riccardo76
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domenica 20 novembre 2011
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un'alchimia di suoni, colori ed emozioni
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Ritorna sui grandi schermi uno dei classici Disney più amati in assoluto, in una veste davvero splendente. Stavolta i Walt Disney Animation Studios hanno davvero superato se stessi, riuscendo a trasformare una “vecchia” pellicola in disegno a mano bidimensionale (pur sempre maestosa) in un sorprendente 3D, dove i bellissimi paesaggi della savana prolungano i loro orizzonti verso un emozionante quanto vertiginoso infinito, mettendone in risalto i vari piani e dove inquadrature acrobatiche risultano sorprendentemente efficaci in stereoscopia, come se fossero state ideate appositamente per questa nuova tecnica.
Certo, pur essendo un classico, Il Re Leone appartiene al cosiddetto “rinascimento disneyano”, vale a dire a quella serie di pellicole d’animazione che riuscirono a riportare al successo la casa Disney negli anni ’90, cambiando la formula e valendosi anche del supporto tecnologico, quale l’animazione digitale.
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Ritorna sui grandi schermi uno dei classici Disney più amati in assoluto, in una veste davvero splendente. Stavolta i Walt Disney Animation Studios hanno davvero superato se stessi, riuscendo a trasformare una “vecchia” pellicola in disegno a mano bidimensionale (pur sempre maestosa) in un sorprendente 3D, dove i bellissimi paesaggi della savana prolungano i loro orizzonti verso un emozionante quanto vertiginoso infinito, mettendone in risalto i vari piani e dove inquadrature acrobatiche risultano sorprendentemente efficaci in stereoscopia, come se fossero state ideate appositamente per questa nuova tecnica.
Certo, pur essendo un classico, Il Re Leone appartiene al cosiddetto “rinascimento disneyano”, vale a dire a quella serie di pellicole d’animazione che riuscirono a riportare al successo la casa Disney negli anni ’90, cambiando la formula e valendosi anche del supporto tecnologico, quale l’animazione digitale. Quindi non c’è da stupirsi poi così tanto se alcune scene risultano particolarmente adatte alla stereoscopia, riuscendo ad esprimere un senso di realismo sorprendente: si veda, per esempio, la sequenza della mandria di gnu impazzita, che già all’epoca suscitò non poca meraviglia agli occhi degli spettatori non ancora abituati a certi effetti speciali.
Comunque, nuova veste a parte, il film rimane sempre un capolavoro da gustare e rigustare all’infinito e, anche per chi lo facesse regolarmente tra le mura domestiche attraverso l’home video, il ritorno sul grande schermo costituisce sicuramente un’importante occasione da non perdere.
Il film si rivela infatti come un potente veicolatore di forti emozioni, scaturite da un sapiente quanto magnifico miscelarsi di immagini, musiche e contenuto. Si prenda ad esempio l’incipit dell’opera, sicuramente uno dei migliori della storia del cinema, dove le bellissime note di The Circle of Life, splendidamente tradotte ed eseguite dalla bravissima Spagna, si mescolano alle maestose immagini di tutti gli animali della savana che si accingono a prostrarsi di fronte alla nascita del loro futuro re, e si insinuano nel cuore dello spettatore in una trionfante alchimia di suoni, colori ed emozioni, che finisce per sconvolgerlo emotivamente. Tale esperienza non manca di verificarsi in altri numerosi momenti del film, emozionando talmente lo spettatore da farlo esplodere in un lungo applauso finale, dove le lacrime si dissolvono nei sorrisi e nell’entusiasmo della sala.
Non capita spesso di assistere a tali esperienze in un cinema: ci riescono pochissimi film di grandissimo spessore drammatico a provocarle, ma ci riescono anche “piccoli” “cartoni animati” come questo, che, anche se si rivolgono soprattutto ai bambini, riescono a raggiungere il cuore del pubblico di tutte le età.
Perché non si può considerare solo per i più piccoli un film che trae la sua struttura di fondo da capisaldi della letteratura universale, quali l’Hamlet di Shakespeare e addirittura la Bibbia. Impossibile infatti non pensare alla storia dell’avvelenamento del re della Danimarca da parte del fratello Claudio per salire al trono e al tentativo di disfarsi del nipote Amleto, così come a quella di Mosè scampato da piccolo al massacro e ritornato da adulto per liberare il suo popolo dalla schiavitù di un tiranno. Soprattutto se ad esso si associano tematiche “adulte” quali la morte, il tradimento e la rielaborazione del lutto e del senso di colpa, tematiche che all’epoca crearono non poco scalpore per un film “da bambini”. In effetti, tali temi fanno de Il Re Leone uno dei classici più maturi, anche se il messaggio di fondo rimane sempre uno dei più universali ed educativi. Come cita il titolo della bellissima canzone, vincitrice del premio Oscar, infatti, il film vuole essere un solenne inno alla vita, rappresentata come un grande cerchio, al quale fanno parte tutte le creature terrestri, dalla più minuscola alla più grande, tutte meritevoli di rispetto, riferendosi non solo, in senso universale, alla catena alimentare, ma anche alla vita di ogni singolo essere, che partendo dalla nascita, arriva alla morte, passando attraverso infanzia, adolescenza e maturità, fino a lasciare il posto ad un’altra vita, che ripercorre lo stesso cerchio all’infinito.
