centro d’interesse, Hala) dominano la scena. Due frasi che meritano il film; apprendendo da Hala (radiosa, primaverile, bucolica, indimenticabile Claire Danes) che è rimasta incinta dopo il loro primo incontro d’amore, Russell (Adam Trese), che in seguito intenderebbe pavidamente dileguarsi, esclama: “ma come, dopo la prima volta! Lo dicevano che voi polacche siete fertili!”. Più poeticamente, Jadzia, interrogata da Bolek sul senso delle proprie convinzioni gli risponde: “dare amore e dare la vita questa è la mia religione!”. Nel montante clima di terrorismo di genere, nell’attuale fase italiana di onanismo culturale, che incoraggia le espressioni del disagio collettivo in favore dell'accrescimento dei privilegi delle classi dominanti, contemplare "utopie etniche" come questa è sempre piacevole. Tra l'altro, si può capire perché la Polonia e il paese più popoloso dell’ex-patto di Varsavia. Anton L. 45 anni.
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