patrickbateman47
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mercoledì 24 novembre 2010
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un cult straordinario.
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Film straordinario,frizzante,adrenalinico,romantico,noir,esplosivo,anni '90 allo stato puro un film che all'epoca fece flop ma come tutti i capolavori il film era troppo avanti per la sua epoca,con un Cameron che ancora funzionava prima di corrompersi alla commercialità più bieca e con una grandissima Kathryn Bigalow in stato di grazia e con un cast straordinario Strange Days anche se non raggiunge i livelli del capolavoro fanta-noir di Ridley Scott (nessun film può) può essere benissimo considerato il Blade Runner degli anni '90.
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jacopo b98
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venerdì 24 ottobre 2014
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il miglior sci-fi anni '90
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31 dicembre 1999, Lenny Nero (Fiennes) è un ex-poliziotto che spaccia dischetti su cui vengono registrate esperienze altrui su cui vengono registrati anche gli input sensoriali. Questi dischetti sono una droga illegale, chiamata squid. Nero riceve una clip su cui è registrato il brutale omicidio di una prostituta sua conoscente. Insieme alla guardia del corpo Mace (Bassett) e all’amico Max (Sizemore) si mette alla ricerca della verità, che sarà molto più truce e drammatica di quel che sembra a prima vista. Sceneggiato senza sbavature da James Cameron (ex-marito della regista) e Jay Cocks, è un thriller fantascientifico ad alta velocità e ritmo forsennato.
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31 dicembre 1999, Lenny Nero (Fiennes) è un ex-poliziotto che spaccia dischetti su cui vengono registrate esperienze altrui su cui vengono registrati anche gli input sensoriali. Questi dischetti sono una droga illegale, chiamata squid. Nero riceve una clip su cui è registrato il brutale omicidio di una prostituta sua conoscente. Insieme alla guardia del corpo Mace (Bassett) e all’amico Max (Sizemore) si mette alla ricerca della verità, che sarà molto più truce e drammatica di quel che sembra a prima vista. Sceneggiato senza sbavature da James Cameron (ex-marito della regista) e Jay Cocks, è un thriller fantascientifico ad alta velocità e ritmo forsennato. I temi trattati sono tanti e la Bigelow, come ci si aspetta, non lesina su spettacolari scene d’azione. Ma Strange Days non è solo un raffinato film d’azione ambientato alla fine del millennio: è una cupa parabola sulla fine del millennio che ci lascia andare verso un futuro cupo e senza certezze. E anche il lieto-fine forse così lieto non è: l’umanità è allo sfascio e il futuro è più cupo che mai. È un film drammatico, disperato, violento e spietato più della media del genere, ben costruito nel suo intreccio narrativo, teso ed angosciato fino alla fine, grazie ad una sceneggiatura una volta tanto più che buona e a una regia davvero di ferro. Molte sono le sequenze da antologia, su tutte la clip iniziale della rapina al ristorante in piano sequenza, per la quale la Bigelow ha dovuto creare appositamente ultraleggere telecamere 35mm. Fotografia eccellente di Matthew Leonetti e strepitose, furenti musiche di Peter Gabriel e Graeme Revell. Attori magnetici. Non sorprendentemente dimenticato dagli Oscar, è uno dei più grandi film di fantascienza degli anni ’90, un autentico capolavoro di genere. Il titolo deriva dall’omonima canzone dei The Doors.
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paolp78
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domenica 8 febbraio 2015
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metropolitano, per un pubblico giovane
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Notevole la sceneggiatura (trama intrecciata ed avvincente), che costituisce l'elemento di forza della pellicola, insieme all'ambientazione perfettamente riuscita, grazie ad una Los Angeles squallida e disordinata che si richiama molto a quella descritta in Blade Runner, di cui viene restituita la stessa atmosfera.
I numerosi personaggi, principali e di contorno, risultano tutti accattivanti e delineati con intelligenza; la scelta degli attori mi è parsa particolarmente azzeccata, tutti hanno la faccia giusta per il personaggio che sono chiamati ad interpretare, così che anche le loro performance mi sono apparse molto ben riuscite.
Vengono trattati, con maggiore e minore impegno, vari temi importanti e complessi (dalle tematiche socio/razziali ai profondi temi pscilogico-filosofici del rapporto coi propri ricordi ecc.
