romeo79
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mercoledì 12 novembre 2008
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zitti tutti...parla bob.
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Come descrivereste la vostra vita? Domanda semplice, eppure così complessa che ci vorebbe una vita per rispondere. Non siamo eroi, non siamo comandanti, politici o capi di stato. Le nostre gesta non giungeranno ai posteri, che peraltro si annoierebbero a morte nel sentirsele raccontare. Siamo persone, rinchiuse nel dramma della propria banalità. Idraulici, barbieri, cassiere e commessi. Siamo i "figli di mezzo della storia", persone che non verranno ricordate, che passeranno senza lasciare traccia. Avvocati, medici, ingegneri, formichine operose, ognuna col suo chicco di grano da trascinare, giorno dopo giorno. Dante lavora al Quick Stop. Randal al videonoleggio. Jay e Bob spacciano. Persone pescate nel mucchio, osservate nel loro microcosmo da noi bambini curiosi con la lente di ingrandimento.
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Come descrivereste la vostra vita? Domanda semplice, eppure così complessa che ci vorebbe una vita per rispondere. Non siamo eroi, non siamo comandanti, politici o capi di stato. Le nostre gesta non giungeranno ai posteri, che peraltro si annoierebbero a morte nel sentirsele raccontare. Siamo persone, rinchiuse nel dramma della propria banalità. Idraulici, barbieri, cassiere e commessi. Siamo i "figli di mezzo della storia", persone che non verranno ricordate, che passeranno senza lasciare traccia. Avvocati, medici, ingegneri, formichine operose, ognuna col suo chicco di grano da trascinare, giorno dopo giorno. Dante lavora al Quick Stop. Randal al videonoleggio. Jay e Bob spacciano. Persone pescate nel mucchio, osservate nel loro microcosmo da noi bambini curiosi con la lente di ingrandimento. E la vita di ogni giorno è dura da descrivere, è fatta di noia, di frustrazioni, di amori e tradimenti, di chiacchiere insulse, inutili, di paranoie e fissazioni. E' il "carnevale umano", questo circo delle pulci nel quale ci troviamo a recitare, nel quale cerchiamo affannosamente di trovare un senso alle cose, incapaci di accettare la realtà nella sua spietata insensatezza. Dante è infelice della sua misera situazione. Randal pare pittosto soddisfatto di come gli vanno le cose. I pomeriggi sono lunghi e tediosi, e la gente è così strana.Ci sono un sacco di strambi in giro. C'è un tizio che chiamano "Palla di neve". C'è n'è un altro che scarta dozzine di uova per cercare quelle perfette. La sai quella di quel tale che si è spezzato il collo mentre tentava di succhiarserlo da solo? Storie, leggende metropolitane che si sentono in giro. Maschere di un'esistenza che non ha pietà per nessuno. Gli strambi, i reietti, i suonati. Ma se davvero fossimo noi sotto quella lente di ingrandimento, saremmo poi davvero sani come crediamo di essere? Questo e altro è Clerks. Un dipinto semplice, bianco e nero, della vita. Un diorama di un micromondo assurdo, insensato, ma così terribilmente vero da sembrare finto. Perchè forse è quello che vogliamo credere. Che sia solo un film. Qualche gag e un po' di nonsense. E'dura ammettere che forse siamo davvero gli schiavi moderni, incatenati al nostro bancone, alla nostra scivania, al nostro posticino di lavoro. E' difficile confrontarsi con quel senso di vuoto che ci assale la sera, prima di dormire. Tanto vale rifugiarsi nell'insulsa soddisfazione per aver svolto il proprio dovere con profonda devozione. Una volta c'era un tale che è morto in un bagno pubblico mentre si masturbava. Clerks è divertente, scanzonato, decisamente sopra le righe. Un piccolo capolavoro nel suo genere. Siamo noi e le nostre manie sullo schermo. E' il tipo strano che abita al piano di sotto. Quello che gira con l'ombrello per i corridoi guardando il soffitto. Clerks ci prende in giro, il nostro modo di lamentarci delle cose, la nostra insoddisfazione cronica. Le cose che avremmo potuto e non abbiamo fatto. Inutile piangersi addosso e finire per arrugginirsi. La vita è tutta qui. Lentamente ecco spuntare tutta la profonda saggezza del film. Chiamiamolo il segreto della felicità. Accettarsi per quello che si è, cercare di conservare la propria individualità in un mondo spersonalizzante, godere della compagnia di un vero amico ed amare una donna che ti stia accanto, che ti comprenda e ti ami per ciò che sei. Perchè "da' retta, il mondo è pieno di belle donne, ma non tutte ti portano le lasagne al lavoro, più che altro ti fanno le corna e basta."
