Dice Stanley Kubrick di Besson."non è quello che io sono" .Tale dichiarazione resa nel 1997 lasciò tutti di stucco perché non aggiunse altro. Concediamo al grande maesto licenze di espresssione che ad altri non sarebbero cosentite .
Dice Luc Besson del suo "leon " : a volte l'intuizione è centrale in un progetto cinematografico,e questa mia intuizione mi ha consentito di mettere insieme un "duetto perfetto "; riconosco che nella vita a molte cose si realizzano per eventi impoderabili ed anche questo sodalizio di attori si è poi concretizzato perchè evidentemente doveva succedere così ".
Dice Ermanno Olmi di Besson."gli riconosco doti innumerevoli in primis , "equilibrio estetico."
ll soggetto e la sceneggiatura sono entrambi di Luc Besson ..
Jean Reno fu prescelto nel ruolo di Leon dallo stesso regista; il ruolo di Maltilda, alla fine . fu affidato a Natalie Portman che la regia considerò perfetta per il ruolo, dopo averla vista in scena “in qualche piccolo frammento di recitazione.”
Un Karma negativo sembra proprio sopraffare i protagonisti ma c’è anche voglia di riscatto e di tentare di intercettare luce e speranza.
Il tentativo di rincorrere attimi di serenità, quasi sconosciuti per i due protagonisti prendono corpo e si riscopre così”uno spazio di essere “.
Il soggetto di Luc Besson viene sviluppato con una liricità sorprendente, con poesia, anche se questi due connotazioni sono immersi nel dolore , nel male che ha ancora profonde radici ovunque.
Matilda e Leon quando riescono ad emergere dal pantano del male atavico,cominciano a disegnare insieme una favola delicata , piena di sentimenti puliti, di complicità,di mutua assistenza,’d’amore assoluto che trascende la dimensioni di limitati corpi fisici divenendo storia spirituale, di energie sottili, che in risonanza profonda, realizzano un perfetto evento sincronico, oltre i limiti di spazio e forma , oltre le regole .
Ovunque esiste l’opposto e qui , dove c’è un assassino, c’è anche la forza di immolarsi per salvare ciò che deve e può resistere:Maltilda.
Dove c’è apparente fragilità emergono prorompenti energie insospettabili che prendono corpo grazie ad un contato realizzato con l’essenza profonda delle vita .
Matilda e Leon sono legati in profondità dal dolore accumulato, dall’indifferenza del mondo, che non sente , che nella falsità , non cerca più nulla.
Colpisce la scena finale dove lo zoom della regia intercetta la piantina difesa da entrambi, simbolo della continuità, dell’ unicità, della condivisione .
E’ film d’amore assoluto. Splendido dove la caratterizzazione dei personaggi , particolarmente azzeccata,fa viaggiare tutto al meglio , regalando una pagina di cinematografia superba,che resterà per sempre nelle nostre emozioni.
Concludo con una nota su Natalie Portman: nell’interpretare il ruolo di Matilda si è imposta per la sua interpretazione spregiudicata, al di fuori dagli schemi,libera, energetica, dissacratoria, l’imprevedibilità mentre nella vita reale è persona , oculata , controllata, rigidamente tradizionale, molto razionale.Una delusione ?No, significa solo che è una grande professionista , capace di impersonare ruoli che necessariamente non si rispecchiano in lei, ma che divengono occasione di espansione e di conoscenza.
Grazie
Weach illuminati
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