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Notevole la sceneggiatura (trama intrecciata ed avvincente), che costituisce l'elemento di forza della pellicola, insieme all'ambientazione perfettamente riuscita, grazie ad una Los Angeles squallida e disordinata che si richiama molto a quella descritta in Blade Runner, di cui viene restituita la stessa atmosfera.
I numerosi personaggi, principali e di contorno, risultano tutti accattivanti e delineati con intelligenza; la scelta degli attori mi è parsa particolarmente azzeccata, tutti hanno la faccia giusta per il personaggio che sono chiamati ad interpretare, così che anche le loro performance mi sono apparse molto ben riuscite.
Vengono trattati, con maggiore e minore impegno, vari temi importanti e complessi (dalle tematiche socio/razziali ai profondi temi pscilogico-filosofici del rapporto coi propri ricordi ecc.), ma l'obiettivo fondamentale della pellicola resta sempre quello di fornire puro intrattenimento, compito che viene assolto con successo.
La sceneggiatura è molto agevolata dalla trovata dello "squid", che facilita enormemente la scrittura, consentendo svariate soluzioni e trovate originali, ma in definitiva è molto meno originale di quanto voglia sembrare, alla base infatti c'è una trama che trova la sua forza in elementi classici: l'ottima definizione dell'ambiente in cui la storia si svolge; il variegato assortimento di personaggi, tutti ben delineati; l'intreccio di sentimenti contrastanti che coinvolgono più protagonisti ... ed ovviamente l'immancabile sorpresa finale, condita con qualche scena ad effetto.
Film profondamente americano, metropolitano, particolarmente calibrato sui gusti e le tendenze del pubblico più giovane, a cui è palesemente rivolto.
Il ritmo incalzante viene interrotto di tanto in tanto da qualche momento morto, che poteva forse essere evitato, contenendo così anche l'eccessiva durata della pellicola.
Regia ottima.
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jackiechan90
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mercoledì 11 marzo 2015
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gli anni 90 in un unico film.
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In un futuro(all'epoca) non molto lontano l'ex detective Lenny Nero(Ralph Fiennes) si prepara a festeggiare l'inizio dell'anno nuovo(il 2000 fine di un millennio, di un secolo, di un'epoca) spacciando lo squid, un'apparecchio che promette di fare vivere alle persone esperienze reali in diretta con gli occhi di chi registra queste esperienze. Propio a causa di uno di questi dischetti si ritroverà invischiato in guai più grandi di lui e gli servirà l'aiuto dell'amica Lornette(Angela Basset) per riuscire a uscirne vivo. Il film è un miscuglio di thriller, noir postmoderno e fantascienza cyberpunk(le strade buie e notturne e l'atmosfera apocalittica sono un chiaro riferimento a Blade Runner) ottenuto mediante un montaggio frenetico da parte della Bigelow che però riesc ad ottenre un buon effetto visivo tramite l'alternanza di rallenty e inquadrature brevi e caotiche.
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In un futuro(all'epoca) non molto lontano l'ex detective Lenny Nero(Ralph Fiennes) si prepara a festeggiare l'inizio dell'anno nuovo(il 2000 fine di un millennio, di un secolo, di un'epoca) spacciando lo squid, un'apparecchio che promette di fare vivere alle persone esperienze reali in diretta con gli occhi di chi registra queste esperienze. Propio a causa di uno di questi dischetti si ritroverà invischiato in guai più grandi di lui e gli servirà l'aiuto dell'amica Lornette(Angela Basset) per riuscire a uscirne vivo. Il film è un miscuglio di thriller, noir postmoderno e fantascienza cyberpunk(le strade buie e notturne e l'atmosfera apocalittica sono un chiaro riferimento a Blade Runner) ottenuto mediante un montaggio frenetico da parte della Bigelow che però riesc ad ottenre un buon effetto visivo tramite l'alternanza di rallenty e inquadrature brevi e caotiche. L'idea dello squid inoltre è un buon pretesto per ottenere una serie di piani-sequenza particolarmente elaborati(che anticipano di anni True detective) girati in soggettiva che ricalcano perfettamente l'occhio umano e danno esattamete l'idea di essere "dentro" il film. Si tratta di una vera e propira sfida, vinta dalla regista, per vedere fino a che punto si può spingere l'occhio della cinepresa. Non si può negare anche una certa dose di voyeurismo, tema che ricorre in tutto il film ed è il cuore centrale della vicenda. la telecamera qui diventa effetivamente la protesi maclhuniana del corpo umano(si pensi alla scena dell'amico disabile di Nero che grazie allo squid torna, con l'immaginazione, a camminare).La vista è l'organo del nuovo millennio e lo squid rappresenta la radicalizzazione di un'epoca sempre più iconocentrica, dominata dalle immagini. Considerando che il film è del 1995 si può dire che sia stato un film abbastanza profetico. Ovviamente il film ha un finale positivo nonostante tutto, scandito da un messaggio di speranza che si mescola con la musica dei Doors, che lascia presagire un futuro roseo per i protagonisti ma anche per il mondo. La storia purtroppo ha dato, almeno fino ad adesso, una smentita in questo senso. Rimane però un'ottima testimonianza dei timori e delle speranze di un'epoca mostrate attraverso una tecnologia(e una tecnica) che ancora oggi rimangono ineguagliabili.
