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Il film viene letteralmente catturato dall’interpretazione dei due bambini-attori: Wood e Culkin. Entrambi si completano, ed entrambi sono stupefacenti per essere ragazzini di circa 11-12 anni. Macaulay Culkin è perfetto nella parte del ragazzino sociopatico che inizialmente si mostra cortese e amichevole nei confronti di Wood, ma che poi dimostrerà essere il contrario. Nonostante questo il film porta molte pecche: la colonna sonora, per essere composta dall’ormai defunto Elmer Bernstein, non è incalzante e sbalza da momenti estremi e felici a momenti di tensione o drammatici con troppo stacco e troppa differenza, rendendo il film già forse “da prendere alla leggera”; la regia è inquietante nei momenti opportuni ma sembra funzionare; la sceneggiatura funziona e sembra reggere il film, almeno fino alla fine, forse resa troppo esagerata. Punti negativi a parte, il film di per sé è retto in piedi dalle colonne portanti Wood e Culkin (soprattutto quest’ultimo). Buone le tematiche affrontate come il rapporto tra ragazzini, l’odio nei confronti del mondo (viene dimostrato da Wood e Culkin nella scena in cui distruggono i vetri di una fabbrica abbandonata lanciando dei sassi, come se tentassero di scacciare il proprio odio e i propri problemi), il rapporto tra genitori e figli, insomma, tematiche importanti che però vanno a perdersi in un gioco che varia tra il discreto e l’accettabile. Ben studiata la psicologia dei personaggi.
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