Starship Troopers - Fanteria dello spazio |
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Un film di Paul Verhoeven (II).
Con Michael Ironside, Dina Meyer, Casper Van Dien, Denise Richards, Clancy Brown.
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Titolo originale Starship Troopers.
Fantascienza,
durata 125 min.
- USA 1997.
- Buena Vista International Italia
uscita venerdì 27 febbraio 1998.
MYMONETRO
Starship Troopers - Fanteria dello spazio
valutazione media:
2,87
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sci-fi romanzato e marzialedi Dave SanFeedback: 5626 | altri commenti e recensioni di Dave San |
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domenica 10 marzo 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una delle prime sequenze sembra quasi la réclame di un detersivo. La regia del notiziario mostra uno spaccato del sistema stellare. Si espone l'obiettivo della campagna militare per sgominare i nemici. Si tratta di un lontano pianeta, Klendathu, da cui provengono i proverbiali insetti che preoccupano il genere umano. La voce guida conviene sul fatto che quel pianeta rappresenta sicuramente una minaccia, pertanto, deve essere distrutto. Detto ciò, la regia, evidenzia quel punto sullo schermo e con un artificio grafico, lo fa esplodere. Il botto è commisurato alla grandezza del punto rispetto alla vista dei telespettatori. Una miniatura. Paul Verhoeven era riuscito nell'intento di raffigurare in modo faceto una società violenta e selettiva. Più “leggera” rispetto al libro omonimo, la sua trasposizione è pop, oltre che grottesca e a tratti, splatter. Diversamente che in altre pellicole di genere, l'effetto “distopico” è diluito. S’immerge lo spettatore in un romanzo d’amore e guerra. Non ne esce Star Wars sicuramente (Starship è più caustico e non “per famiglie”), ma a suo modo la storia funziona. Il conflitto interplanetario è narrato da un punto di vista organico. Il cineasta riporta come se fosse un uomo del tempo, simpatizzante. A prima vista il tutto suona come un resoconto sull’intrepida vittoria degli umani contro gli aracnidi, ferocissimi alieni insettiformi. Tutti gli uomini abili devono unirsi per vendicare la distruzione di Buenos Aires, sterminandoli. Se riflettiamo sull'aspetto simbolico del film, indubbiamente, questo giocattolone acquista altri spunti. L’opera sembra per certi versi “premonitrice” (era il 1997) e Verhoeven sottintende, ma non rinuncia alla portata ludica del progetto. Si nasconde dietro una descrizione oggettiva se non, appunto, di parte. La satira e il simbolo non coinvolgono mai i protagonisti, militari conformi al regime e congeniti alla società narrata, oltre che piuttosto esilaranti. La somiglianza delle divise ricorda poi le livree naziste, ma qui si tratta di un esercito multietnico. Nondimeno i mormoni estremisti sono gli unici menzionati nel notiziario, per un attacco aracnide nel loro avamposto. Lo spettatore ha piena facoltà di cogliere la satira piuttosto che abbandonarsi all’epos della storia. In tal caso, la pellicola procede intenzionalmente a ritmo di marcia.
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