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loveshock
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mercoledì 27 maggio 2015
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il futuro in arrivo...
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Film che vidi in premiere Italiana il 21 Settembre 1995 mentre all'epoca mi occupavo di realtà virtuale (fondai uno studio 3D pochi mesi dopo), il tema era rovente, molto "hip" si direbbe oggi, negli ambienti creativi.
Lo SQUID (Super Quantum User Interface Device) immaginato da Cameron/Bigelow non é una "droga" ma una tecnologia segreta militare "leaked" e caduta nelle mani del mercato nero e per questo illegale. Consente di vivere in prima persona, compresi tatto e olfatto, eventi registrati con il medesimo apparecchio e si sviluppa quindi un fiorente mercato illegale per gli amanti delle "esperienze forti".
Cinematograficamente il lavoro é ottimo, la trama un pò caotica, il montaggio della Bigelow é sinistramente perfetto e regala momenti ed emozioni nitide e a tratti scioccanti, le ambientazioni nichiliste alla Blade Runner sono molto "fine millennio" (con l'esordio tra l'altro agli effetti CGI della Digital Domain) e il cast decisamente azzeccato visto che come tutti i grandi film é praticamente l'esordio per parecchi "sconosciuti" che poi faranno grande strada (Fiennes, D'Onofrio).
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Film che vidi in premiere Italiana il 21 Settembre 1995 mentre all'epoca mi occupavo di realtà virtuale (fondai uno studio 3D pochi mesi dopo), il tema era rovente, molto "hip" si direbbe oggi, negli ambienti creativi.
Lo SQUID (Super Quantum User Interface Device) immaginato da Cameron/Bigelow non é una "droga" ma una tecnologia segreta militare "leaked" e caduta nelle mani del mercato nero e per questo illegale. Consente di vivere in prima persona, compresi tatto e olfatto, eventi registrati con il medesimo apparecchio e si sviluppa quindi un fiorente mercato illegale per gli amanti delle "esperienze forti".
Cinematograficamente il lavoro é ottimo, la trama un pò caotica, il montaggio della Bigelow é sinistramente perfetto e regala momenti ed emozioni nitide e a tratti scioccanti, le ambientazioni nichiliste alla Blade Runner sono molto "fine millennio" (con l'esordio tra l'altro agli effetti CGI della Digital Domain) e il cast decisamente azzeccato visto che come tutti i grandi film é praticamente l'esordio per parecchi "sconosciuti" che poi faranno grande strada (Fiennes, D'Onofrio). Citazione nichilista ulteriore é la prostituta Iris (Taxi Driver). Chicca: l'ottima Juliette Lewis, all'epoca fresca del successo in Cape Fear e poi Natural Born Killers...svela al pubblico una cosa che poi divverrà stranota ovvero la sua passione/talento quale cantante rock; le due canzoni nel film infatti sono effettivamente performate live da lei e dal suo gruppo musicale.
Quello che preconizzava il film sta per succedere tramite la tecnologia 3D immersiva Oculus Rift...sono di questi giorni le prime polemiche sull'uso di O.R. Per il porno...senza alcun limite/etica/controllo si svilupperanno presto mercati paralleli per "esperienze immersive" non proprio legali come ad esempio stupri real time o peggio venduti online su connessioni UltraWideband....
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danko188
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mercoledì 9 marzo 2016
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"sono il babbo natale del subconscio"
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Strani giorni ci hanno trovato | Strani giorni ci hanno raggiunti | Distruggeranno le nostre gioie casuali | Dovremmo andare a suonare o a cercare una nuova città.