Seguendo le varie fasi della vita di Simba, il film ripercorre, così, la vita di ogni uomo, evidenziandone le varie caratteristiche, quali: la curiosità e l’incoscienza dell’infanzia, la spensieratezza dell’adolescenza, simboleggiata dalla filosofia scacciapensieri “Hakuna Matata”, utile a rimuovere il senso di colpa e a sopravvivere in questa fase, ma non più accettabile nel periodo della maturità, quando ormai non si può più sfuggire alle proprie responsabilità, fino alla nascita di una nuova creatura, e l’inizio di un nuovo giro sulla grande giostra della vita.
Come era iniziato, il film quindi si chiude, in un cerchio commovente quanto infinito, come l’orizzonte di un’alba nella savana.
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renato c.
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giovedì 22 luglio 2010
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il cerchio della vita
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Stupendo come disegni e animazione (anche senza "multiplane camera") come espressioni e come carattere dei personaggi, è ottimo anche come soggetto. I° classico Disney con soggetto originale, cioè storia scritta tutta appositamente per il film, si ispira comunque a Bambi (la nascita del nuovo principe della foresta e la morte prematura del padre) e soprattutto ad Amleto (il perfido zio che uccide il fratello per diventare re). Il primo film d'animazione composto esclusivamente da animali (in Bambi c'era l'uomo nella parte del cattivo anche se non lo si vedeva!).
Dopo le bellissime scene iniziali di ambientazione africana accompagnata dalle bellissime note del "Cerchio della vita",
inizia la storia del leoncino che vorrebbe fare subito tutto quello che vuole e viene indotto alla calma ed alla saggezza dal padre Mufasa, che secondo me, è il miglior personaggio del film, felicemente doppiato in Italiano da Vittorio Gassman (in certi punti il volto del leone pareva avesse una certa somiglianza col grande attore Italiano!).
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Stupendo come disegni e animazione (anche senza "multiplane camera") come espressioni e come carattere dei personaggi, è ottimo anche come soggetto. I° classico Disney con soggetto originale, cioè storia scritta tutta appositamente per il film, si ispira comunque a Bambi (la nascita del nuovo principe della foresta e la morte prematura del padre) e soprattutto ad Amleto (il perfido zio che uccide il fratello per diventare re). Il primo film d'animazione composto esclusivamente da animali (in Bambi c'era l'uomo nella parte del cattivo anche se non lo si vedeva!).
Dopo le bellissime scene iniziali di ambientazione africana accompagnata dalle bellissime note del "Cerchio della vita",
inizia la storia del leoncino che vorrebbe fare subito tutto quello che vuole e viene indotto alla calma ed alla saggezza dal padre Mufasa, che secondo me, è il miglior personaggio del film, felicemente doppiato in Italiano da Vittorio Gassman (in certi punti il volto del leone pareva avesse una certa somiglianza col grande attore Italiano!).
Il cuccioletto un po' incoscente che canta "Voglio diventar presto un re", per essere libero di fare ciò che vuole, rappresenta una certa incoscenza giovanile ignara delle responsabilità che si dovrà prendere; inoltre il leoncino quanda cantava così non si rendeva forse conto che per diventare re sarebbe dovuto morire il suo amato padre! A tragedia avvenuta, Simba accetta la compagnia di Timon e Pumbaa, due simpaticissimi personaggi, per voler lasciare indietro il passato e dimenticare la tragedia di cui si sente responsabile! Ma arriva poi la sua amata Nala e lo stregone Rafiki a fargli capire che non deve pensare solo a se stesso ma che c'è bisogno di lui per risollevare il suo paese e rimediare ai danni del perfido zio Scar. Sono bellissimi i momenti in cui Simba guarda il cielo accompagnato da quella bellissima musica con coro! Ed alla fine, dopo aver conosciuto la verità sulla morte del padre, e la vendetta sul perfido zio Scar, il cerchio della vita continua, col matrimonio tra Simba e Nala e la nascita di un nuovo principe leoncino (come in Bambi). Trama di stupendo significato morale, simpatia dei personaggi specie Timom e Pumbaa, Scar riesce addirittura farsi odiare, ed ottima animazione il tutto accompagnato dalle bellissime musiche di Tim Rice ed Elton John "Il re leone" entra degnamente nella schiera dei migliori classici Disney!
