weach
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lunedì 23 agosto 2010
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sulle ali della consapevolezza
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è la storia di chi ha la forza morale di sognore per sondare l'imprescrutabile..
Gli occhi blu della Foster si pedono nel tentativo di "sentire" il contatto con quello che cercava da sempre quello di una vita aliena intelligente nell'universo.
Senza entrare nella storia ,che vi lascio anche perchè è vostra , vorrei rilevare che lo splendore di questo film sta nell' aver saputo coinvolgerci tutti ,in questo viaggio infinito nel tanto grande.....quanto nell'infinitamente piccollo, probabilmente all'interno dei nostri neuroni.
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è la storia di chi ha la forza morale di sognore per sondare l'imprescrutabile..
Gli occhi blu della Foster si pedono nel tentativo di "sentire" il contatto con quello che cercava da sempre quello di una vita aliena intelligente nell'universo.
Senza entrare nella storia ,che vi lascio anche perchè è vostra , vorrei rilevare che lo splendore di questo film sta nell' aver saputo coinvolgerci tutti ,in questo viaggio infinito nel tanto grande.....quanto nell'infinitamente piccollo, probabilmente all'interno dei nostri neuroni.
Si dico bene ,la dottoressa Arroway (alias Jodie Foster)ha riceve probabilmente una tecnologia universale per un grande viaggio,una sorta di caleidoscopio che potrà portare l'uomo verso una profondità oltre lo spazio ed il tempo.
Che siano le stesse tecnologie a suo tempo a disposizione dei Veda , Maya , Sumerei , Egizio?
Non vi è risposta, certo le immagini della dottoressa Arroway che crede di aver fatto un viaggio infinito ed che in relatà non si è levata da terra rappresentano un buon indizio per avvalorare tale tesi .
Il regista resta latitante volutamente per dare spazio a noi .
Cosa è successo?
Probabilmente siamo andati oltre il viaggio spaziale e siamo entrati nell' essenza della vita
dinamica ,ma senza spazio e senza tempo!
Una scienza avanzata non cerca il volo eclatante ma la profondità della conoscenza , quello è il vero viaggio.
Tutto resta completamente non rivelato come si conviene in ogni film che vuole avere un suo fascino .
Un storia tutta da vedere : sono certo di avervi incuriosito , entramoci dentro insieme ed interpretiamola come vogliamo.
voto 9
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weach
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venerdì 28 gennaio 2011
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salto dove l'essere si disperde .
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Contact ,del regista Robert Zemeckis ,basato sull’omonimo romanzo di Carl Sagan ,è sicuramente film messaggio che supera il senso logico del pensiero per trascendere oltre l’”intelligibile”.
Robert Zemeckis è figlio di un Lituano e di mamma Italo Americana , nasce a Chicago, viene , sovente accusato dai denigratori di essere interessato solo a“ a state of the art”(effetti speciali), ma tale rilievo appare ingiustificato visto che è stato in grado di concepire film come The cast Away e Forrest Gump .
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Contact ,del regista Robert Zemeckis ,basato sull’omonimo romanzo di Carl Sagan ,è sicuramente film messaggio che supera il senso logico del pensiero per trascendere oltre l’”intelligibile”.
Robert Zemeckis è figlio di un Lituano e di mamma Italo Americana , nasce a Chicago, viene , sovente accusato dai denigratori di essere interessato solo a“ a state of the art”(effetti speciali), ma tale rilievo appare ingiustificato visto che è stato in grado di concepire film come The cast Away e Forrest Gump .
Le connotazioni di Robert Zemeckis sono invece , sensibilità, fantasia , introspezione , delicatezza, padronanza degli strumenti tecnici avanzati , interesse per tecnologie in genere , senso estetico, originalità.
Il regista dice di se. “ Non so perché, ma per qualche ragione ho questa capacità di raccontare storie … e questo dono mi ha aiutato a raggiungere il mio sogno …diventare regista cinematografico”
Ma veniamo al nostro Contact
Anche se Carl Sagan si è ,da sempre , dichiarato ateo il l film ,specialmente nel finale , lascia intendere invece che scienza , coscienza e spiritualità siano intimamente connesse ;che l’arrivo sia comunque “un atto di amore , un sogno appassionato , dove tutto può essere forma ed energia …………… che quindi non esiste affatto una soluzione di discontinuità.