Così recita la prima strofa di Strange Days ad opera di quello che è forse il gruppo più ermeneutico e dionisiaco della storia del Rock. Il brano psichedelico dei Doors presta, oltre al nome, anche connotati psichedelici e non, al capolavoro dell’accoppiata (vincente) Bigelow-Cameron.
Negli ultimi, strani giorni verrebbe da dire, dell’anno 1999, la Città degli Angeli futuristica e apocalittica è in fermento per l’avvento del nuovo millennio, nuovo secolo, nuovo anno.
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Strani giorni ci hanno trovato | Strani giorni ci hanno raggiunti | Distruggeranno le nostre gioie casuali | Dovremmo andare a suonare o a cercare una nuova città.
Così recita la prima strofa di Strange Days ad opera di quello che è forse il gruppo più ermeneutico e dionisiaco della storia del Rock. Il brano psichedelico dei Doors presta, oltre al nome, anche connotati psichedelici e non, al capolavoro dell’accoppiata (vincente) Bigelow-Cameron.
Negli ultimi, strani giorni verrebbe da dire, dell’anno 1999, la Città degli Angeli futuristica e apocalittica è in fermento per l’avvento del nuovo millennio, nuovo secolo, nuovo anno.
L’ex poliziotto Lenny Nero (Ralph Fiennes) si guadagna da vivere spacciando esperienze di vita altrui (wire trip clips), questa sorta di droga del futuro chiamata squid permette a chi ne fa uso, mediante un moderno apparecchio da applicare sul capo, di percepire/vivere in maniera sensoriale e cognitiva quanto registrato nella clip (playback), un comune (ora più di allora) dischetto.
Prodotto e scritto dall’ora ex marito James Cameron, il film della Bigelow si annovera di diritto e senza mezzi termini tra i migliori sci-fi di sempre. Un film che brilla di tenace abilità registica e di montaggio, con adrenalina ben distribuita in 2 ore e 20, pullulante di riferimenti alla cultura pop e punk degli anni’90, che ricrea nelle ambientazioni, grigie, cupe, fumose quei dolori e disillusioni propri di chi ha vissuto nel secolo più umanamente devastante della storia.
Aveva già sorpreso e incantato, Kathryn Bigelow, per l’estro di saper girare sequenze più movimentate in Point Break ove già un’incipit di tutto rispetto (girata con la steadicam) fungeva da presentazione impegnata al personaggio di Keanu Reeves, in Strange Days, col medesimo stile regala, in soggettiva e in piano sequenza una intro ancor più mozzafiato, che si rivelerà essere solo il primo di una lunga serie di stralci di talento di una regista donna, che non si risparmierà di mettere in scena nè violenti combattimenti, né stupri agghiaccianti.
Il personaggio del sempre strepitoso Ralph Fiennes, al suo secondo grande ruolo dopo Schindler’s List, si fa notevole personificazione di vizi (tanti) e virtù (poche), pregi e difetti dell’uomo moderno la cui sola presentazione è subito segno di frivola autoironia: “Io sono l'uomo magico. Il Babbo Natale del subconscio”. Antieroe iconico, poliziotto maldestro al punto di dimenticare il caricatore della sua Colt, che non sa difendersi a mani nude, che affranto, non può che trovar rifugio in quei ricordi che come gli viene ricordato: “sono fatti per svanire”, comelacrime nella pioggia(cito Blade Runner)di una donna (Juliette Lewis) che non lo ama più, di un amore che affiora solo in playback a cui la miglior alternativa è rappresentata una bottiglia di whiskey. Notevole la tematica centrale del film, la sostituzione/annullazione del proprio essere, la ricerca ostentata della felicità in un passato che non potrà ritornare e che si vede tramutarsi in evasione dal presente e ripudio di un futuro che nulla ha da offrire, come sottolinea il miglior amico del protagonista, Max (un eclettico Tom Sizemore).
Anche il tema dell’amicizia è ben rimarcato e vi risiede quello che è l’unico bagliore di ottimismo catartico del film: alla complicità e l’intesa che sussiste tra Lenny e Lonette "Mace" Mason (cazzutissima Angela Bassett). Sempre a tal proposito ho trovato straordinaria l’immagine in cui Lenny mostra la clip di un ragazzo che corre in spiaggia ad un amico senza gambe, una scena breve ma emotivamente straordinaria.