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oscar
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sabato 3 ottobre 2009
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ogni punto di vista
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Ogni anno la Disney ci regala emozioni, sentimento e passione. Questa volta ha superato se stessa. La storia di un leoncino che perde il padre per colpa dello zio invidioso, e quel che è peggio è che si crede il colpelvole.....ed è costretto a fuggire. Un ottima regia accompagnata da un impeccabile colonna sonora (Hans Zimmer) e da canzoni da oscar (Elton John) ci regalano risate meritate, pianti e riflessioni. La paterntià compare sottoforma di un facocero e una mangusta, che aiutano il protagonista, insieme all'amica del cuore che non vede da tempo, a riconquistare il coraggio e il trono perduto. L'atmosfera si alterna: cupa di notte e tragicomica di giorno. Per fortuna che Smba nasce di mattina.
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Ogni anno la Disney ci regala emozioni, sentimento e passione. Questa volta ha superato se stessa. La storia di un leoncino che perde il padre per colpa dello zio invidioso, e quel che è peggio è che si crede il colpelvole.....ed è costretto a fuggire. Un ottima regia accompagnata da un impeccabile colonna sonora (Hans Zimmer) e da canzoni da oscar (Elton John) ci regalano risate meritate, pianti e riflessioni. La paterntià compare sottoforma di un facocero e una mangusta, che aiutano il protagonista, insieme all'amica del cuore che non vede da tempo, a riconquistare il coraggio e il trono perduto. L'atmosfera si alterna: cupa di notte e tragicomica di giorno. Per fortuna che Smba nasce di mattina. In questo capolavoro Disney (il primo senza essere rovinato dall'uomo) compare un'altra figura allegorica: un simpatico babbuino esperto del kung fu, senza cui Simba non ce l'avrebbe fatta. E si sa, i cattivi la pagano: il povero zietto viene sbranato dalle iene, prima alleate, che si vendicano per l'insulto ricevuto dal malvagio leone. Difatti Scar aveva riferito a Simba, per non farsi uccidere, che tutto quello che gli era capitato era opera delle iene. Percui Scar è simbolo di perversione, nato dall'odio, dall'invidia e, impazzito per il potere, fa quasi morire di fame il branco. Ma dopo tutte queste disavventure il lieto fine non manca: il cielo dona a Simba e a Nala un pargoletto, che viene battesimato da Rafiki, come era successo all'inizio proprio con il padre. Da questa fine, nasce un inizio.
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paolo bisi
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lunedì 14 novembre 2011
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il film della maturità per la disney
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Il leoncino Simba cresce con felicità e serenità nel regno governato dal padre Mufasa, con la consapevolezza che un giorno diventerà re. Sentendosi colpevole per aver causato la morte del padre, che cercava di salvarlo, Simba fugge lontano e viene allevato dal facocero Pumba e dal suricato Timon, cercando di dimenticare il triste passato. Solamente molto tempo dopo, grazie agli incontri con Nala, sua amica d'infanzia con cui sboccerà l'amore preannunciato da tutti, e col vecchio babbuino Rafiki, Simba si deciderà a tornare nel regno per rivendicare il trono e sfidare il malvagio zio Scar, vero responsabile della morte di Mufasa. Considerato il 32° classico Disney, è un film che rappresenta una svolta nel percorso della casa produttrice americana: per la prima volta infatti la trama si basa completamente su una storia originale e senza personaggi umani, impreziosita in modo netto e spettacolare dalle nuove tecniche del cosidetto "Rotoscope", particolarmente evidente nella celebre sequenza della gola.
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Il leoncino Simba cresce con felicità e serenità nel regno governato dal padre Mufasa, con la consapevolezza che un giorno diventerà re. Sentendosi colpevole per aver causato la morte del padre, che cercava di salvarlo, Simba fugge lontano e viene allevato dal facocero Pumba e dal suricato Timon, cercando di dimenticare il triste passato. Solamente molto tempo dopo, grazie agli incontri con Nala, sua amica d'infanzia con cui sboccerà l'amore preannunciato da tutti, e col vecchio babbuino Rafiki, Simba si deciderà a tornare nel regno per rivendicare il trono e sfidare il malvagio zio Scar, vero responsabile della morte di Mufasa. Considerato il 32° classico Disney, è un film che rappresenta una svolta nel percorso della casa produttrice americana: per la prima volta infatti la trama si basa completamente su una storia originale e senza personaggi umani, impreziosita in modo netto e spettacolare dalle nuove tecniche del cosidetto "Rotoscope", particolarmente evidente nella celebre sequenza della gola. I personaggi sono innovativi, divertenti e mai banali. Ottime le musiche di Hans Zimmer (vincitore dell'oscar per la colonna sonora), alle quali si aggiungono le canzoni di Elton John, tra cui la famosa "Can you feel the love tonight", premiata con l'Academy Awards. Film per grandi e piccoli, ha avuto un enorme successo mondiale. Nel 2011 esce in una spettacolare versione 3D curata da John Lasseter.
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sawclaudio
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sabato 29 gennaio 2011
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fantastico
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Sicuramente è il cartone animato più bello di tutti i tempi. La colonna sonora è bellissima come il significato profondo che ti lascia. Un'animazione che si apprezza forse di più quando si è grandi, ma che lascia qualche gioia anche ai bambini.
