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Con vari prodotti televisivi alle spalle,il 35enne Winterbottom esordisce con quello che resta finora il suo lavoro migliore.Un freddo e claustrofobico melodramma lesbico che riesce a rivisitare con originalità e asciuttezza temi come eros e thanatos,follia e sanità,sadismo e masochismo,amore e sopraffazione.E anche il tipico cocktail di generi(road movie,noir,film sui serial killer)è servito con intelligenza.A fare da cornice,un mondo disperato e ottuso,prossimo al tramonto di un secolo,dove le persone sembrano tutte uguali(le cameriere e le commesse che Eunice interroga)e gli uomini sono mossi quasi esclusivamente da malcelate pulsioni perverse.Il senso di oppressione e di disagio è accentuato dalla messa in scena stilizzata,e le continue interruzioni del racconto da parte delle non meglio definite interviste a Miriam,conferiscono un'atmosfera irreale,evitando il solito clichè del flashback o del commento off.Amanda Plummer,specie nella versione originale,fa impressione,e avrebbe meritato la Palma D'oro.Occhio alla versione breve di 83 minuti.Dovrebbe essere scaricabile quella integrale di 98.E ne vale la pena.
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