Imbarazzante b-movie a basso costo di produzione di genere horror e ottavo ed ultimo film dell’omonima saga, girato in meno di un mese da un regista, Steve White, che non sembra aver diretto altro in vita sua che quest’unico film. Il plot è in linea con gli altri Amityville e non sorprende, non spaventa, non avvince, ma ciò che stranisce, invece, sono i dialoghi di una banalità disarmante e la recitazione poco più che dilettantesca di un cast che sembra improvvisato.
Il tentativo di giocare sull’autoironia, con la trovata dello zombie fantasma che ammicca allo spettatore guardando in camera, fallisce miseramente sommerso com’è dalle innumerevoli scene in cui i personaggi cadono involontariamente nel ridicolo. L’inutile lunghissima sequenza finale con l’unica inquadratura sulla casa maledetta che brucia segna l’apoteosi dell’assurdo poiché, forse a causa di una svista dovuta ad un montaggio frettoloso, si vede la famigliola superstite che guardando il rogo ride per lo scampato pericolo. Ma il regista ha probabilmente dimenticato che nella scena precedente in quell’incendio cinque minuti prima ha fatto morire lo zio che si è sacrificato per salvare proprio loro.
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