shingo tamai
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martedì 30 agosto 2016
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sliding hearts
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Un film che rimane impresso nella memoria.
Il successo dell'epoca va diviso equamente fra un'idea originale e la Paltrow,bravissima e bellissima.
Ognuno di noi può effettuare diverse scelte in base al libero arbitrio ma in fondo ad attenderci c'è un destino che non possiamo evitare.
Chi ha visto il film avrà percepito che le due vite parallele si incrociano spesso fino a ricongiungersi completamente.
La pellicola batte il chiodo sull'amore attraverso tre protagonisti,di cui una sola rimarrà nei vostri cuori,come ho accennato sopra.
I protagonisti maschili risultano infatti eccessivi in entrambi i casi,il fidanzato storico è così patetico che ci sembra strano che possa avere al suo fianco una donna così speciale ed addirittura averne due,il "nuovo" è a tratti logorroico fino all'esasperazione e si carica di una forzata simpatia che non gli appartiene,anche vivsivamente.
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Un film che rimane impresso nella memoria.
Il successo dell'epoca va diviso equamente fra un'idea originale e la Paltrow,bravissima e bellissima.
Ognuno di noi può effettuare diverse scelte in base al libero arbitrio ma in fondo ad attenderci c'è un destino che non possiamo evitare.
Chi ha visto il film avrà percepito che le due vite parallele si incrociano spesso fino a ricongiungersi completamente.
La pellicola batte il chiodo sull'amore attraverso tre protagonisti,di cui una sola rimarrà nei vostri cuori,come ho accennato sopra.
I protagonisti maschili risultano infatti eccessivi in entrambi i casi,il fidanzato storico è così patetico che ci sembra strano che possa avere al suo fianco una donna così speciale ed addirittura averne due,il "nuovo" è a tratti logorroico fino all'esasperazione e si carica di una forzata simpatia che non gli appartiene,anche vivsivamente.
Alla fine la spunteranno i buoni sentimenti,quelli veri infatti sono "destinati" a sopravvivere, in perfetta simbiosi con l'assunto della pellicola.
Ottime la fotografia e la colonna sonora.
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marco.vittorio.defilippis@gmail.com
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giovedì 12 agosto 2021
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libero arbitrio o predeterminazione?
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Premetto che il film va visto. Buona fotografia e sceneggiatura, trama articolata che ti tiene attaccato al video per vedere come va a finire mentre pensi come un piccolo dettaglio possa rendere così diversa la vita, storia interessante anche se, in fondo, è banale. Gerry tradisce Helen, la protagonista, ma non lo ammette. Si comporta in modo rocambolesco per stare dentro alla doppia relazione con Helen e Lydia, una sua fiamma precedente, molto possessiva. Helen viene licenziata e nel tornare a casa prende la metro. Un dettaglio: la mamma che non sposta la bambina che sale le scale della metropolitana in un caso e la sposta nell’altro.
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Premetto che il film va visto. Buona fotografia e sceneggiatura, trama articolata che ti tiene attaccato al video per vedere come va a finire mentre pensi come un piccolo dettaglio possa rendere così diversa la vita, storia interessante anche se, in fondo, è banale. Gerry tradisce Helen, la protagonista, ma non lo ammette. Si comporta in modo rocambolesco per stare dentro alla doppia relazione con Helen e Lydia, una sua fiamma precedente, molto possessiva. Helen viene licenziata e nel tornare a casa prende la metro. Un dettaglio: la mamma che non sposta la bambina che sale le scale della metropolitana in un caso e la sposta nell’altro. Prima storia, seconda storia. Prima tesi: un dettaglio fuori dal nostro controllo decide che vita farai. Il contrattempo della bambina le fa perdere la metro, senza contrattempo invece la prende e incontra un altro, James. Le storie si svolgono in parallelo e sono molto diverse anche se si incrociano molte volte negli stessi luoghi, ma i personaggi restano quelli che sono, con le loro scelte, ciascuna riferita al contesto specifico. Quindi la pellicola sembra definire che il libero arbitrio esiste comunque, anche se si attua in contesti potenzialmente diversi. Tante volte ci siamo chiesti se nella vita avessimo fatto A invece che B cosa sarebbe successo? Il film ce lo mostra. Si riferisce alla teoria dei Multiversi (forse) secondo la quale ogni scelta dà luogo ad un universo diverso: uno in cui scelgo A e uno in cui scelgo B, totalmente separati l’uno dall’altro.