Nel cast spicca inoltre la performance di Michael Wincott, la cui fama è legata all’antagonista de Il Corvo, ruolo che con questo ha una certa assonanza manieristica, ma ad essere curiosa è la sua partecipazione al film The Doors di Oliver Stone.
In un mondo in preda alla più insperata anarchia, in cui non c’è speranza, in un mondo in cui un rapper di colore (e di successo) viene giustiziato da un poliziotto a sangue freddo, in un mondo in cui quello stesso poliziotto assetato di vendetta uccide chiunque si pari davanti al suo mirino, in un mondo in cui Gheddafi vince il Nobel per la Pace, non può esserci alcuna fine del mondo da attendere, perché la si sta già vivendo.
Voto 9
Danko188
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noia1
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martedì 6 settembre 2016
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fa-vo-lo-so.
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In un fine millennio distopico la nuova droga consiste nel vivere esperienze di altri tramite un dispositivo che si collega alla testa. Uno spacciatore però ne vede uno ben più interessante ed orrendo degli altri, inizia una storia ben più grande di lui e ben più pesanti di quanto non pensasse saranno le conseguenze.
La rappresentazione dell’immediato futuro, rispetto all’anno di uscita del film, adesso fa quasi ridere a vedere da come si sono svolte realmente le cose per noi tutti che le abbiamo vissute. Un dettagliato susseguirsi di soprusi in un mondo sempre avvolto nell’oscurità in un lieve occhiolino a Blade Runner, senza però quell’estremizzazione visionaria quindi ben più ruvido ed incisivo.
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In un fine millennio distopico la nuova droga consiste nel vivere esperienze di altri tramite un dispositivo che si collega alla testa. Uno spacciatore però ne vede uno ben più interessante ed orrendo degli altri, inizia una storia ben più grande di lui e ben più pesanti di quanto non pensasse saranno le conseguenze.
La rappresentazione dell’immediato futuro, rispetto all’anno di uscita del film, adesso fa quasi ridere a vedere da come si sono svolte realmente le cose per noi tutti che le abbiamo vissute. Un dettagliato susseguirsi di soprusi in un mondo sempre avvolto nell’oscurità in un lieve occhiolino a Blade Runner, senza però quell’estremizzazione visionaria quindi ben più ruvido ed incisivo. La cosa veramente sconvolgente però è che ora come ora i tratti portanti di questa rappresentazione coincidono quasi alla perfezione con ciò che è veramente la realtà di oggi, sì è vero che la regista ha esagerato ma è per una pura ricerca di uno stile cinematografico dedito ad intrattenere il pubblico, al di là di quel gusto distopico estremizzato il futuro di Strange Days non è poi così distante dalla realtà di oggi.
Si può definire come una vera e propria epopea noir, un incipit spumeggiane all’insegna di follia visiva e concettuale, una metropoli con ogni sorta di tipaccio in ogni angolo, tutta gente ben caratterizzata e mai realmente normale, ci si può aspettare di tutto da tutti. Poi pian piano che la storia si dipana si apre un mondo sempre più cupo e dove tutto e tutti si rivelano per quanto realmente pericolosi sono, non è solo l’eroe che salva la bella o un’indagine per scoprire chi ha fatto cosa, le questioni in ballo sono enormi, i dubbi profondi e dolorosi e forse in realtà non hanno risposta tutto sommato.
Il tutto è amalgamato da uno svolgimento fuori di testa pieno di protagonisti interessantissimi, su tutti un Ralph Fiennes scatenato e una Juliette Lewis che si dà come poche altre (anima ma anche tanto corpo e voce). In poche parole due ore della realtà contro la qualche dobbiamo scontrarci attraverso il folle, spietato e dolorosamente onesto occhio di Kathryn Bigelw che non fa sconti e non eccede perché le cose vanno così e basta. Forse una morale senza morale al di là del finale, le cose vanno così o colà e ciò che si può fare è solo combattere, arenarsi o cercare sotterfugi significa morire.
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jonnylogan
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sabato 22 giugno 2024
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la fine del mondo?