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(di vxvendetta)
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lorenzo ferraris
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giovedì 31 marzo 2005
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provocazione d'autore.
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Filosofia da mini-market, provocazione continua, eccessi verbali avvolti dal bianco e nero del nuovo cinema indipendente.
Il film di Kevin Smith è l'autentica rivelazione della stagione. Con pochi soldi il regista ha prodotto un film eccellente che ha ottenuto un meritato successo.
Veloce, brillante, divertente racconta la storia di Dante, un giovane costretto a rinunciare al suo giorno libero per lavorare nel classico mini-market americano dove
passano una moltitudine di personaggi curiosi, folli, provocatori, a loro modo interessanti. Una visione leggera e totale dell'esistenza con i suoi mille episodi e con le piccole ma drammatiche vicende quotidiane.
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(di andrea)
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giu/da(g)
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mercoledì 2 marzo 2011
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deliziosamente scorretto
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La giornata di Dante, commesso di uno squallido mini-market di provincia, che nel suo giorno libero è costretto ad andare a lavorare. Deliziosamente politically incorrect, Clerks è un film di fresca e sana volgarità, in cui si mescolano continuamente una cinica realtà con l'assurdo quotidiano; la sua forza sta appunto nella semplicità, quasi geometrica, con cui è costruito: brevi incisi che descrivono le situazioni, il bianco e nero e le inquadrature fisse che ricordano le telecamere a circuito chiuso, dialoghi volgari ma spigliati, con riflessioni semplici e tutt'altro che banali. L'immersione in questa realtà provinciale desolante da' l'immagine di un' America sfigata, fatta anche di repressi (i clienti, come dice Randal) distante da quella impomatata e vincente che ci viene spesso proposta e, proprio per questo, inesorabilmente più vera.
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La giornata di Dante, commesso di uno squallido mini-market di provincia, che nel suo giorno libero è costretto ad andare a lavorare. Deliziosamente politically incorrect, Clerks è un film di fresca e sana volgarità, in cui si mescolano continuamente una cinica realtà con l'assurdo quotidiano; la sua forza sta appunto nella semplicità, quasi geometrica, con cui è costruito: brevi incisi che descrivono le situazioni, il bianco e nero e le inquadrature fisse che ricordano le telecamere a circuito chiuso, dialoghi volgari ma spigliati, con riflessioni semplici e tutt'altro che banali. L'immersione in questa realtà provinciale desolante da' l'immagine di un' America sfigata, fatta anche di repressi (i clienti, come dice Randal) distante da quella impomatata e vincente che ci viene spesso proposta e, proprio per questo, inesorabilmente più vera.
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noia1
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mercoledì 13 aprile 2016
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la semplicità che devasta
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Due amici in negozi adiacenti chiacchierano e si lamentano, tanti personaggi avanti e indietro, uno più folle dell’altro.
Il film indipendente che ha fatto la storia dei film indipendenti. Il racconto della realtà attraverso il grottesco, un grottesco tanto reale da sembrare inconcepibile tanto la realtà stessa, spogliata di quanto la reprime, sembra ciò che non è.
Nevrosi, vizi, dubbi, questo caratterizza i protagonisti, gli eroi. Personaggi quasi con più difetti che pregi. Due pezzenti nella loro giornata quasi come l’affresco di un’intera realtà, l’essenzialità più semplice al servizio di un’intera generazione.
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Due amici in negozi adiacenti chiacchierano e si lamentano, tanti personaggi avanti e indietro, uno più folle dell’altro.
Il film indipendente che ha fatto la storia dei film indipendenti. Il racconto della realtà attraverso il grottesco, un grottesco tanto reale da sembrare inconcepibile tanto la realtà stessa, spogliata di quanto la reprime, sembra ciò che non è.
Nevrosi, vizi, dubbi, questo caratterizza i protagonisti, gli eroi. Personaggi quasi con più difetti che pregi. Due pezzenti nella loro giornata quasi come l’affresco di un’intera realtà, l’essenzialità più semplice al servizio di un’intera generazione.
Un film immenso, se ne può parlare all’infinito, un film che sbatte tutto in faccia pur senza alcuna pretesa: può essere una merdata di un’ora e mezza come uno specchio con noi stessi.
