L'uomo senza volto |
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Un film di Mel Gibson.
Con Mel Gibson, Margaret Whitton, Nick Stahl, Geoffrey Lewis, Gaby Hoffmann.
continua»
Titolo originale The Man Without a Face.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 105 min.
- USA 1993.
MYMONETRO
L'uomo senza volto
valutazione media:
4,35
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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PARLARE A VISO APERTOdi Luigi ChiericoFeedback: 36971 | altri commenti e recensioni di Luigi Chierico |
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domenica 1 febbraio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non è facile portare sullo schermo un uomo senza volto senza suscitare nello spettatore,piccolo o grande che sia,una certa repulsione;se fosse un libro di immagini si sarebbe indotti a chiuderlo subito,per non vedere altro. Lo spettatore deve invece continuare a vedere il film che non mostra solo volti,ma anche caratteri,stati d’animo,rapporti umani. Il bene ed il male sono i due volti che accompagnano tanti uomini;se Giano è bifronte,Justin McLeod ha due volti, una parte del viso sfigurato dalle fiamme. Mel Gibson dirige il film ed interpreta la parte del prof. McLeod. Ottima regia ed ottima interpretazione.Al film partecipa uno stuolo di attori,la madre di Charles, chiamato “Chuck”,le sorellastre del ragazzo,i suoi compagni,gli uomini che frequentano la casa,lo sceriffo,uno psicologo,un giudice,brava gente,si fa per dire,ma senza infamia e senza lodo. Il vero grande protagonista che segue le orme ed i dettami del suo maestro,l’insigne insegnante ebreo Justin McLeod,ripeto Mel Gibson,è Nick Stahl che interpreta la parte del giovane Churck,da tutti offeso e preso in giro per la sua incapacità.Per caso Churck conosce questo personaggio dal volto sfigurato che vive quasi in isolamento nella sua zona,nel Maine,in una grande casa presso il lago.La sua indole, il fatto di essere anche lui un reietto lo porta a chiedere allo sconosciuto di aiutarlo a prepararsi per i prossimi esami.Ignaro che l’uomo senza volto sia un professore, chiede di fargli da insegnante.Il rapporto eccezionale, amorevole ma non patetico, sarà formativo per il ragazzo, ma ancora una volta distruttivo e deleterio per McLeod. Il film è condotto molto bene,fotografia eccellente,tempi rispettati,dialogo semplice ed aperto,retorica e vita vissuta si intrecciano in una storia dai risvolti tragici. Fanno da sostegno la musica della povera Madama Butterfly,i passi di alcune tragedie di Shakespeare,la lettura dell’Eneide,Enea scampato all’incendio di Troia…forse come Justin da…un processo infame. La persecuzione della storia contro gli ebrei,ricordata in questa settimana,mi fa meditare su come il professore nel 1968,anno in cui si svolge la vicenda,sia vittima del pregiudizio che ha causato l’olocausto. E come Shylock,nella tragedia shakespeariana“Il mercante di Venezia”, McLeod si chiederà,a ragion veduta:”Come sono questi cristiani!Un ebreo non ha occhi,non ha mani,sensi,affetti passioni? Non si nutre anche lui di cibo? Non sente anche lui le ferite? …se ci pungete non diamo sangue?….se ci avvelenate non moriamo?..siamo come voi in tutto e per tutto.” Così come il pilota dell’aereonautica militare Richard Bach autore del bellissimo libro“Il gabbiano Jonathan Livingston”(vedi l’omonimo film),farà dire al suo personaggio volato tanto in alto:”Sicché questo è il Paradiso”,il pilota Jhon Gallaspie Hageer jr dirà nella sua poesia “Il volo”:”…percorrendo spazi inviolati, la mano ho messo fuori e di Dio ho sfiorato il viso”. La poesia è declamata per intero, tra un brano di Cesare ed altro, dall’illustre insegnante, tutore, precettore, professore, ma ebreo, Justin McLeod, colpevole di conoscere l’Amore vero e non quello profano di tanti cristiani. “A quanti invero interessa solo la superficie della verità.” e per concludere con le parole di Porzia, dello stesso Mercante di Venezia, come McLeod ricordo:“Per sua natura la misericordia non si forza,cade dal cielo sulla terra in basso come la pioggia gentile. È due volte benedetta, benedice colui che la esercita e colui che la riceve”.
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