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La vigilia del secondo millennio osservata attraverso lo sguardo di Kathryn Bigelow ricorda molto La Città degli Angeli immortalata da Ridley Scott in Blade Runner (id.; 1982). Una Los Angeles perennemente avvolta in una penombra spettarle e in presenza di una bolgia di persone pronte ad affollarne disordinatamente le strade. E se nella pellicola dell’82 era il test Voight-Kampff a farla tecnologicamente da padrone, in tal caso è lo SQUID lo strumento per mezzo del quale vive e sopravvive Leonard ‘Lenny’ Nero, un Ralph Finnies lontano dai personaggi shakespeariani che l’hanno reso famoso. Scelto all’ultimo istante dopo che la regista aveva inizialmente pensato al Cubano Andy Garcia per il ruolo di protagonista, non prima di aver visto l’attore inglese nel ruolo del sadico ufficiale Amon Göth, in Schindler’s List – La lista di Schindler (Schindler’s List; 1993).
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La vigilia del secondo millennio osservata attraverso lo sguardo di Kathryn Bigelow ricorda molto La Città degli Angeli immortalata da Ridley Scott in Blade Runner (id.; 1982). Una Los Angeles perennemente avvolta in una penombra spettarle e in presenza di una bolgia di persone pronte ad affollarne disordinatamente le strade. E se nella pellicola dell’82 era il test Voight-Kampff a farla tecnologicamente da padrone, in tal caso è lo SQUID lo strumento per mezzo del quale vive e sopravvive Leonard ‘Lenny’ Nero, un Ralph Finnies lontano dai personaggi shakespeariani che l’hanno reso famoso. Scelto all’ultimo istante dopo che la regista aveva inizialmente pensato al Cubano Andy Garcia per il ruolo di protagonista, non prima di aver visto l’attore inglese nel ruolo del sadico ufficiale Amon Göth, in Schindler’s List – La lista di Schindler (Schindler’s List; 1993).
Finnies riesce a caratterizzare Nero grazie a una sana dose di auto ironia, lasciando ad Angela Bassett la parte più fisica e concreta della coppia di protagonisti e tramutando quindi il proprio personaggio, dal quale probabilmente sarebbe meglio allontanarsi molto rapidamente, in un anti-eroe della porta accanto capace di suscitare una sana dose di compassione. Oltre a Finnies ogni personaggio viene perfettamente delineato, inclusa la giovane cantante ed ex ragazza di Lenny: Faith impersonata da Juliette Lewis, che dando libero sfogo alla propria passione musicale (La Lewis è stata Leader del gruppo Juliette and the Licks) scelse realmente di cantare due hit di PJ Harvey non affidandosi al playback. Fino alla già citata Angela Bassett nel ruolo di una tassista per VIP che intravede in Nero qualche cosa di più di un semplice spacciatore di vecchi ricordi.
La regista divide con l’ex marito James Cameron e con il co – sceneggiatore Jay Cocks, che ampliò la sceneggiatura inizialmente di sole 90 pagine, il merito per una pellicola apparentemente pessimistica ma carica di pathos.Un thriller futuristico dalla trama efficace, cui vanno aggiunti ettolitri di adrenalina, generati sia da quella pompata nel sangue grazie alla filo trasmissione, ma anche grazie a una trama perfettamente orchestrata fra i meandri di una città in attesa del nuovo millennio.
Flop al botteghino, con appena 8 milioni di dollari d’incasso, a fronte di 42 spesi, Strange Days è stato nel corso degli anni ampiamente rivalutato sia dalla critica sia dal pubblico, creandosi uno zoccolo duro di fans sparsi per il mondo. Film che a oggi rimane ancora un caposaldo della letteratura cinematografica Cyberpunk e un giallo degno delle migliori pellicole del genere, da vedere almeno una volta nella vita se si desidera assaporare le medesime sensazioni di un vecchio thriller in bianco e nero e in stile hard-boiled.
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kondor17
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lunedì 14 aprile 2014
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visionario e raffinato
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Rivedendo questo film dopo tanti anni, devo dire che Bigelow-Cameron ci hanno quasi azzeccato. Siamo tutti, ora, chi più chi meno, dipendenti da immagini e informazioni non nostre, "indotte" e riportate. Dico quasi perchè la visione apocalittica di un mondo in rapido declino "morale" è ben lungi dal realizzarsi. Anzi sono proprio i media e la loro "tascabile" diffusione, il principale risveglio di una coscienza globale, da "V per Vendetta", diciamo, anche se sul fatto che l'uso smodato e inopportuno degli stessi porta insindacabilmente al baratro descritto dagli autori del film. Dopo quasi un ventennio dalla sua uscita, quindi, postarne un commento descrittivo o critico mi sembra quasi superfluo o inopportuno.
