Carne tremula |
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Un film di Pedro Almodóvar.
Con Francesca Neri, Angela Molina, Liberto Rabal, Javier Bardem
Commedia,
durata 100 min.
- Spagna 1997.
- Medusa
uscita venerdì 14 novembre 1997.
MYMONETRO
Carne tremula
valutazione media:
2,96
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tragico e passionaledi MarcoDell''UtriFeedback: 1310 | altri commenti e recensioni di MarcoDell''Utri |
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venerdì 7 aprile 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tragico e passionale. Sul terreno accidentato di ‘Carne tremula’ (tratto dal libro di Ruth Rendell), Almodovar proietta il conflitto e le contraddizioni della colpa e della responsabilità; dell’innocenza (quella virginea di Victor) e del peccato; della fragilità e della violenza; del coraggio e della paura. Nel film del regista spagnolo, ciascuno dei personaggi è chiamato ad assumere e ad incarnare i tratti del simbolo morale, subito presentato sulla scena, secondo la sua indole, e quindi negato dallo sviluppo ‘tragico’ delle contraddizioni di cui il film si intesse - metafora possibile dell’esistenza. Ed allora all’innocente ingenuità di Victor (e ai richiami ‘semplici’ del suo amore ‘sessuato’, secondo il consueto stile almodovariano) è imposto il carico di una colpa non propria, di un delitto di cui l’autore è solo strumento nelle mani altrui, affinché ne paghi personalmente ed integralmente le conseguenze e la responsabilità. E allora la trasgressività fragile dei vizi di Elena (e la sensazione di una colpa da espiare e quindi ‘riparata’ da un matrimonio ‘dovuto’) diviene la premessa della conversione che fa della stessa Elena la donna votata alla cura filantropica dei bambini che abitano l’orfanotrofio da lei stessa finanziato. Ma attorno a lei (al nome/condanna di Elena) ancora la guerra e lo scontro…di uomini e di valori. La correttezza e la responsabilità del poliziotto David si sveleranno, in seguito, lo schermo della menzogna e del tradimento dell’amico; l’amico stesso, ubriacone e violento, si scopre l’uomo innamorato, accecato dal sentimento autentico per la donna che lo tradisce. E quest’ultima – la più tragica di tutte le figure del film (la più ‘tremula’ delle ‘carni’ del laboratorio morale almodovariano) -, che diviene (anima nera nel controluce della pellicola) il corpo su cui si abbattono il peccato dell’infedeltà, la passione tenera di un amore non ricambiato (“non ti chiedo di innamorarti di me, lo sarò io per tutti e due”) e, infine, – inevitabilmente - la morte.
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