Virus letale |
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Un film di Wolfgang Petersen.
Con Morgan Freeman, Donald Sutherland, Dustin Hoffman, Rene Russo, Kevin Spacey.
continua»
Titolo originale Outbreak.
Drammatico,
durata 127 min.
- USA 1995.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 13 aprile 1995.
MYMONETRO
Virus letale
valutazione media:
2,52
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Nuovi nemici per Hollywooddi Gianni LuciniFeedback: 29149 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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mercoledì 16 novembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Caduto il muro di Berlino, Hollywood deve trovare nuovi nemici per poter far agire i propri eroi. I filoni del terrorismo internazionale e della lotta al narcotraffico alimentano nuove storie, ma non bastano. Un tema non nuovo ma che fornisce nuovi stimoli è quello dell’insicurezza che aleggia nella società nordamericana. Gli Stati Uniti non sono un castello inespugnabile. Le sicurezze dei padroni del mondo possono essere minate da nemici subdoli, infinitamente piccoli e dalla tetragona stupidità di una parte del sistema. In Virus letale gli ottusi sono i militari o, meglio, una parte di essi perché anche l’eroe Sam Daniels veste la divisa quando non è in laboratorio a dare la caccia ai virus. Molte sono le paure che si intrecciano in questa storia dell’infezione mortale arrivata da lontano: l’Aids, le guerre batteriologiche, una scienza non neutrale, gli interessi segreti degli stati, le possibili deviazioni di parti dell’apparato di sicurezza, ecc. Con un budget di oltre 50 milioni di dollari, un paio di sceneggiatori di ottimo mestiere come Lawrence Dworet e Robert Roy Pool, un regista abile nel gestire questo tipo di storie come Wolfgang Petersen e un cast di tutto rispetto il film ha un solo nemico: la fretta. La Warner Brothers, infatti, deve battere sul tempo la 20th Century Fox che sta lavorando su una storia simile e ha già mobilitato i media per supportarne l’uscita. Il produttore Arnold Kopelson non ammette scuse, i tempi di lavorazione devono essere rispettati scrupolosamente, pena il fallimento dell’intera operazione. Forse per questa ragione sceneggiatori e registi scelgono la strada delle semplificazioni dei caratteri tipiche dei film di genere disegnando un cattivo senza tentennamenti come il generale Donald McClintok e un buono senza macchia né paura come il colonnello Sam Daniels. In ossequio ai “codici di genere” inventano poi un personaggio di collegamento tra i due più pavido che malvagio e con qualche sussulto di coscienza come il generale Billy Ford. Per i cinefili non mancano poi citazioni interessanti. L’arrivo del virus dallo Zaire sul suolo statunitense e la sua prima istallazione in una cittadina californiana ignara e impreparata ricalca la sceneggiatura di Aracnofobia di Frank Marshall, mentre il confronto finale tra i due generali interpretati da Donald Surherland e Morgan Freeman regala espliciti agganci a quello tra i Burt Lancaster e Kirk Douglas in Sette giorni a maggio di John Frankenheimer.
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