laurence316
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sabato 4 febbraio 2017
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il primo film tutto in cgi: una pietra miliare
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Dopo anni di sperimentazione attraverso la realizzazione di numerosi cortometraggi animati (il filone dei "Corti Pixar" proseguirà anche dopo l'avvento dei lungometraggi, e continuerà a regalare spesso e volentieri piccoli capolavori), Lasseter, con l'appoggio di Jobs e della Disney, realizza il 1° lungometraggio animato interamente in computer-graphic della storia, scritto e riscritto più volte e da più mani, con una trama semplice ma non banale, facilmente assimilabile anche dai più piccoli. Diretto con competenza ed intelligenza, con cura nei particolari e credibili mimiche facciali, con un uso quasi simbolico della luci e con grande ricchezza di invenzioni e di citazioni varie e spassose, Toy Story è un divertimento assicurato, adatto ad accontentare un po’ tutti, per un'ora di travolgente comicità, azione ed ironia.
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Dopo anni di sperimentazione attraverso la realizzazione di numerosi cortometraggi animati (il filone dei "Corti Pixar" proseguirà anche dopo l'avvento dei lungometraggi, e continuerà a regalare spesso e volentieri piccoli capolavori), Lasseter, con l'appoggio di Jobs e della Disney, realizza il 1° lungometraggio animato interamente in computer-graphic della storia, scritto e riscritto più volte e da più mani, con una trama semplice ma non banale, facilmente assimilabile anche dai più piccoli. Diretto con competenza ed intelligenza, con cura nei particolari e credibili mimiche facciali, con un uso quasi simbolico della luci e con grande ricchezza di invenzioni e di citazioni varie e spassose, Toy Story è un divertimento assicurato, adatto ad accontentare un po’ tutti, per un'ora di travolgente comicità, azione ed ironia. Fantasioso e dettagliato, è realizzato con un'accuratissima perizia tecnica, frutto dell'impegno profuso da 110 animatori e tecnici, impegnati in oltre un anno di lavoro per creare gli effetti del film, utilizzando 300 processori per il rendering finale delle immagini. Ogni frame ha richiesto dai 30 ai 45 minuti di calcolo da parte di questi grandi processori, con un totale di 800.000 ore e 114.240 frames, in un film di appena 77 minuti, composto da 1561 inquadrature. Nel cast vocale, invece, troviamo T.Hanks a doppiare Woody e Tim Allen a doppiare Buzz (più che degnamente sostituiti nel doppiaggio italiano da Fabrizio Frizzi e Massimo Dapporto). Si può notare tra le più influenti fonti di ispirazione il corto Tin Toy del 1988, vincitore dell'Oscar. Toy Story è la perfetta sintesi di tutte quelle abilità e tecniche maturate da Lasseter & Co. nel corso di diversi anni, un film da vedere e di fondamentale importanza nello sviluppo dell'animazione digitale. Inserito nel 2005 nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso dei film da conservare. Prodotto con un budget di 30 milioni, è un grandissimo successo di pubblico (362 milioni incassati) che oltre che spianare la strada alla Pixar, apre le porte ad inevitabili seguiti.
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solidale snake
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mercoledì 2 gennaio 2008
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ottimo debutto della pixar
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Il primo vero film realizzato interalmente realizzato grazie all'ausilio della computer grafica è un'autentica esplosione di genialità e fantasia. I sentimenti messi in gioco dagli sceneggiatori (invidia, rabbia e risentimento) non si era mai visto in un film targato "Disney", creando una piacevole senso di disorientamento nello spettatore. Il lungometraggio presenta quindi più livelli di lettura rendendolo un film veramente "per tutti". Mi dispiace solo che questo film sia diventato famoso soprattutto per l'anomala (per i tempi) realizazzione e non per i contenuti effettivi, anche se non è da biasimare che la splendida realizazzione tecnica sia la peculiarità che salta prima all'occhio. Toy Story insomma è un film che consiglio a tutti, forse non è un capolavoro ma sicuramente ha aperto una finestra al cinema moderno.
