Gattaca - La porta dell'universo

Il film è americano e quindi premia l’uomo che si fa da solo il suo destino, però almeno dimostra che per riuscire qualche dote eccezionale bisogna possederla in prima persona lo stesso. Il protagonista non è un uomo qualsiasi che si rassegna ad una vita diversa da quella che sognava pur di morire un po’ meno presto. Notevole la mancanza di istruttori comprensivi: non ci sono fate madrine che arrivano dal cielo con improbabili doni magici, o allenatori che vivono con la missione di trasformare dei brocchi in campioni. Tutto è affidato alla testardaggine e al rischio, viene mostrato come le possibilità di mutare la sorte risiedono proprio nell’imprevedibilità, nel genio, nella volontà e in tutti quei piccoli errori che capovolgono continuamente la fortuna per farci aggrappare alle nostre risorse, capacità di truffare e di raggirare incluse. Morale della storia: Vincent, usando trucchi di ogni tipo, rischiando in prima persona, con tanta volontà ed incoscienza,con molta fortuna, diventerà un eletto. Sincero il finale: il protagonista può diventare un eroe con la complicità di un medico della stazione di addestramento. Questi scopre il segreto di Vincent, ma ha un figlio non adatto, e probabilmente desidera che possa sperare di realizzare quanto desidera, quindi tace. Capelli, ciglia, cellule morte, sangue, urine e quant'altro la fanno da padroni, sottraendo inevitabilmente poesia al film, ma donandogli una certa credibilità. Le ambientazioni sono quanto di più asettico possibile, ma in questo caso prendetelo come un complimento, perché a Gattaca le forme sono essenziali, minimaliste, sterili. Perfetta in questo senso la musica di Nyman”. Il ritmo della narrazione è lento, non è Judge Dredd, e neppure Predator, è per questo che mi sembra una pellicola veramente bella: una vicenda di questo tipo viene resa bene solo se si crea molta atmosfera, in modo da enfatizzare la sfida del protagonista. Ben vengano quindi il ritmo ampio, le scenografie semplici e lineari, i frequenti primi piani e la moderazione nell’uso degli effetti speciali.Siamo di fronte all'eleganza della vera fantascienza, a quella che affascina per ambientazioni, personaggi e vicende, e all’atmosfera rarefatta del migliore fantathriller, che fa volentieri a meno di effetti speciali elaborati.