Alessandra Levantesi
La Stampa
Quando all’inizio di un film i protagonista muore, si capisce che ci attende o un flashback o una sorpresa. In Maximum Risk, dopo aver visto Mikhai alias Jean-Claude Van Damme schiantarsi contro il parabrezza di un’auto a conclusione di una rocambolesca fuga nelle stradine di Ville-Franche scopriamo che ben vivo è l’ignaro gemello Alain alias Van Damme, poliziotto nizzardo. Dato in adozione per povertà dalla mamma (Stéphane Audran) che per anni ha mantenuto il segreto, Mikhai aveva fatto strada come malvivente nell’ambito di Little Odessa, la mafia russa di New York; cosicché al buon Alain, per riscattare la memoria del fratello mai conosciuto e smascherare chi lo ha ucciso, non resta che assumemne l’identità e recarsi in America. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (2215 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 27 aprile 1997