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Il primo vero film realizzato interalmente realizzato grazie all'ausilio della computer grafica è un'autentica esplosione di genialità e fantasia. I sentimenti messi in gioco dagli sceneggiatori (invidia, rabbia e risentimento) non si era mai visto in un film targato "Disney", creando una piacevole senso di disorientamento nello spettatore. Il lungometraggio presenta quindi più livelli di lettura rendendolo un film veramente "per tutti". Mi dispiace solo che questo film sia diventato famoso soprattutto per l'anomala (per i tempi) realizazzione e non per i contenuti effettivi, anche se non è da biasimare che la splendida realizazzione tecnica sia la peculiarità che salta prima all'occhio. Toy Story insomma è un film che consiglio a tutti, forse non è un capolavoro ma sicuramente ha aperto una finestra al cinema moderno. Il secondo miglior film della pixar fino ad oggi.
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(di anonimo 214421344)
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lady libro
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sabato 20 novembre 2010
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storico film d'animazione
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Un film unico nel suo genere e nel suo stile, che tratta di sentimenti assai comuni fra le persone: gelosia, amicizia, rabbia, dolore...
Con un grande dose di fantasia, la Pixar dimostra che anche i giocattoli, se fossero vivi, sarebbero pressochè uguali a noi.
La storia di Woody, un cowboy di pezza e giocattolo preferito di un bambino di nome Andy, che viene letteralmente sostituito da un più moderno giocattolo spaziale: l'astronauta Buzz Lightyear.
L'invidia e la gelosia si inpadroniscono del cowboy, che farà di tutto pur di detronizzare il suo "rivale" finendo nei guai insieme a lui, il che li costringerà ad affrontare un lungo e pericoloso viaggio per tornare dal loro padroncino.
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Un film unico nel suo genere e nel suo stile, che tratta di sentimenti assai comuni fra le persone: gelosia, amicizia, rabbia, dolore...
Con un grande dose di fantasia, la Pixar dimostra che anche i giocattoli, se fossero vivi, sarebbero pressochè uguali a noi.
La storia di Woody, un cowboy di pezza e giocattolo preferito di un bambino di nome Andy, che viene letteralmente sostituito da un più moderno giocattolo spaziale: l'astronauta Buzz Lightyear.
L'invidia e la gelosia si inpadroniscono del cowboy, che farà di tutto pur di detronizzare il suo "rivale" finendo nei guai insieme a lui, il che li costringerà ad affrontare un lungo e pericoloso viaggio per tornare dal loro padroncino. E ben presto i due capiranno che ciò che li lega l'uno all' altro non è la rivalità, ma qualcosa di molto più profondo...
Un film spettacolare e indimenticabile, capace di emozionare e coinvolgere interamente ed emotivamente grandi e piccoli.
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ultimoboyscout
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venerdì 25 dicembre 2009
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un pezzo di storia nel mondo dell'animazione.
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Se si pensa che è uscito nel 1995 era un bel pezzo avanti!!! Grande tecnologia, sarà la base per i futuri e alternativi successi della Pixar. Storia bellissima adatta a bambini ma anche ai più grandi. Woody, giocattolo tradizionale, non si farà mettere i piedi in testa dall'ultimo arrivato, Buzz Lightyear, giocattolo nuovissimo e ipermoderno, al quale anzi dovrà anche salvare la vita. Entrambi faranno un passettino indietro e diventeranno amici per il più bel lieto fine...e anche Mr. Patato sarà finalmente accontentato. Bella la colonna sonora curata da Cocciante.