Un film che spacca il culo, non come ci si immagina, nessun cenno di aggressività tipo martiri, barocchismi o nodi alla gola; Kevin Smith è ancora peggio nella sua satira perché tutto ha un piglio quasi da film di serie Z, spiazza – non solo per come è resa la realtà ma soprattutto – per come la realtà chiara e limpida è messa in ridicolo.
Forse uno dei pochi film, degli ultimi quarant’anni, a non subire il macchinoso ed annichilente processo di rincoglionimento commerciale, quello che per i soldi toglie anima e novità alle opere.
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stefano conte
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martedì 17 marzo 2020
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cosa potresti fare con 27000 euro?
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Clerks è un film che colpisce subito per la stravaganza del bianco e nero(usato poiché il budget era davvero irrisorio) ma soprattutto per la stravaganza dei personaggi che abitano questo minimondo. Storie che potrebbero appartenere a ognuno, persone sui generis e svitate che chiunque ha nella propria città. Randal e Dante gestiscono un minimarket in un quartiere popolare e non è per nulla strano che una bambina possa comprare un pacchetto di sigarette o che la gente cominci a parlare con i cassieri dei più disparati e strani argomenti. Dante è molto paziente e quasi remissivo nei confronti dei suoi clienti a cui ormai è abituato mentre Randal è piuttosto menefreghista, scontroso con i clienti oltre al fatto che arriva in ritardo al lavoro e non sa niente dei DVD che possiede nella sua videoteca.
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Clerks è un film che colpisce subito per la stravaganza del bianco e nero(usato poiché il budget era davvero irrisorio) ma soprattutto per la stravaganza dei personaggi che abitano questo minimondo. Storie che potrebbero appartenere a ognuno, persone sui generis e svitate che chiunque ha nella propria città. Randal e Dante gestiscono un minimarket in un quartiere popolare e non è per nulla strano che una bambina possa comprare un pacchetto di sigarette o che la gente cominci a parlare con i cassieri dei più disparati e strani argomenti. Dante è molto paziente e quasi remissivo nei confronti dei suoi clienti a cui ormai è abituato mentre Randal è piuttosto menefreghista, scontroso con i clienti oltre al fatto che arriva in ritardo al lavoro e non sa niente dei DVD che possiede nella sua videoteca. Dante è molto negativo riguardo al suo lavoro ma nonostante ciò non fa niente per cambiare la sua condizione che lui vede in maniera sempre più negativa. Trovo che i personaggi siano interessanti proprio perché rappresentano il microcosmo di gente che non conta nulla, che non verrà ricordata dai posteri ma, come tutti noi in realtà, che difficilmente lasceremo traccia su questa terra ma intanto viviamo la nostra vita e diciamocelo: tutti abbiamo stranezze, cose che nascondiamo dentro di noi e per un certo verso indossiamo sempre una maschera. Tutti i personaggi di clerks non la indossano ma sono spontanei nelle loro stranezze e pazzie e questo oltre a far ridere notevolmente per diverse gag e battute geniali(la scurrilità delle battute non deve sorprendere perché è sintomo di un mondo vero, un mondo costellato di leggende metropolitane, di sesso)fa anche riflettere sul nostro piccolo mondo che nessuno conosce ma che spesso è proprio così! Un film che ha ottenuto 100 volte il budget iniziale e che ha aperto la strada ha un regista che qui ha creato il suo minimondo di risate, immedesimazione(spero non con tutti) e storie comuni a tutti noi. Da vedere!
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jonnylogan
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giovedì 19 agosto 2021
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nel new jersey c''è un negozio che ..
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Dante Hicks, ventiduenne commesso del Quick Stop Groceries, negozio di alimentari e noleggio videocassette, rinuncia al suo giorno di riposo per sostituire un collega assente. Nel corso di quella giornata la visita di numerosi avventori, uno più bizzarro dell’altro, trasformeranno la sua giornata in un vero inferno.
Kevin Smith, regista di culto del cinema underground – indipendente e che all’epoca lavorava realmente nel negozio che fece da set alla pellicola, inventò una giornata tipo di una coppia di commessi sui generis parodiando la propria vita ed esaltando i discorsi e gli incontri folli che lo accompagnavano regolarmente.
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Dante Hicks, ventiduenne commesso del Quick Stop Groceries, negozio di alimentari e noleggio videocassette, rinuncia al suo giorno di riposo per sostituire un collega assente. Nel corso di quella giornata la visita di numerosi avventori, uno più bizzarro dell’altro, trasformeranno la sua giornata in un vero inferno.