Il commento del Morandini e quello della redazione di MyMovies fanno cadere le braccia: una storia finisce bene e l’altra male, come se il film fosse da giudicare in base ai finali delle storie. C’è molto di più. Chi non ha visto il film, salti all’ultimo capoverso.
Nella storia che finisce male, la seconda, quella in cui lei riesce a prendere la metro, lei muore con James accanto al suo letto d’ospedale. Nell’altra, guarisce, ma dapprima liquida il suo fidanzato Gerry, bugiardo e inconcludente, poi incontra James in ascensore. Un ascensore diverso dal primo, che era nel palazzo dove lavorava ed in cui viene licenziata per un futile motivo maschilista e discriminatorio (furto di Vodka …). Ci fa pensare che la storia con James incontrato nell’ascensore dell’ospedale (ed il relativo finale di morte) accada comunque, anche se dopo. Ma potrebbe voler dire che questa “seconda chance” è quella buona (data la piccola diversità di ascensore) e lei non morirà. Ciascuno è chiamato a dare la propria versione e giustificarla.
Almeno una stonatura c’è: come fa Helen ad essere incinta se è “due mesi quasi esatti” che non ha rapporti con Gerry? Mistero. Comunque consiglio vivamente di vederlo. Vivranno felici e contenti, o no?
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mr.619
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domenica 4 luglio 2010
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pantomima del caso umano
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Film di medio-bassa lega basato sulla condizionalità, ipoteticità e, infine, potenzialità dei turbolenti avvicendamenti del flusso delle azioni umane.Il film presenta, in una rivisitazione quantomeno filosofica della pellicola, una chiave di lettura anti-democritea della vita, per un semplice dettaglio non inerente sulla superficie al meccanicismo del complesso "caso" del mistero vitale: l'impossibile.Difatti, è possibile affermare come questo film si alimenti delle sue forti contraddizioni interne (-Perchè stai ridendo?,-Perchè combacia con la realtà).Il dualismo realtà/possibilità, altrove curato in modo esemplare ( vedesi "Minority report") è reso fin troppo spicciolatamente per poter soltanto pensare di stuzzicare la mente di chi lo guarda, ai cui occhi il film appare come una delle tante produzioni finalizzate a riempire le sale cinematografiche.
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Film di medio-bassa lega basato sulla condizionalità, ipoteticità e, infine, potenzialità dei turbolenti avvicendamenti del flusso delle azioni umane.Il film presenta, in una rivisitazione quantomeno filosofica della pellicola, una chiave di lettura anti-democritea della vita, per un semplice dettaglio non inerente sulla superficie al meccanicismo del complesso "caso" del mistero vitale: l'impossibile.Difatti, è possibile affermare come questo film si alimenti delle sue forti contraddizioni interne (-Perchè stai ridendo?,-Perchè combacia con la realtà).Il dualismo realtà/possibilità, altrove curato in modo esemplare ( vedesi "Minority report") è reso fin troppo spicciolatamente per poter soltanto pensare di stuzzicare la mente di chi lo guarda, ai cui occhi il film appare come una delle tante produzioni finalizzate a riempire le sale cinematografiche.La coniugazione fra "eidos" e "pragma" è altresì pssbile solamente allorchè sia avvenuto un lungo ed intricato processo di assimilazioe ed elaborazione delle scene e dei personaggi componenti la coreografia della propria esistenza.Invece, si sceglie la strada del passaggio inclinato, di una deturpante confusione ( a detta dello stesso John Hannah), sicchè, per quanto possa essere "emozionante", il finale non è tanto la cosa migliore dell'opera, quanto la più ovvia e giusta, ma tratta seguendo un percorso di impostazione psichicamente e narrativamente sbagliato.Tralasciando il lato intellettuale della pellicola, è altrettanto inevitabile notare nello stile autoriale adottato un abnorme errore fondamentale: la mancanza di un dialogo che sia tale.Quantunque la scenografia ( tipicamente newyorkese) e la fotografia ( nitida e un pò sgranata come nel miglior Boyle) siano prevedibili, la scelta di un linguaggio volgare e triviale ( soprattutto nelle scene iniziali) risulta, a ragion veduta, una pecca ancor più grave.Gli attori ( in primis Jeanne Tripplehorn) sembrano stanchi e per certi versi goffi nei ruoli che ricoprono.Ritengo sia un vero spreco non aver saputo sfruttare un così bello e, nella sua ingenuità, articolato canovaccio.Ne sarebbe potuto uscire un piccolo capolavoro esistenziale, invece di una banale e sdrucciola commedia pop-americana con pasta di fondo sentimentale.Ma anche questo è uno "sliding door".Insufficiente.
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