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"Liar Liar"(Tom SHadyac, scritto da Paul GUay e Stephhen Mazur, 1997)parla di un avvocato abituato all'uso sistematico della menzogna, in rotta da due anni con la moglie ma attacatisismo al figlio di cinque anni, impegnato in una causa che vede una donna adultera impegnata a riscuotere una somma considerevole dal marito, con la scusa del fatto che all'epoca del,matiromonio lei era minorenne e per altri motivi. L'avvocato riuscirà a far valere il primo argomento ma poi, quasi"bloccato"da una srota di"voto"fatto dal figlioloetto che lo vuole sincero, non riesce più a mentire, si trova ad infliggersi delle punizioni corporali e a difendere in maniera complessivamente"monaca"la sua cliente. Ne avrà conseguenze anche professionali notevoli e si troverà a dover impedire la partenza della moglie, del bambino e del nuovo "quasi marito dlela moglie"per Bopston, dove l'uomo è chiamato quale amministratore di un grnade ospedale, facendo di tutto per bloccare l'aereo in partenza e riportando anche varie ferite. Ma tutto si sistemerà... Diciamo che questo"Liar Liar"riproduce fin troppo, pu rimanendo di per sé godibile come commedia, lo schema di "The Mask"del 1994, dove Jim Carrey, con tutte le sue smorfie, i dimenamenti, le gags di mimica facciale e corporea, riusciva a diverire, ma tra i due film c'è una differenza di fondo. qui il"messaggio"(direi meglio la produzione di senso)è chiaro: la ricostituzione o meglio la conservazione dle nucleo d familiare quale era originariamene costituito. Se vogliamo, un inno ai sentimneti, in particolare, ma non solo, per amore del figlio, cosa che in"The Mask"non c'è, dato che il personaggio del bancario mira sostanzialmente solo all'autoffermazione. Probabilmente il cambiamento tra un film e l'altro non è motivato in modo forte, ma dipende semplicemente dalla sceneggiatura, certo diversa dalla precedente e dalla volontà, comunque, di affermare qualcosa di nuovo rispetto al film anteriore di tre anni. Jim Carrey è protagonista indiscusso, ma certo nel film si nota anche la forza espressiva delle interprreti femminili, tra cui Maura Tierney, Anne Haney, Jennifer Tilly, mentrte tra i comprimari maschili "svetta" Jason Bernard, nella parte del giudice del processo principlae nel quale è impegnato il curioso avvocato in oggetto, dapprima menzognero per"professione"e poi invece costretto a dire il vero, seguendo il comandamento evangelico che impone di"non dire falsa testimonianza". El Gato
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