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fedson
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domenica 3 marzo 2013
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il re disney!
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Ennesimo capolavoro dell'animazione disneyana. Ambientando la storia in Africa, Walt Disney si ispira alle vicende bibliche di Giuseppe e Mosè, nonché all'opera letteraria dell'Amleto di William Shakespeare, producendo così il suo 32° classico Disney che si rivelerà uno dei più influenti ed importanti film d'animazione del mondo! Nella savana africana, il re leone Mufasa dà alla luce il piccolo Simba, prossimo erede al trono. Il fratello di Mufasa, Scar, metterà su un piano per rovesciare il trono e prendere il comando del branco. Come già detto, la storia sembra ispirarsi chiaramente alla vicenda dell'Amleto shakesperiano; ma sta proprio qui la bellezza del film.
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Ennesimo capolavoro dell'animazione disneyana. Ambientando la storia in Africa, Walt Disney si ispira alle vicende bibliche di Giuseppe e Mosè, nonché all'opera letteraria dell'Amleto di William Shakespeare, producendo così il suo 32° classico Disney che si rivelerà uno dei più influenti ed importanti film d'animazione del mondo! Nella savana africana, il re leone Mufasa dà alla luce il piccolo Simba, prossimo erede al trono. Il fratello di Mufasa, Scar, metterà su un piano per rovesciare il trono e prendere il comando del branco. Come già detto, la storia sembra ispirarsi chiaramente alla vicenda dell'Amleto shakesperiano; ma sta proprio qui la bellezza del film. Parliamo di un assoluto caposaldo dell'animazione cinematografica posto su un piedistallo, un'opera dal grandissimo potere di incantare tutti noi con le sue vicende e i suoi personaggi, uno più bello dell'altro! Si tratta, infatti, di personaggi di sembianze animalesche (leoni, iene, scimmie e chi più ne ha più ne metta), che vengono dotati di un'umanità così profonda, pura e rara da sembrare veri e propri esseri umani che parlano e giocano e pensano come noi! "Esseri umani" caratterizzati da uno spirito così semplice ed elementare che riesce a sorprenderci per tutta la durata del film, specie nelle scene drammatiche. A proposito di queste, si parla di un film che ingarbuglia abilmente scene divertenti, musicali e fresche con scene tristi e drammatiche, insieme a momenti di profonda riflessione ambientati in un'Africa che sembra sussurrare, tramite i suoni degli animali in lontananza e la sua vegetazione, una dimensione di pace, di libertà e di armonia (non per nulla è uno dei pochi film Disney nel quale non sono presenti esseri umani, altrimenti il risultato sarebbe stato oltremodo diverso). Le canzoni, composte da Hans Zimmer e scritte da Tim Rice, sono elementi che qui assumono una rilevanza spettacolare e che si possono riassumere in una sola parola: EPICHE. Sono canzoni che vanno a comporre una colonna sonora grande, immensa e maestosa (proprio come i personaggi del film), una soundtrack che culla un'armonia lontana, selvaggia e naturale fine alle immense praterie e deserti appartenenti al grande territorio dell'Africa, reso ancora più reale nel film dalla presenza (nella colonna sonora) di cori africani che ci trascinano, insieme ai suoi colori e la sua magia, nel continente nero (premio Oscar alla migliore colonna sonora). I personaggi, come già detto, vengono resi umani e spontanei, questo grazie anche al grande lavoro di un cast a cinque stelle: Jonathan Taylor Thomas (Mufasa), Jeremy Irons (Scar), Whoopi Goldberg (Shenzi, la iena), Rowan Atkinson (Zazu, fedele maggiordomo reale), Nathan Lane (nel ruolo di Timon, mostrandosi un'abile doppiatore), e tanti altri! Ma la magia del "Re Leone" è affidata anche ad un uso cromatico sui disegni che rispecchiano fedelmente i selvaggi colori africani, i quali, combinandosi con le magistrali colonne sonore di Zimmer, ci fanno immergere ancora più a fondo in un mondo ostile e pericoloso quale è la natura, ma dotato di impercettibili valori che rendono ancora più grandioso il film. La sceneggiatura, scritta da Linda Woolverton, racchiude una grandissima storia che tende a racchiudere una grande scala di emozioni per mezzo di frasi e parole intense, prive di qualsiasi banalità e dotate di una profondità pazzesca (si ricordano le grandissime lezioni di vita del saggio Rafiki, il personaggio più riuscito di tutti). Ambientazioni naturalissime e disegnate con uno stile orientale e selvaggio, musiche portanti testi che raccontano di una filosofia che parla di libertà, poesia e amicizia (Hakuna Matata), personaggi impeccabili e descritti da una regia ottima! Film perfetto nella sua bellezza, insindacabile nella sua innocente elementarità, sublime nelle sue colonne sonore e circondato da una magia, così emozionante ed entusiasmante, che solo i film Disney sono in grado di raggiungere! Grandissimo ed indiscusso ritorno di Disney, che fa di lui il re dell'animazione e della magia! Il Re Disney!