Questo film è in qualche modo la storia di chi ha la forza morale per sondare l’imperscrutabile:
gli occhi blu della Foster si perdono nel tentativo di “sentire “ il contatto con quello che cercava da sempre, quello di una vita aliena intelligente nell’universo.
Senza entrare nella storia che vi lascio, anche perché deve essere vostra, vorrei rilevare che lo splendore di questo film sta nell’ aver saputo coinvolgere noi tutti , in questo viaggio infinito, nel tanto grande …quanto nell’infinitamente piccolo, con ogni probabilmente all’interno dei nostri neuroni..
Si dico bene la dottoressa Arroway ,alias Jodie Foster,ha ricevuto con ogni probabilità istruzione per realizzare una tecnologia universale capace di rendere possibile un grande viaggio , una sorta di caleidoscopio, per entrare in una dimensione dove spazio e tempo non hanno motivo di essere .
Che siano le stesse tecnologie, a suo tempo a disposizione dei Veda , dei Maya, dei Sumeri, degli Egizi?
Non è dato risposta ,certa le immagini della dottoressa Arroway che ha creduto di aver spiccato un volo incredibile per poi ritrovasi esattamente nel punto di partenza, rappresentano un buon indizio per avvalorare tesi ardite.
Il regista, sulla scia di Stanley Kubrick, resta ammiccante e silente, come si conviene , per concedere spazio ad un profondo dibattito.
Che cosa è successo?Probabilmente siamo andati oltre il viaggio spaziale e siamo entrati nell’ essenza della vita dinamica, siamo entrati nel “ continum “ , fuori da regole a noi note.
Una scienza avanzata non cerca voli eclatanti ma la profondità della conoscenza, questo è il vero viaggio.
Contact resta non rivelato, lasciando una traccia a noi tutti per spiccare il volo più grande , quello verso le risposte a domande fondamentali della vita.
Bello , speciale , da vedere con passione.
Weach illuminati
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achb68
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lunedì 12 novembre 2007
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fantafilosofia ?
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Ottima fantascienza o puro fantafuturo ?
Difficile dare un giudizio su questo film magari enfatico, certamente prolisso, eppure visivamente stupendo.
Recitato divinamente da una Jodie Foster in stato di grazia, il film cerca una visione per una volta non banale e stereotipata del possibile contatto con eventuali forme di vita aliene.
Difficile dire se il messaggio di una pace universale, di un futuro basato sulla fratellanza cosmica raggiunga il segno.
Certo è che veder recitare questa Jodie Foster, ora innamorata, ora decisa a raggiungere la meta della vita, ora estasiata di fronte alla realtà cosmica, è uno spettacolo nello spettacolo.
Ciò ci porta anche a considerare la fantascienza non solo come mera fucina di effetti speciali, di recitazione esagerata e piatta, ma anche come splendido sfogo creativo, abile e grandioso esempio di come certe tematiche passate come di serie B, abbiano ben altre valenze creative.
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weach
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lunedì 27 settembre 2010
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sulle ali della consapevolezza
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E'la storia di chi ha la forza morale di sognore per sondare l'imprescrutabile..
Gli occhi blu della Foster si perdono nel tentativo di "sentire" il contatto con quello che cercava da sempre quello di una vita aliena intelligente nell'universo.
Senza entrare nella storia ,che vi lascio anche perchè è vostra , vorrei rilevare che lo splendore di questo film sta nell' aver saputo coinvolgerci tutti ,in questo viaggio infinito nel tanto grande.....quanto nell'infinitamente piccollo, probabilmente all'interno dei nostri neuroni.
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E'la storia di chi ha la forza morale di sognore per sondare l'imprescrutabile..
Gli occhi blu della Foster si perdono nel tentativo di "sentire" il contatto con quello che cercava da sempre quello di una vita aliena intelligente nell'universo.
Senza entrare nella storia ,che vi lascio anche perchè è vostra , vorrei rilevare che lo splendore di questo film sta nell' aver saputo coinvolgerci tutti ,in questo viaggio infinito nel tanto grande.....quanto nell'infinitamente piccollo, probabilmente all'interno dei nostri neuroni.
Si dico bene ,la dottoressa Arroway (alias Jodie Foster)ha riceve probabilmente una tecnologia universale per un grande viaggio,una sorta di caleidoscopio che potrà portare l'uomo verso una profondità oltre lo spazio ed il tempo.