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marvelman
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giovedì 1 luglio 2010
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capostipite di capolavori
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Solo una parola per definire Toy Story nel complesso: FENOMENO. L'inseguimento finale del camion del trasloco resterà negli annali dell'animazione per sempre...il culmine del climax che è nel film e la brillante e classica conclusione per il primo grandioso lungometraggio 3D d'animazione! Woody e Buzz qui vengono lanciate come icone e capifamiglia di una lunga ,e sempre di ottima qualità, generazione di pellicole Disney/Pixar che continua a brillare ogni anno con le sue autocitazioni, sequenze divertenti, emozioni inattaccabili che lasciano la magia nel tempo invariata...vedendolo oggi viene un po' da sorridere perchè lo si paragona alle tecnologie d'animazione moderne ma la sua genuinità proprio come nel primo shrek o nella prima era
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Solo una parola per definire Toy Story nel complesso: FENOMENO. L'inseguimento finale del camion del trasloco resterà negli annali dell'animazione per sempre...il culmine del climax che è nel film e la brillante e classica conclusione per il primo grandioso lungometraggio 3D d'animazione! Woody e Buzz qui vengono lanciate come icone e capifamiglia di una lunga ,e sempre di ottima qualità, generazione di pellicole Disney/Pixar che continua a brillare ogni anno con le sue autocitazioni, sequenze divertenti, emozioni inattaccabili che lasciano la magia nel tempo invariata...vedendolo oggi viene un po' da sorridere perchè lo si paragona alle tecnologie d'animazione moderne ma la sua genuinità proprio come nel primo shrek o nella prima era glaciale è un bene prezioso di cui la casa del vecchio zio Walt abbonda ma da altre parti viene fuori in occasioni sempre meno frequenti anche se vengono sfornati ottimi prodotti per il divertimento di grandi e piccini
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mystic
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sabato 5 gennaio 2013
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un capolavoro adatto a tutti
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Andy è un bambino di una comune famiglia media americana e, in quanto figlio di una società votata al consumo, possiede giocattoli in quantità. Tra questi troviamo Woody (Tom Hanks), uno sceriffo di pezza eroe di stravaganti avventure e giocattolo preferito dal bambino, nonchè punto di riferimento per tutti gli altri balocchi, dai soldatini in plastica verde fino allo scorbutico Mr.Potato, a cui si staccano continuamente occhi e naso, passando per altri pupazzi anni '50. Tuttavia questa posizione privilegiata verrà messa in pericolo dall'ultimo capriccio di Andy: Buzz Lightyear (Tim Allen), una perfetta riproduzione di un ranger spaziale protagonista della nuova serie di cartoon televisivi per ragazzi.
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Andy è un bambino di una comune famiglia media americana e, in quanto figlio di una società votata al consumo, possiede giocattoli in quantità. Tra questi troviamo Woody (Tom Hanks), uno sceriffo di pezza eroe di stravaganti avventure e giocattolo preferito dal bambino, nonchè punto di riferimento per tutti gli altri balocchi, dai soldatini in plastica verde fino allo scorbutico Mr.Potato, a cui si staccano continuamente occhi e naso, passando per altri pupazzi anni '50. Tuttavia questa posizione privilegiata verrà messa in pericolo dall'ultimo capriccio di Andy: Buzz Lightyear (Tim Allen), una perfetta riproduzione di un ranger spaziale protagonista della nuova serie di cartoon televisivi per ragazzi.
"Toy Story" rappresenta la svolta nel campo dell'animazione più importante del ventesimo secolo. In altre parole, chi ha vissuto indimenticabili avventure al fianco di Nemo, Wall-e e Remy dovrebbe sapere che senza il capolavoro digitale (e non solo) di John Lasseter non ci sarebbe stata nessuna barriera corallina abitata da Marlin e Dory nè il ristorantino parigino invaso dai ratti.
Tornando a "Toy Story" non è difficile leggere in quella spasmodica ansia dei giocattoli di soddisfare Andy una metafora della società odierna. Ma ancor più evidentemente il film è una favola sul consumismo che invita a riflettere pur non essendo meditativo. Non c'è sempre il tempo di pensare perchè le scene si susseguono al ritmo scoppiettante e frenetico di un cartoon per bambini senza però diventare estenuante.
John Lasseter deve aver compreso che in qualche modo il primo film della Pixar avrebbe dovuto soddisfare grandi e piccini. E a pochi adulti sarà sfuggito il paragone tra i giocattoli di Sid il torturatore e una società senza pari opportunità. "Toy Story" non vuol essere un'opera di denuncia, bensì un lavoro sull'illusione e sugli attimi fuggenti. E sulle delusioni della vita e sull'accettazione. Ed è Woody il presonaggio più interessante: diventa eroe solo dopo essersi trasformato nel peggior antagonista dei suoi stessi amici e solo dopo aver intrapreso un qualcosa che somiglia molto ad un percorso di maturazione. Buzz è invece l'emblema dell'illusione, e a qualcuno sarà scappata qualche lacrima vedendolo scoprire la verità sul proprio essere mentre legge sul braccio di plastica "Made in Taiwan". Ma è il Planet Pizza, con quell'ambientazione tipicamente illusoria, la vera immagine di una società frenetica che inganna il povero ranger spaziale, ormai convinto di aver raggiunto lo shuttle per far ritorno sul proprio pianeta. Ma "Toy Story" abolisce l'immagine di un mondo a ritroso e il finale è rassicurante quanto l'abbraccio di un vecchio amico al punto di sfociare in un divertimento liberatorio. La pellicola è un invito attivo per i bambini a trattare bene i propri giocattoli e, premettendo che nessun fanciullo credera mai ad una fiaba tanto inverosimile, ad accontentarsi di ciò che si possiede; e badate bene, l'intelligenza paradossale del film consiste nell'aver rivoluzionato la storia dell'animazione usando come protagonisti dei vecchi balocchi senza valore economico. Perchè Lasseter e Co. hanno capito e dimostrato che la bellezza non consiste nel trionfo dell'estetica, ma nel trionfo dell'anima.