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un critico
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mercoledì 10 settembre 2014
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recensione di the lion king (versione originale)
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Sorge il sole sulla savana e tutti gli animali accorrono alla rupe dei re per assistere alla celebrazione della nascita di Simba, primogenito del re Mufasa. Uno solo non è presente: Scar, l'invidioso fratello minore del re. Simba cresce sotto la guida del padre, che lo educa alla responsabilità di salvaguardare l'equilibrio del cerchio della vita; nel frattempo Scar, follemente desideroso di salire al trono, trama contro l'erede al trono con l'aiuto delle fameliche iene...
1994: i Disney Studios approdano nei cinema con un film destinato a incassare cifre da record, cavalcando l'onda della precedente realizzazione di film di ambito fiabesco dal quale tuttavia questo prodotto si distingue nettamente in quanto ambientato in un contesto naturale, in totale assenza di figure umane.
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Sorge il sole sulla savana e tutti gli animali accorrono alla rupe dei re per assistere alla celebrazione della nascita di Simba, primogenito del re Mufasa. Uno solo non è presente: Scar, l'invidioso fratello minore del re. Simba cresce sotto la guida del padre, che lo educa alla responsabilità di salvaguardare l'equilibrio del cerchio della vita; nel frattempo Scar, follemente desideroso di salire al trono, trama contro l'erede al trono con l'aiuto delle fameliche iene...
1994: i Disney Studios approdano nei cinema con un film destinato a incassare cifre da record, cavalcando l'onda della precedente realizzazione di film di ambito fiabesco dal quale tuttavia questo prodotto si distingue nettamente in quanto ambientato in un contesto naturale, in totale assenza di figure umane. È ben evidente il lavoro attento e meticoloso degli animatori nel dare vita ad animali con movenze realistiche, antropomorfizzati solo nell'espressività dei volti e nelle voci prestate da un cast di tutto rispetto, non lo è di meno il senso di bellezza emanato dalle ricostruzioni dei paesaggi, ma è la musica a regnare sovrana in quello che a detta di molti rappresenta l'apice del periodo noto come Rinascimento Disney (anni '90) e il merito va attribuito a Elton John e Tim Rice, abili qui nel creare rispettivamente musiche e versi (in lingua inglese) pregnanti e perfettamente in grado di valorizzare il già di per sé stupefacente comparto visivo. Sebbene la trama del film sia priva di espedienti in grado di compensare seriamente lo sviluppo alquanto lineare e perfino canonico, rendendo il film adatto per lo più a spettatori in tenera età, è innegabile il valore artistico di questo classico d'animazione la cui bellezza rimane impressa, a distanza d'anni, nella mente e nel cuore degli spettatori, di questo musical le cui note riecheggiano tuttora e non solo nel cuore della savana.
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great steven
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giovedì 7 maggio 2015
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toccante storia di fedeltà e bisogno di rivincita.
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IL RE LEONE (USA, 1994) diretto da ROGER ALLERS & ROB MINKOFF
Il leoncino Simba vive nella savana africana insieme al padre, re Mufasa, che gli insegna i valori importanti dell’esistenza di un saggio animale predatore, fra cui la prudenza e il coraggio. Ma quando il perfido e calcolatore zio Scar, fratello di Mufasa, provoca la morte di quest’ultimo facendolo precipitare da un burrone con sotto una mandria di gnu in fuga e accusa il nipotino della scomparsa violenta di Mufasa, Simba scappa disperato e si perde nel deserto, sotto il sole cocente. Viene recuperato da due simpatici e vivaci animali, la mangusta Timon e il facocero Pumba, coi quali cresce in allegria finché non raggiunge l’età adulta.