Kevin Smith, regista di culto del cinema underground – indipendente e che all’epoca lavorava realmente nel negozio che fece da set alla pellicola, inventò una giornata tipo di una coppia di commessi sui generis parodiando la propria vita ed esaltando i discorsi e gli incontri folli che lo accompagnavano regolarmente. Il risultato finale fu un film girato con pochissimi mezzi, sfruttando le proprie amicizie, girato quasi esclusivamente in presa diretta e notturna o durante gli orari di chiusura del negozio. Un film scomposto in undici capitoli capaci di rappresentare altrettante situazioni paradossali con clienti ai limiti della follia, dialoghi contorti e due ragazzi: Dante, impersonato dall’amico del regista Brian O’Halloran e il suo collega Randal, Jeff Anderson, in grado di passare da discorsi sulla Morte Nera, ai super eroi Marvel per concludersi con le prestazioni sessuali delle ex fidanzate. Ai due commessi e alla loro bizzarra clientela si aggiungono due spacciatori perennemente alla porta del negozio, Jay e Silent Bob, quest’ultimo interpretato dallo stesso Smith, che diventeranno il marchio di fabbrica di un universo underground in perenne bilico fra miriadi di citazioni cinematografiche e fumettistiche. A visione ultimata ci si trova al cospetto della prima pellicola generazionale di una trilogia che proprio in questi giorni sta per completarsi, con i protagonisti cresciuti assieme ai loro personaggi, ma che nei primi anni ‘90 non desideravano altro che continuare a prendersi con leggerezza, pur trovandosi di fronte a un’età adulta ormai alle porte.
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gambardella
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giovedì 25 giugno 2015
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discreta presa per i fondelli
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la presa per i fondelli è quella nei confronti di chi attratto dal titolo pensa di potersi beare nelle solite americanate da quattro soldi.
girato in un orrendo e sgranato bianco e nero , con mezzi da filmetto bimbominkiesco , volgare e di una semplicità raccapricciante riesce tuttavia ad essere divertente ed incisivo ,originale e piacevole. ennesima prova che il cinema, quello vero non ha bisogno di orpelli e fronzoli per funzionare . a volte è sufficiente solo il talento del regista anche se alle prime armi. i personaggi sono quasi squallidi , cialtroni e sconci ma reali ed attuali quindi credibili al contrario degli stereotipi che è solita propinare holliwood.
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spalla
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venerdì 4 settembre 2009
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divertente e originale, ma troppo volgare
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Uno dei film più semplici di tutta la storia del cinema, girato con pochissimi mezzi e un budget sicuramente limitatissimo. Tuttavia, questo film si dimostra subito molto originale e non privo di idee. Si sono infatti rappresentate benissimo tutte le situazioni più assurde e divertenti, ma mai irrealistiche che possono capitare in un qualunque emporio di provincia gestito da un qualunque giovane squattrinato. Guardando questo film si ha quasi l'impressione di essere un cliente capitato per caso all'interno del negozio e di assistere personalmente alla scena. Il divertimento è assicurato: certe gag sono semplicemente irresistibili. Purtroppo però il risultato finale è pesantemente penalizzato dagli eccessi di volgarità, che qui raggiunge uno dei picchi più alti mai visti in televisione.
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Uno dei film più semplici di tutta la storia del cinema, girato con pochissimi mezzi e un budget sicuramente limitatissimo. Tuttavia, questo film si dimostra subito molto originale e non privo di idee. Si sono infatti rappresentate benissimo tutte le situazioni più assurde e divertenti, ma mai irrealistiche che possono capitare in un qualunque emporio di provincia gestito da un qualunque giovane squattrinato. Guardando questo film si ha quasi l'impressione di essere un cliente capitato per caso all'interno del negozio e di assistere personalmente alla scena. Il divertimento è assicurato: certe gag sono semplicemente irresistibili. Purtroppo però il risultato finale è pesantemente penalizzato dagli eccessi di volgarità, che qui raggiunge uno dei picchi più alti mai visti in televisione. Intendiamoci: le scene sono comunque divertenti e di certo all'interno di un negozio gestito da due giovani si sentiranno certamente ogni giorno volgarità di ogni tipo, ma qui si è davvero esagerato. Il film così è anche decisamente politicamente scorretto. Un vero peccato, perchè il film non manca assolutamente di idee e con pochissmi mezzi si è fatto sicuramente tanto. Se la volgarità fosse stata un po' più contenuta, il film ci avrebbe certamente guadagnato. E molto.
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(di slask)
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