Che siano le stesse tecnologie a suo tempo a disposizione dei Veda , Maya , Sumeri , Egizi?
Non vi è risposta, certo le immagini della dottoressa Arroway che crede di aver fatto un viaggio infinito ed che in relatà non si è levata da terra rappresentano un buon indizio per avvalorare tale tesi .
Il regista resta latitante volutamente per dare spazio a noi .
Cosa è successo?
Probabilmente siamo andati oltre il viaggio spaziale e siamo entrati nell' essenza della vita
dinamica ,ma senza spazio e senza tempo!
Una scienza avanzata non cerca il volo eclatante ma la profondità della conoscenza , quello è il vero viaggio.
Tutto resta completamente non rivelato come si conviene in ogni film che vuole avere un suo fascino .
Un storia tutta da vedere : sono certo di avervi incuriosito , entramoci dentro insieme ed interpretiamola come vogliamo.
weach illuminati
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elgatoloco
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martedì 28 aprile 2020
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zemeckis si ferma a metà
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"Contact"(Robert Zemeckis, 1997, dal romanzo di Carl Sagan, grande scienziato, divulgatore scientifico, autore di romanzi di"SF", anche se la definizione non rende bene la cosa), è un film che , dovendo mettere in scena la ricerca "eterna"e quasi "faustiano-prometeico"di una scienziata dal doloroso passato anche di orfana in giovanissima età(non aveva mai conosciuto la madre, il padre le era morto quando aveva nove anni)e della sua"sfida"di voler prendere contatto con altri mondi, meglio anzi con zone dlel'universo che conterrebbero altre realtà, arriva a una clamorosa scoperta, che però non riesce a concretizzarsi.
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"Contact"(Robert Zemeckis, 1997, dal romanzo di Carl Sagan, grande scienziato, divulgatore scientifico, autore di romanzi di"SF", anche se la definizione non rende bene la cosa), è un film che , dovendo mettere in scena la ricerca "eterna"e quasi "faustiano-prometeico"di una scienziata dal doloroso passato anche di orfana in giovanissima età(non aveva mai conosciuto la madre, il padre le era morto quando aveva nove anni)e della sua"sfida"di voler prendere contatto con altri mondi, meglio anzi con zone dlel'universo che conterrebbero altre realtà, arriva a una clamorosa scoperta, che però non riesce a concretizzarsi...C'è poi, in realtà, un"contact"con Vega, ma... dire di più sarebbe guastare la sorpresa a chi non abbia ancora visto il film. Con intelligenza , Zemeckis ci affascina, inziando con un lungo panorama cosmogonico, poi ci narra una storia, fino al"viaggio"di Ellie, di cui però sembra(da sottolineare il"sembra")non rimanere alcuna registrazione attendibile. Certo, rispetto al testo di Sagan, che lo aveva scritto nel 1985, vari "compromessi"nel film: l'agnosticismo della scienziata-che è poi quello di Sagan stesso, ovviamente, emerge solo in parte e poi nel film ci sono "intrusioni"come quella di Bill Clnton, all'epoca "USA president", presidente tutt'altro che geniale ma mostrato forse troppe volte(un hommage, d'accordo, ma un po'troppo insistito, quasi una captatio benevolentiae, aggiungerei quasi ad usum dephini, ma...), altri elementi spuri(anche la spiegazione del "rasoio di Ockham"non è proprio esatta, comunque incompleta). FIlm comunque ragguardevole, per gli scenari che apre, i problemi che pone, che lo distinugouono nettamente da altro, ma altri film di SF sono purtroppo lontani... Jodie Foster, anche nel contrasto con il"fideista"Matthew Mc Conaughey è molto brava, una garanzia le vecchie guardie John Hurt e James Woods(solo per limitarsi a citare una parte minima di un cast che, per rimanere ina rgomento, è comunque"stellare"), per un film in parte irrisolto, che avrebbe potutot "espandersi" (ovviamente uso una metafora)altrimenti, in ben altre direzioni, che perà romane un solido esempio di cinema. Da apprezzare con riserve, potremmo concludere, dove naturalmente rendere filmicamente un romanzo con forte implicazioni scientifiche, che sta tra scienza e"altro"(SF, se volete, ma è formula di comodo, appunto)è difficile e anche una"vecchia volpe"come Zemeckis ci riesce solo in parte, dovendosi accordare con le majors hollywoodiane. El Gato
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arnaco
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giovedì 29 maggio 2014
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scienza e fede
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Qualcuno ha osservato che il film non mantiene il livello sublime del suo inizio. Anche se diventa un po' prolisso, io non credo che sia così, semmai è la vicenda che subisce quel tipo di evoluzione, ma non può che essere così. E' come i sogni che si fanno da bambini che prima o poi si ingrangono contro la "realtà" del business sempre pronto a fare mercato di tutto, delle religioni (non sto parlando di fede che è ben altra cosa) sempre pronte a schiacciare a qualsiasi costo tutto ciò che va contro ai propri dogmi e della politica che deve strizzare l'occhio agli uni e agli altri per non perdere consensi. Così è per la protagonista che viene sottoposta a interrogatori simili a quelli della Santa Inquisizione perché è una scienziata atea, intellettualmente onesta, che non può accettare che fede e scienza siano messe sullo stesso piano.