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IL RE LEONE (USA, 1994) diretto da ROGER ALLERS & ROB MINKOFF
Il leoncino Simba vive nella savana africana insieme al padre, re Mufasa, che gli insegna i valori importanti dell’esistenza di un saggio animale predatore, fra cui la prudenza e il coraggio. Ma quando il perfido e calcolatore zio Scar, fratello di Mufasa, provoca la morte di quest’ultimo facendolo precipitare da un burrone con sotto una mandria di gnu in fuga e accusa il nipotino della scomparsa violenta di Mufasa, Simba scappa disperato e si perde nel deserto, sotto il sole cocente. Viene recuperato da due simpatici e vivaci animali, la mangusta Timon e il facocero Pumba, coi quali cresce in allegria finché non raggiunge l’età adulta. Coltivando nel frattempo l’amore ricambiato per la leonessa Nala, sua vecchia compagna di giochi nell’infanzia, e ascoltando i preziosi consigli dell’anziano e ponderato scimmione Rafiki, il giovane Simba ritornerà nella savana per spodestare l’usurpatore Scar e diventare il legittimo re del suo ambiente naturale. La lotta fra nipote e zio sarà furibonda e senza esclusione di colpi, ma alla fine il bene avrà la meglio. Trentaduesimo classico della Walt Disney Pictures, distribuito da quest’ultima ma prodotto dalla Walt Disney Feature Animation, è una storia potente di iniziazione e presa di coscienza, pervasa dal sentimento dell’audacia che si rende necessario per porre rimedio ai torti subiti e far trionfare la giustizia contro la gelida e sadica crudeltà di chi si appropria di diritti che non gli spettano. Mescolando opere di Shakespeare (in particolar modo l’Amleto, il Macbeth e Riccardo III) con episodi biblici che vedono protagonisti Mosè e Giuseppe, questo film d’animazione parzialmente musicale rappresenta, in una terra africana dominata da raggi solari meravigliosi e una vegetazione sobria ma comunque impressionante, una vicenda di levatura morale e sociale così straordinaria che ben difficilmente una pellicola con attori in carne ed ossa avrebbe saputo rendere con la medesima focosità e con un’intensità perlomeno paragonabile. Il momento più alto e sublime lo si raggiunge quando Simba, scrutando il cielo notturno, vede il padre defunto e ascolta le sue eccezionali parole di riscatto e fiducia nei suoi confronti, il tutto avvolto da una magica nube evanescente. Gli strepitosi Timon e Pumba provvedono agli intermezzi comici, divertendo non solo i più piccoli con una canzone molto orecchiabile divenuta celeberrima ("Hakuna Matata") e con il loro comportamento scanzonato e spensierato ma pur sempre coerente. Premiato con due Oscar alla cerimonia del 1995: colonna sonora di Hans Zimmer (che otto anni dopo comporrà anche le musiche della trilogia di Pirati dei Caraibi) e canzone, scritta da Elton John e Tim Rice. Mufasa ha la superba e inimitabile voce italiana di Vittorio Gassman, che arricchisce di un tono deliziosamente nostrano la versione del film che circola nel nostro paese. In definitiva, la storia è scritta con passione e veridicità e, oltre a non peccare affatto di moralismo, non mette in scena una vittoria del Bene troppo facile e scontata, in quanto il protagonista, dapprima impacciato e insicuro ma poi sempre più determinato, si conquista con i denti e con le unghie il ruolo che merita di ricoprire, e non solo in quanto lecito erede al trono della savana per discendenza filiale. Uno dei rapporti padre-figlio più commoventi, strazianti ed efficaci che il cinema, non solo riguardo ai cartoons, abbia mai saputo profondere con un piglio tanto verosimile quanto tenero e sapiente. Ne sono stati realizzati due seguiti che però, in confronto al capostipite, non gli arrivano neanche ai piedi, ma si sa: i sequel, e specialmente quelli dei cartoni animati, sanno troppo spesso di già visto e frequentemente non riescono a sviluppare nuove idee che possano competere con la materia narrativa che il primo episodio ha sviluppato.
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great steven
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giovedì 11 aprile 2019
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alla riconquista d'un reame indegnamente occupato.
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IL RE LEONE (USA, 1994) di ROGER ALLERS & ROB MINKOFF.
Convinto di essere responsabile della morte del padre Mufasa, sovrano della savana severo e saggio il cui uccisore è stato in realtà il suo malvagio fratello Scar, il piccolo leoncino Simba si allontana dalla sua terra, scacciatovi dallo zio con l’aiuto delle iene, e si rifugia nel deserto. Qui viene trovato disidratato dal suricato Timon e dal facocero Pumbaa, che lo accolgono con loro. Simba cresce e diventa adulto cercando di lasciarsi alle spalle il proprio nefasto passato. È ritrovato dalla coetanea Nala, compagna di giochi quand’entrambi erano cuccioli, e Rafiki, babbuino sciamano, i quali lo convincono a ritornare nei luoghi dove è nato per sconfiggere il perfido zio usurpatore e riportare la savana agli antichi apogei.
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IL RE LEONE (USA, 1994) di ROGER ALLERS & ROB MINKOFF.
