Il quinto elemento

Il film di fantascienza più insulso e scialbo che abbia mai visto.
In una Manhattan che sembra tanto la Los Angeles di Blade Runner dopo che hanno acceso la luce, si muovono confusamente una serie di personaggi senza anima, in un continuo oscillare narrativo tra epica fantastica e ammiccante ironia, che ha il solo risultato di togliere pathos alla storia e vivacità allo humour.
Con una sceneggiatura che sembra scritta in 10 minuti, prendendo in prestito un pò tutti i luoghi comuni più scontati di un qualsiasi film di fantascienza/fantasy/azione, Besson butta in questo giocattolone colorato l'eroe redento, il cattivo cattivissimo, il prete guida ieratica (che però non è buono a nulla), l’aiutante incapace, il presidente salamone in balia dei suoi generali, i generali dementi e guerrafondai, gli scienziati dementi e basta, la polizia pasticciona, i mostri bruttissimi che hanno il solo scopo di essere ammazzati a botte di qualche quintale a scena, e ovviamente la gnocca, che però non è una normale gnocca, ma "un essere perfetto" (come ricorda il prete guardandola di sottecchi mentre si spoglia, in una scena di un'intensità narrativa che ricorda i film di natale dei vanzina), talmente perfetto da non saper far altro che piangere e lamentarsi per tutto il film (ah no! ogni tanto si sente improvvisamente benone e ammazza anche lei qualche quintale di mostri) finché l'eroe non decide di... di dirle che LA AMA!
Eh si perché a un paio di minuti dalla fine il regista decide che ci fa più bella figura a lasciare un messaggio etico profondissimo e innovativo: fate l'amore non fate la guerra!