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pegg94
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lunedì 25 aprile 2011
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capolavoro
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Toy story 1,il capolavoro d'animazione al computer per eccellenza.
Storia incantevole,personaggi carismatici e simpatici,musiche molto belle e un'animazione incredibile(anche se però basta vedere toy story 3 per vedere quanto è megliorata cn il tempo).
L'inizio di una incredibile trillogia! CONSIGLIATISSIMO!!!!
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iasc085
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venerdì 21 ottobre 2011
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toy story (1995)
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TOY STORY(1995) di John Lasseter (*****)
Rivoluzione nel campo dell’animazione, primo lungometraggio animato realizzato interamente al computer.
Questo capolavoro rimarrà negli annali del cinema, Lasseter ci catapulta nel mondo dei giocattoli, che prendono magicamente vita quando gli esseri umani non sono presenti.
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TOY STORY(1995) di John Lasseter (*****)
Rivoluzione nel campo dell’animazione, primo lungometraggio animato realizzato interamente al computer.
Questo capolavoro rimarrà negli annali del cinema, Lasseter ci catapulta nel mondo dei giocattoli, che prendono magicamente vita quando gli esseri umani non sono presenti. Ci troviamo nella casa di Andy, dove Woody, un simpatico Cowboy, giocattolo preferito del bambino, gestisce con ordine e diligenza tutta la baracca. In casa Andy & Family stanno per trasferirsi e questo è motivo di preoccupazione per i simpatici personaggi animati, pensando che verranno abbandonati. A causa di questo trasloco, viene anticipato di una settimana il compleanno del piccolo, (fenomenale la scena in cui i soldatini vanno in missione - codice rosso – nel piano inferiore per informare gli altri, sui regali ricevuti dal ragazzo, per essere sicuri che nessuno venga rimpiazzato) che riceverà come regalo il mitico Space Ranger, Buzz Lightyear che crede di essere davvero uno Space Ranger e non un semplice giocattolo (spassosissime gag) . Woody, che si sente minacciato dal nuovo arrivato, tenterà di sbarazzarsi di lui ma finirà coinvolto in una serie di eventi a catena che entusiasmeranno grandi e piccini. I due finiranno col trovarsi nella temutissima casa del vicino Sid, ragazzo che tortura per divertimento tutti i suoi giocattoli, vero terrore dei nostri amici. Buzz si renderà finalmente conto di non essere uno Space Ranger, e di essere apprezzato per quello che è: un giocattolo forte come gli spiega Woody, che a sua volta l’aiuterà a salvarsi da una brutta fine, finale epico col tentativo dei due giocattoli preferiti del piccolo Andy, di agguantare il camion del trasloco prima che sia troppo tardi. Oscar speciale a Lasseter per la grande innovazione nel campo dell’animazione. 3 nomination invece per la Sceneggiatura Originale – Colonna Sonora e Canzone. Da applausi
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great steven
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domenica 22 aprile 2012
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un cartone multiforme e meraviglioso
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TOY STORY – IL MONDO DEI GIOCATTOLI (USA, 1995) di JOHN LASSETER § Quando i bambini dormono o non sono nella loro cameretta, i giocattoli si animano, parlano e hanno una vita propria. Così fanno anche quelli del giovanissimo Andy, il cui capo è il carismatico sceriffo Woody, rigorosamente in tenuta da cowboy con tanto di cappello e pistola. Ma quando il giorno del compleanno di Andy, il bambino porta in camera uno space ranger di nome Buzz Lightyear che non tarda a diventare il suo balocco preferito, in Woody sorge all’istante un’insopprimibile gelosia. I due si smarriranno una sera presso un distributore di benzina e cadranno accidentalmente tra le grinfie di Sid, vicino di casa di Andy e perfido manipolatore di giocattoli indifesi.