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Rivedendo questo film dopo tanti anni, devo dire che Bigelow-Cameron ci hanno quasi azzeccato. Siamo tutti, ora, chi più chi meno, dipendenti da immagini e informazioni non nostre, "indotte" e riportate. Dico quasi perchè la visione apocalittica di un mondo in rapido declino "morale" è ben lungi dal realizzarsi. Anzi sono proprio i media e la loro "tascabile" diffusione, il principale risveglio di una coscienza globale, da "V per Vendetta", diciamo, anche se sul fatto che l'uso smodato e inopportuno degli stessi porta insindacabilmente al baratro descritto dagli autori del film. Dopo quasi un ventennio dalla sua uscita, quindi, postarne un commento descrittivo o critico mi sembra quasi superfluo o inopportuno. Mi limito a dire che Ralph Fiennes (Lenny Nero) è un grande attore, allora come adesso; di Angela Basset (l'amica del cuore) e di Juliette Lewis (l'amata) non posso però dire la stessa cosa. Ottimi invece sia Sizemore (l'amico Max) che Wincott (il cattivo Philo). Lacunose e ridicole alcune scene e nel complesso un finale tutto fuochi d'artificio e sangue, con codina happyend, (quasi) tutto da dimenticale e comunque non all'altezza del film, di ottima fattura. Bella l'idea di una cam cerebrale, che usa il nervo ottico e la corteccia come imput per minidisk di sicurezza/godimento (gli squid), tecnologia sviluppata dalla security prima e abbandonata poi, diventando la droga digitale per interposta persona di fine millennio. D'altronde i LED glasses 3D-HD erano ben lungi, allora, da ogni immaginazione ed un "fez" digitale con parrucchino dona sicuramente di più.
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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politica e meta-cinema: riuscito a metà
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Ambientato a Los Angeles durante gli ultimi giorni del 1999, il film segue le vicende di Lenny Nero, un ex-poliziotto che vive spacciando clips per il "filo-viaggio", sulle quali vengono registrate esperienze altrui come realtà virtuale, che includono tutti i loro input sensoriali, come vista, udito, tatto ed olfatto, e che, tramite un lettore SQUID (Dispositivo d'Interferenza del Superconduttore Quantum) possono essere rivissute da chiunque.
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Ambientato a Los Angeles durante gli ultimi giorni del 1999, il film segue le vicende di Lenny Nero, un ex-poliziotto che vive spacciando clips per il "filo-viaggio", sulle quali vengono registrate esperienze altrui come realtà virtuale, che includono tutti i loro input sensoriali, come vista, udito, tatto ed olfatto, e che, tramite un lettore SQUID (Dispositivo d'Interferenza del Superconduttore Quantum) possono essere rivissute da chiunque. Essendo un progetto federale caduto sul mercato nero, questa tecnologia è considerata illegale. Nel frattempo Lenny scopre che Jeriko One, rapper militante che predica la rivoluzione, viene ucciso da alcuni poliziotti: questa informazione potrebbe portare a una rivolta popolare da parte dei cittadini afro-americani.
Il talento visivo della Bigelow è innegabile e le ambizioni sono molto alte. Come il discorso meta-cinematografico sul commercio dell'immagine filmata come necessità di evadere dalla reltà; questo aspetto si mescola spesso con la pornografia e il voyeurismo, visto che le clip più richieste hanno a che fare con sesso e morte. Ma c'è anche un aspetto più intimista: le immagini che ci permettono di vivere nei ricordi, nel passato, invece che nella realtà. Il protagonista è infatti ossessionato dalla sua precedente relazione, tanto da alienarsi rivivendo continuamente i momenti felici del suo rapporto con la ex compagna.
Dall'altra parte abbiamo una feroce critica alla società americana, fatta di politici corrotti e poliziotti razzisti. Il personaggio più interessante è infatti quello di Jeriko One(Glenn Plummer), ambiguo gangsta rap che diventa pericoloso per i potenti in quanto rischia di svegliare le coscienze del popolo con una buona dose di populismo, ma la cosa gli è permessa grazie sopratutto per il successo della sua musica e quindi grazie alla sua ricchezza.
Strange Days ha insomma un grosso potenziale che, purtroppo, non viene fruttato appieno e molti dei temi trattati rimangono in superficie.
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