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Verdone torna al registro comico-macchiettistico e fa centro.
Il film è costruito come i suoi primi successi: tre personaggi per tre episodi uniti da un filo conduttore comune.
Penso che la marcia in più che ha trascinato la pellicola al successo stia nell'aver azzeccato il cast ed il montaggio.
Ottima la Gerini nei panni della coatta e bravissima anche la Pivetti nel ruolo della moglie del dottore maniaco-ossessivo.
Il film scorre a ritmo piacevole e centra qui e là qualche tormentone destinato a durare a lungo ("o' famo strano", "a' stronzi! che fate? 'ndo annate?...")
Per il resto non ci sono novità: Verdone da sempre mantiene il suo sguardo sui temi che lo interessano e che meglio riesce a raccontare:la solitudine, il vuoto morale colmato con l'apparenza e l'istrionismo. Una visione pessimistica e amara della società italiana e probabilmente del genere umano nel suo complesso.
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