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TOY STORY – IL MONDO DEI GIOCATTOLI (USA, 1995) di JOHN LASSETER § Quando i bambini dormono o non sono nella loro cameretta, i giocattoli si animano, parlano e hanno una vita propria. Così fanno anche quelli del giovanissimo Andy, il cui capo è il carismatico sceriffo Woody, rigorosamente in tenuta da cowboy con tanto di cappello e pistola. Ma quando il giorno del compleanno di Andy, il bambino porta in camera uno space ranger di nome Buzz Lightyear che non tarda a diventare il suo balocco preferito, in Woody sorge all’istante un’insopprimibile gelosia. I due si smarriranno una sera presso un distributore di benzina e cadranno accidentalmente tra le grinfie di Sid, vicino di casa di Andy e perfido manipolatore di giocattoli indifesi. Dovranno organizzare un piano per evadere da quella angusta prigione e tornare dall'adorato proprietario. Questo fu il primo film in assoluto realizzato interamente con la grafica computerizzata, più precisamente mediante immagini in Hi-Di tendenti a riprodurre contesti circostanti ai protagonisti antropomorfi più verosimili possibile, e infatti le scenografie imponenti di Toy Story sorprendono e non smettono di lasciare anche lo spettatore più esigente a bocca aperta per la loro ricchezza, molteplicità, originalità e potenza descrittiva. Un’idea di base non certo nuova (dell’animazione di cose inanimate ne parlarono in passato autori letterari e musicali come Edgar Allan Poe, Jules Verne e Férenc Molnàr), ma che gli sceneggiatori Lee Unkrich, Andrew Stanton e Brad Bird hanno saputo sviluppare con arguta intelligenza e vivacità multicolore. La corsa finale verso il camion dei traslochi passerebbe a pieno titolo nell’antologia delle scene cult del cinema d’animazione. Le voci dell’edizione originale sono di Tim Allen e Tom Hanks rispettivamente per Woody e Buzz, sostituite in italiano da quelle eccezionali e anticonvenzionali di Fabrizio Frizzi e Massimo Dapporto.
Animazione; giudizio personale: 8 (buono)
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dandy
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mercoledì 6 aprile 2011
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hai degli amici nei tuoi giocattoli.
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Il primo lungometraggio in animazione digitale della storia,distribuito dalla Disney con la Pixar come produttrice(ne è stato in pratica il trampolino di lancio)e uno dei migliori cartoni di sempre.Se l'elogio di temi come l'amicizia,la solidarietà,la necessità di accettarsi è storia vecchia,l'idea di rendere esseri viventi i compagni di gioco più cari nell'infanzia(o per meglio dire di rendere reale ciò spesso e volentieri i bambini attribuiscono ai loro giocattoli)è straordinariamente azzeccata.L'animazione in CGI,allora fantastica,oggi è stata di gran lunga superata e non mancano inveromiglianze o buchi nel racconto(possibile che nessuno si accorga mai dei giocattoli muoversi fuori casa o per la strada?).
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Il primo lungometraggio in animazione digitale della storia,distribuito dalla Disney con la Pixar come produttrice(ne è stato in pratica il trampolino di lancio)e uno dei migliori cartoni di sempre.Se l'elogio di temi come l'amicizia,la solidarietà,la necessità di accettarsi è storia vecchia,l'idea di rendere esseri viventi i compagni di gioco più cari nell'infanzia(o per meglio dire di rendere reale ciò spesso e volentieri i bambini attribuiscono ai loro giocattoli)è straordinariamente azzeccata.L'animazione in CGI,allora fantastica,oggi è stata di gran lunga superata e non mancano inveromiglianze o buchi nel racconto(possibile che nessuno si accorga mai dei giocattoli muoversi fuori casa o per la strada?).Ma il fascino della trovata e soprattutto la simpatia dei personaggi(compresa la maggiorparte di quelli di contorno,come lo smontabile Mr.Potato,il complessato T-Rex,il cane Slinky)riescono a conquistare.Non manca oltre al divertimento e alla meraviglia,qualche riflessione inquietante più adulta(gli orrendi ma buoni "mostri" creati dal perfido Sid).Gli alieni dell'artiglio,qui solo comparse,avranno un ruolo cruciale nei sequel.Quattro nomination e un Oscar vinto.Woody e Buzz sono ben doppiati nell'edizione italiana da Fabrizio Frizzi e Massimo Dapporto(in originale Tom Hanks e Tim Allen).Eccezionale successo di pubblico,seguito da quello altrettanto grande della vendita dei gadget(ci fu il boom anche qui da noi).
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