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I soliti sospetti |
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Un film di Bryan Singer.
Con Stephen Baldwin, Kevin Spacey, Chazz Palminteri, Gabriel Byrne, Benicio Del Toro.
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Titolo originale The Usual Suspects.
Giallo,
durata 106 min.
- USA, Germania 1995.
- Lucky Red
uscita giovedì 30 novembre 1995.
MYMONETRO
I soliti sospetti  
valutazione media:
4,07
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un colossale raggiro.
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| lunedì 19 marzo 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Il capolavoro di Singer, che non ha più toccato questi livelli. I punti di forza sono due: Kevin Spacey claudicante, voce narrante e autore del raggiro e Cristopher McQuarrie, autore di una sceneggiatura tesa, vibrante e senza incertezze, entrambi premiati con l'Oscar. Scambiato per un seguace di Tarantino (e non lo è), Bryan Singer confeziona un'opera folgorante, stordente, che è una specie di remake in versione moderna di "Rapporto confidenziale" di Orson Welles: Kayser Soze è un pò Mister Arkadin, lo spettatorene è irretito, non lo si può ne vedere ne conoscere ma nemmeno evitare, mentre il ruolo dell'investigatore è preso da Verbal , interrogato e incalzato dall'investigatore stesso. Man mano che la storia viene raccontata, vengono forniti indizi e sembra che la verità stia venendo a galla. Tutto falso, è solo un'illusione, le carte, a ogni nuova scoperta, vengono scompigliate, così come i pensieri dello spettatore. La verità verrà mostrata solo quando ci vorrà essere mostrata, il thriller è costruito come un meccanismo perfetto in cui nulla è lasciato al caso o telefonato e che lo eleva, assieme a "Seven", a miglior di genere (seppur con sfumature diverse e su piani differenti) dell'ultimo ventennio. Attori in stato di grazia e regia meticolosa, che non ostenta ma si mette al servizio della storia e dei personaggi, e passerà alla storia anche per aver creato questa nuova figura di cattivo che terrorizza anche i peggiori fuorilegge. Ne esce il gioiello che non ti aspetti, enigmatico e coinvolgente, che si ispira ai modelli del noir più classico, che colpisce ancor più perchè diretto da un (allora) 28enne fin troppo spigliato e smaliziato che non si fa scrupoli a rimpinzare il film di trappole, furbate, inganni, retorica, ralenti, flash-back e falsi flash-back tanto da sembrare una parodia che si diverte a sbeffeggiare con irriverenza chi guarda. In ogni caso geniale.
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