Convinto di essere responsabile della morte del padre Mufasa, sovrano della savana severo e saggio il cui uccisore è stato in realtà il suo malvagio fratello Scar, il piccolo leoncino Simba si allontana dalla sua terra, scacciatovi dallo zio con l’aiuto delle iene, e si rifugia nel deserto. Qui viene trovato disidratato dal suricato Timon e dal facocero Pumbaa, che lo accolgono con loro. Simba cresce e diventa adulto cercando di lasciarsi alle spalle il proprio nefasto passato. È ritrovato dalla coetanea Nala, compagna di giochi quand’entrambi erano cuccioli, e Rafiki, babbuino sciamano, i quali lo convincono a ritornare nei luoghi dove è nato per sconfiggere il perfido zio usurpatore e riportare la savana agli antichi apogei. La lotta fra Scar e Simba vede quest’ultimo trionfare e diventare il nuovo re. Trentaduesimo lungometraggio Disney, è il primo basato su una storia originale (benché molti siano i richiami, voluti o meno, all’Amleto di Shakespeare: il padre ucciso dal fratello, il figlio di questi che brama la vendetta, la preparazione di un piano per metterla in atto che però, in questo caso, a differenza che nel testo del drammaturgo inglese, dà i suoi frutti), interamente ambientata nel regno animale, senza umani. Molte scene vennero girate con la tecnica del Rotoscope, che permise di accentuare il realismo delle immagini così da descrivere con potente e maggiore verosimiglianza la magnificenza degli assolati e riarsi paesaggi africani. Insieme alla discreta colonna sonora di Tim Rice ed Elton John, con il brano Can You Feel the Love Tonight che assurse rapidamente a successo mondiale, la summenzionata tecnica grafica rende considerevoli e di forte impatto i coloratissimi balletti degli animali, fra cui è imperdibile il risveglio della fauna al sorgere del Sole quando Simba nasce e, sotto lo sguardo di Mufasa e sua moglie, Rafiki lo solleva dalla cima dello spunzone roccioso per mostrarlo a gnu, gazzelle, zebre, giraffe ecc. Fu campione d’incassi fin dai primissimi giorni di proiezione nelle sale di tutto il mondo ed è tuttora stabilmente presente nella Top 50 dei maggiori incassi cinematografici di ogni epoca. Quattro anni di lavoro occorsero per la realizzazione, assieme ad un budget basilare di quaranta milioni di dollari. Il computer, per fortuna, è stato adoperato per ottenere toni che risultano molto meno artefatti rispetto ad Aladdin (1992). Ma quel che più colpisce, soprattutto agli occhi dell’osservatore più esperto e introspettivo, è l’infinita varietà della psicologia dei personaggi: abbiamo a che fare col senso del dovere e la tenacia di Simba, resi man mano più audaci con l’invecchiamento dell’età; dopodiché si passa dal pugno di ferro "governativo", unito all’imperscrutabile bontà genitoriale, di Mufasa (da noi doppiato da Vittorio Gassman) alla mellifluità ambigua e crudele di Scar, dall’affetto genuino e la passione asciutta di Nala allo sguardo veridico e trasparente di Rafiki, dall’opportunismo vigliacco del terzetto delle iene alla scanzonata e scatenata autoironia dei due "caratteristi"Timon e Pumbaa, gli unici personaggi comici che tuttavia bastano da soli a ravvivare con un soffio di salubre comicità la trama del cartoon, e che in seguito avranno, grazie a come gli autori son riusciti a caratterizzare stupendamente la loro innata simpatia, veri e propri spezzoni e cortometraggi in cui rivestiranno da soli ruoli di primo piano. La giustizia è un motore che anima la storia fin dalle prime battute, da quando Simba comincia a nutrire sospetti sulla lealtà di Scar nei confronti di Mufasa a quando la morte di Scar per merito di Simba riporta l’ordine antecedente e distrugge il mantra di paura e aggressione in cui il leone assassino aveva precipitato la savana dopo averne scorrettamente assunto lo scettro. Non c’è un’autentica cifra narrativa che pervada il racconto, e questo difetto ne penalizza la caratura, ma in compenso una buona alternanza fra la tetraggine di alcuni momenti e la gioiosità di altri costituisce un degno contraltare alla mancanza di un leitmotiv che conduca la storia dal principio al termine, il che le avrebbe fatto guadagnare una credibilità creativa assai più efficiente. Molti bambini nati nei primi anni ’90 son cresciuti con questo film e ancora oggi non mancano di rammentarlo volentieri, in quanto The Lion King ha rappresentato non solo un’occasione irrinunciabile per i giovanissimi di quel periodo, ma anche uno spartiacque fra due modi differenti di pensare, produrre e vivere i cartoni, nel senso che si è passati da una visione piuttosto antiquata del cliché buonista e mieloso ad un approccio moderno che non cerca ad ogni costo la lieta fine, benché nemmeno la ripudi, e insiste con accento più slanciato sulla costruzione dell’azione definendola con coloro che agiscono e rapportandola ai legami che questi individui, animali o umani che siano, stringono fra loro nelle circostanze più disparate. Ricchezza di inventiva, ritmo abbastanza incalzante e mantenuto con regolarità sufficiente, nessuna rilevante caduta di tono e abbondanza di humour puro nella parte centrale per sancire il cambio di rotta che porta il protagonista dall’autocommiserazione alla rivoluzionaria, decisiva rivalsa. Non è molto più che un blockbuster animato un po’ ante litteram, ma importa poco, considerando che la vicenda è riuscita ad appassionare spettatori di svariate generazioni anche molto lontane tra loro, che ci si può immedesimare con facilità nel personaggio principale prendendone le parti e che i riferimenti alla realtà del quotidiano non sono neanche troppo nascosti e perlopiù traboccano quando meno te lo aspetti. Un lavoro di ottimo artigianato il cui merito consiste nel non aver avanzato troppe pretese, già a partire dall’elaborazione del solo soggetto.
