Su un astronave uno scenziato pazzoide apre per mezzo di un robot stile artificieri, un cubo meccanico che libera i cenobiti, la storia prosegue tra futuro e flashback sul costruttore della scatola e sugli usi che se ne fecero nella Francia del XVIII secolo. Questo capitolo, brutto e noioso, vale poco niente quasi quanto i precedenti. Recitato male, realizzato male, nonostante un certo impegno da parte di Kevin Yagher, l'uomo che sta dietro al nome di Alan Smithee. La Miramax, scontenta del risultato complessivo scaricò Yagher e assunse Joe Chappelle (ah si, proprio di bene in meglio, per carità...) per girare alcune scene aggiuntive e rigirarne alcune di Yagher. Il risultato finale è quello che è. Non penso comunque che, anche con la versione di Yagher, che a detta sua approfondiva di più la psicologia dei personaggi, il film sarebbe andato molto più lontano. Il seguito riporterà la serie illogicamente al tempo presente (macchina del tempo in garage?)...
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