Seven |
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Un film di David Fincher.
Con Brad Pitt, Morgan Freeman, Kevin Spacey, Gwyneth Paltrow.
continua»
Poliziesco,
durata 128 min.
- USA 1995.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 15 dicembre 1995.
MYMONETRO
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un cult movie dal finale memorabiledi figliounicoFeedback: 51029 | altri commenti e recensioni di figliounico |
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lunedì 1 aprile 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Rivisto dopo tanti anni si notano i difetti di quello che all’epoca risultò di tutta evidenza apparire a tutti come un capolavoro assoluto del genere thriller. Quello che rimane impresso nella memoria a distanza di tempo, ovviamente, è il finale ad effetto, tutto il resto, compresi alcuni dialoghi troppo lunghi e tediosi, l’avevo dimenticato. Rimane il miglior film di David Fincher o per lo meno l’unico ad essere diventato un cult movie. I tre personaggi principali sono costruiti in modo da accentuare la drammaticità dell’ultima raccapricciante sequenza, tutto il film è pensato ed architettato per predisporre lo spettatore nel giusto stato d’animo per essere colpito dalla scena madre finale. Il vecchio e disilluso detective a una settimana dalla pensione, un clichè del cinema noir, Morgan Freeman, assume pian piano nello sviluppo del plot i tratti tipici della figura paterna, che sembra colmare un vuoto affettivo nelle vite degli altri due protagonisti, Brad Pitt, il suo giovane e ambizioso collega appena trasferitosi a New York, dalle battute e dai modi infantili e dai discorsi adolescenziali, e la moglie, la fragile, indifesa Gwyneth Paltrow, un agnellino sacrificale che non ha altri a cui confidare l’angoscia di sentirsi smarrita nella fredda e pericolosa megalopoli, nemmeno un parente lontano da chiamare al telefono, se non il collega del marito. ll taglio delle inquadrature, spesso dal basso verso l’alto o di profilo, mai dirette e frontali sui volti degli attori, ed il gioco dei chiaroscuri creano l’inquietante e costante penombra in cui si muovono i personaggi. Non c’è in tutto il film una sequenza girata nella luce del sole. New York è sempre grigia sporca e piovosa. L’assassino, lo dice Caparezza, è Kevin Spacey, ma in questo caso la rivelazione dell’identità del serial killer non rappresenta il momento clou del film ma prepara alla terribile sorpresa finale.
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