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Rose, una sopravvissuta (Stuart da vecchia, Winslet da giovane) all’affondamento del Titanic, racconta il prima e il dopo della tragedia in cui persero la vita millecinquecento persone: lei, ricca aristocratica, si imbarca con la madre (Fisher) e l’odioso fidanzato miliardario (Zane) ma durante il viaggio si innamora del povero Jack (DiCaprio). Durante la notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 la nave si scontra con un iceberg e l’amore dei due si trasforma in una corsa per la sopravvivenza. Duecento milioni di dollari di costo, settanta di sovraccosto e due miliardi di incasso mondiale (record battuto solo nel 2010 da Avatar, dello stesso regista): questi sono i dati salienti del film più chiacchierato della storia. È un melodrammone romantico che ha commosso milioni di persone, inclusi i soci dell’Academy che l’hanno premiato con undici statuette (record insieme a Ben Hur e Il Signore degli Anelli-Il ritorno del Re): film, regia, fotografia, scenografie, costumi, montaggio, colonna sonora, canzone (My heart will go on, bellissima, cantata da Céline Dion), sonoro, effetti sonori e effetti speciali. Scritto, prodotto, montato e diretto dal canadese Cameron, è divisibile in due parti più o meno di egual durata: il grande amore e la tragedia. La prima parte è quella meno riuscita, e la colpa è imputabile al regista: la sceneggiatura è ridicola, i dialoghi sono sciocchini, il tutto mieloso, nonostante qualche buona scena, il pranzo in prima classe..., non mancano le scene imbarazzanti, Jack che le insegna a sputare, e su tutte quella dei quadri impressionisti. Comunque ha sicuramente il merito di aver lanciato DiCaprio e la Winslet che diventeranno forse i migliori interpreti di quella generazione. Il secondo atto è il migliore con alcune scene, specie quelle di massa, veramente incredibili ed è qui che Cameron sfoga il suo talento per le scene spettacolari. Il regista riesce infatti a dare spessore alla tragedia senza fare un documentario e soprattutto senza essere noioso. Eccezionali alcune intuizioni per comunicare il caos della situazione: le scialuppe che vengono calate le une sulle altre… Resta comunque, con tutti i suoi pregi e difetti, un buon film, che il pubblico, di anno in anno, non riesce a dimenticare, dato che è probabilmente il film più conosciuto e visto di tutti i tempi. Comunque la fedeltà storica non manca. Nel bene e nel male James Cameron: quando la telecamera inquadra tante persone è eccezionale, appena deve fare un primo piano cade nel banale. Nel 2012 è stato ridistribuito nei cinema in 3D, in occasione del centenario dell’affondamento.
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