Luigi Paini
Il Sole-24 Ore
Bubby (Nicholas Hope) ha 35 anni, ma non è mai uscito di casa. La madre, grassa e sfatta, lo ha tenuto segregato fin dalla nascita in un ambiente squallido e senza luce, obbligandolo a stare immobile su una sedia durante le sue lunghe assenze. E un vero e proprio incubo la parte iniziale di Bad Boy Bubby, del regista australiano Rolf de Heer. La macchina da presa spia Bubby da vicino, seguendolo in tutti i suoi gesti malati: sfoga la sua aggressività su un gatto, fino a ucciderlo, dà la caccia agli scarafaggi, di cui spesso si ciba, ha rapporti incestuosi con la madre, sogna di varcare almeno una volta la porta che lo separa dal mondo esterno, senza però avere mai il coraggio di farlo. [...]
di Luigi Paini, articolo completo (1920 caratteri spazi inclusi) su Il Sole-24 Ore