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Qualcuno ha osservato che il film non mantiene il livello sublime del suo inizio. Anche se diventa un po' prolisso, io non credo che sia così, semmai è la vicenda che subisce quel tipo di evoluzione, ma non può che essere così. E' come i sogni che si fanno da bambini che prima o poi si ingrangono contro la "realtà" del business sempre pronto a fare mercato di tutto, delle religioni (non sto parlando di fede che è ben altra cosa) sempre pronte a schiacciare a qualsiasi costo tutto ciò che va contro ai propri dogmi e della politica che deve strizzare l'occhio agli uni e agli altri per non perdere consensi. Così è per la protagonista che viene sottoposta a interrogatori simili a quelli della Santa Inquisizione perché è una scienziata atea, intellettualmente onesta, che non può accettare che fede e scienza siano messe sullo stesso piano. Non si arriva alla tortura fisica, ma uno degli inquisitori cerca subdolamente di farle ammettere che credere alla sua "storia" è un atto di fede. Alla fine anche il regista sceglie una strada "politica" quando fa dire a Palmer "Io ti credo" cioè che crede a Ellie come crede in Dio - quale Dio non è precisato, ma viene detto prima che è quello che impone ai suoi sacerdoti il celibato.
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marco panichi
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giovedì 25 dicembre 2008
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emozione e speranza tra fantasia e realtà
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Contact e' un film che affascina e commuove. Jodie Foster ci regala umanità con incredibile convinzione. La colonna sonora si integra benissimo con le immagini. La trama e' sufficientemente complicata quanto basta a raccontare una storia che tiene svegli; eppure e' tanto semplice quanto la storia dell'umanità stessa nel suo percorso nell'universo. I colpi di scena non mancano e tengono incollati al video. Delusione ed entusiasmo vengono calibrati perfettamente ed il mix fa aumentare il battito del cuore fin verso la fine, dove ci ritroviamo difronte ad una catarsi, una fine-non fine che ci compiace ma non ci completa. una parte di noi, com'e' giusto che sia, rimane un tassello vuoto e da lì si riconosce anche la generosità della storia nel lasciare al pubblico una sua possibilità di ragionamento.
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Contact e' un film che affascina e commuove. Jodie Foster ci regala umanità con incredibile convinzione. La colonna sonora si integra benissimo con le immagini. La trama e' sufficientemente complicata quanto basta a raccontare una storia che tiene svegli; eppure e' tanto semplice quanto la storia dell'umanità stessa nel suo percorso nell'universo. I colpi di scena non mancano e tengono incollati al video. Delusione ed entusiasmo vengono calibrati perfettamente ed il mix fa aumentare il battito del cuore fin verso la fine, dove ci ritroviamo difronte ad una catarsi, una fine-non fine che ci compiace ma non ci completa. una parte di noi, com'e' giusto che sia, rimane un tassello vuoto e da lì si riconosce anche la generosità della storia nel lasciare al pubblico una sua possibilità di ragionamento. filosofia e matematica sembrano accostarsi in un piano indefinito eppure così vicino ai personaggi che si ha l'impressione di toccare il significato profondo della vita osservando il film.
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renato c.
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mercoledì 1 dicembre 2010
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scienza e fede alternativi? no! complementari!
