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La casa degli uomini liberi Valutazione 4 stelle su cinque

di Peer Gynt


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sabato 11 aprile 2020

Un giovane si risveglia all'interno di una grande casa nobiliare circondata da un giardino alberato. La casa, piena di stanze, antica e fatiscente, è anche piena di animali e di esseri umani. Nessuno parla, si odono solo rumori, brusii e qualche raro dialogo impercettibile. Il giovane osserva un gruppo di colombi svolazzare in una stanza, una cagna mentre allatta i suoi cuccioli, una donna alla scrivania che poi muove due burattini, un negro che gioca a scacchi da solo, due sordomuti che parlano a gesti, degli anziani che lo guardano malinconici, una donna nuda che si specchia, un uomo che strappa le pagine di un libro e poi brucia un mucchio di altri volumi, una ragazzina dal viso d'angelo. Partecipa poi due volte ad un banchetto con tutti gli occupanti della casa, si addormenta per terra mentre il cane, montato sulla tavola, finisce gli avanzi. Poi assiste ad una specie di rito pagano: attorno ad un albero illuminato e attorniato da roghi di libri varie figure nude che indossano teste di animali compiono un girotondo. In soffitta intanto è anche fiorito un giardino. Infine si festeggia sul lago ghiacciato, e anche dalla casa si lanciano in aria fuochi d'artificio. Ma un brusco risveglio attende tutti: un colpo d'arma da fuoco uccide il negro che giocava a scacchi e la grande casa viene circondata da militari con carri armati.
In questo lungo film totalmente privo di parola, tranne un breve prologo e un breve epilogo in voce fuori campo, assistiamo ad una narrazione priva di riferimenti temporali, come fosse la storia di un'umanità varia ma libera (di soffrire, di amare, di giocare, di mangiare), anche se raccolta in ambienti chiusi. Una libertà cui contribuisce anche il silenzio che avvolge tutti. Ma la Storia, in agguato, interviene alla fine a distruggere questa anarchia sofferta ma intensa, per riportare un ordine, un'immobilità che è morte.
Film simbolico e ricco di riferimenti a certo cinema surrealista, lento ed esasperante, ma, anche se soggetto ad interpretazioni diverse a seconda della sensibilità di chi lo guarderà, dotato di un fascino innegabile.

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