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foust
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domenica 16 novembre 2014
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forse è meglio l'orso bianco, ottimo film.
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vi sono probabile diverse storie disney, però questo direi sia
preferibile a molte altre storie direi. questo film pur essendo un cartoon
mostra valori educativi, non solo del re leone, delle cilviltà e dell'essere
parlando di onore e lealtà, un punto cardine della storia che si va narrando poichè,
succedendo al precedente re, nessuno si è mai chiesto chi
fosse il precedente, nemico od amico, in verità molte
persone, non s'erano chiesti ciò, ergendo per qualità merito e altre cose che, solo la fantasia è capace d'elencare essendo un cartoon, il re leone, simba, seguendone le imprese sin
dagli albori conferendogli i loro poteri, innalzandolo
e portandolo al compimento più nobile come sovrano incontrastato del suo regno e della foreste, per lo stesso principio gli stessi motivi le stesse dinamiche il re leone, simba, al culmine del suo esercizio, avvalendosene come quella manciata di eletti, e, avendo individuato i succedenti al trono, per merito delle loro qualità e imprese, che, come sappiamo riservati non alle masse, ma a non molte persone, innalza quei richiami inequivocabili come ritrovata vita non solo animale, ma, anche della foreste, capaci d'insegnamento perfino a qualunque essere umano, simba, levatosi con maestosità su ciò che lo circondava, sul cucuzzolo di rocce dirupiali vedendo oltre le possibilità del semplice animale il re leone, simba è un re, quasi umano, in grado di tener testa e battersi nel suo regno con qualsiasi nemico, tenendo alla
dovuta distanza acnhe gli esseri umani, poichè non sanno cosa hanno
da perdere e cosa possano imparare prima d'attaccare
per l'ennesima volta, innanzi a questo re, che anche solo,
non ha chiesto niente ai suoi simili e compagni di (s) ventura, avendo sempre e solo
combattuto l'avversario, il nemico, qualunque esso fosse, in qualunque situazione si presentasse,
simba, la sua vittoria è questa, questo è il suo valore, che, si riflette sulle altre persone, come quelli della altre persone s'erano riflessi sul re, il simba, sino a vederli, il leone, ma anche lo scoiattolo, le lepre,
l'orso, lelefante, l'asino, animare la foresta con la consapevolezza d'aver richiamato l'attenzione di un re, per quel che il loro sogno si è dimostrato essere, più forte di quel che, un solo re avrebbe potuto fare.
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vi sono probabile diverse storie disney, però questo direi sia
preferibile a molte altre storie direi. questo film pur essendo un cartoon
mostra valori educativi, non solo del re leone, delle cilviltà e dell'essere
parlando di onore e lealtà, un punto cardine della storia che si va narrando poichè,
succedendo al precedente re, nessuno si è mai chiesto chi
fosse il precedente, nemico od amico, in verità molte
persone, non s'erano chiesti ciò, ergendo per qualità merito e altre cose che, solo la fantasia è capace d'elencare essendo un cartoon, il re leone, simba, seguendone le imprese sin
dagli albori conferendogli i loro poteri, innalzandolo
e portandolo al compimento più nobile come sovrano incontrastato del suo regno e della foreste, per lo stesso principio gli stessi motivi le stesse dinamiche il re leone, simba, al culmine del suo esercizio, avvalendosene come quella manciata di eletti, e, avendo individuato i succedenti al trono, per merito delle loro qualità e imprese, che, come sappiamo riservati non alle masse, ma a non molte persone, innalza quei richiami inequivocabili come ritrovata vita non solo animale, ma, anche della foreste, capaci d'insegnamento perfino a qualunque essere umano, simba, levatosi con maestosità su ciò che lo circondava, sul cucuzzolo di rocce dirupiali vedendo oltre le possibilità del semplice animale il re leone, simba è un re, quasi umano, in grado di tener testa e battersi nel suo regno con qualsiasi nemico, tenendo alla
dovuta distanza acnhe gli esseri umani, poichè non sanno cosa hanno
da perdere e cosa possano imparare prima d'attaccare
per l'ennesima volta, innanzi a questo re, che anche solo,
non ha chiesto niente ai suoi simili e compagni di (s) ventura, avendo sempre e solo
combattuto l'avversario, il nemico, qualunque esso fosse, in qualunque situazione si presentasse,
simba, la sua vittoria è questa, questo è il suo valore, che, si riflette sulle altre persone, come quelli della altre persone s'erano riflessi sul re, il simba, sino a vederli, il leone, ma anche lo scoiattolo, le lepre,
l'orso, lelefante, l'asino, animare la foresta con la consapevolezza d'aver richiamato l'attenzione di un re, per quel che il loro sogno si è dimostrato essere, più forte di quel che, un solo re avrebbe potuto fare.
Vi sono probabile diverse storie disney, però questo direi sia preferibile a molte altre storie direi.
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