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Robert Zemeckis ci ha regalato un altro bel film. Fantascienza, si ma con molti significati. E' fatto molto bene e ricorda un po' "Forrest Gump" nei ricordi della scienziata bambina col padre. Nell'incontro col mancato sacerdote si accende un po' il dibattito tra scienza e fede. Ma perchè dovrebbero essere alternative? Io scrivo da credente! Dio ha creato l'universo e l'uomo; ha inoltre fatto all'uomo un grande dono: l'intelligenza! Ed è naturale che l'uomo la usi anche per scoprire le origini del mondo, perchè siamo qua ecc. Però ciò che riguarda il creato è più o meno dimostrabile scientificamente, ma perchè l'uomo vorrebbe dimostrare scientificamente anche l'esistenza di Dio? Dio ha chiesto di credere in Lui per fede, quindi provarne l'esistenza scientificamente è una cosa che mi ricorda un po' la torre di Babele! Comunque alla fine la scienziata ad il mancato sacerdote ammettono che ciò che cercano entrambi, anche se da due punti di partenza diversi, è la ricerca della verità! In fondo anche la scienziata è proprio atea? Nell'incontro con l'alieno non vede forse il padre? Ed ammettere la sopravvivenza dopo la morte non è forse credere in Dio? Personalmente dissento molto da coloro che dicono di credere in Dio ma non della sopravvivenza spirituale dopo la morte del corpo! Se questi credono in Dio, non credono proprio in un Dio buono e giusto ma in un Dio cattivo, che ci ha creati e poi ha detto:"Arrangiati!".
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Robert Zemeckis ci ha regalato un altro bel film. Fantascienza, si ma con molti significati. E' fatto molto bene e ricorda un po' "Forrest Gump" nei ricordi della scienziata bambina col padre. Nell'incontro col mancato sacerdote si accende un po' il dibattito tra scienza e fede. Ma perchè dovrebbero essere alternative? Io scrivo da credente! Dio ha creato l'universo e l'uomo; ha inoltre fatto all'uomo un grande dono: l'intelligenza! Ed è naturale che l'uomo la usi anche per scoprire le origini del mondo, perchè siamo qua ecc. Però ciò che riguarda il creato è più o meno dimostrabile scientificamente, ma perchè l'uomo vorrebbe dimostrare scientificamente anche l'esistenza di Dio? Dio ha chiesto di credere in Lui per fede, quindi provarne l'esistenza scientificamente è una cosa che mi ricorda un po' la torre di Babele! Comunque alla fine la scienziata ad il mancato sacerdote ammettono che ciò che cercano entrambi, anche se da due punti di partenza diversi, è la ricerca della verità! In fondo anche la scienziata è proprio atea? Nell'incontro con l'alieno non vede forse il padre? Ed ammettere la sopravvivenza dopo la morte non è forse credere in Dio? Personalmente dissento molto da coloro che dicono di credere in Dio ma non della sopravvivenza spirituale dopo la morte del corpo! Se questi credono in Dio, non credono proprio in un Dio buono e giusto ma in un Dio cattivo, che ci ha creati e poi ha detto:"Arrangiati!". Ci viene invece insegnato che Dio è buono e giusto; per cui perchè a tanti "cattivi" va sempre tutto bene mentre a moltissimi "buoni", tra cui milioni di bambini vengono riservate tante sofferenze? La risposta, per chi crede in Dio, può essere una sola: "Su questa terra siamo solo di passaggio, e dopo Dio provvederà a ricompensare i buoni ed i giusti ed a punire i malvagi!" Questa è la mia fede, tenendo anche presente che Dio è infinitamente misericordioso! Nel film si vedono poi quei fanatici religiosi che appartengono a sette che niente hanno a che fare con le varie religioni cristiane, e che ritengono la scienza e la vita su altri pianeti qualcosa di satanico! E per questo anche pronti ad uccidere! Dio ci ha donato la scienza invece per esplorare e conoscere meglio il suo creato, la sua opera, l'unica cosa che ci chiede è di non sovvertire la natura da come la creata Lui, perchè quasto porterebbe solo alla nostra autodistruzione! Ma cercare se esistono forme di vita sugli altri pianeti perchè dovrebbe essere peccaminoso? Quelle sette di fanatici, fanno più male alla religione che non l'ateismo! Per quel che riguarda ciò che credo io riguardo la vita sugli altri pianeti, ho la stessa idea dei protagonisti del film: "Se non ci fosse, l'universo sarebbe un grandissimo spazio sprecato!".
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