L'olio di Lorenzo |
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Un film di George Miller (II).
Con Peter Ustinov, Nick Nolte, Kathleen Wilhoite, Susan Sarandon, Gerry Bamman.
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Titolo originale Lorenzo's Oil.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 135 min.
- USA 1992.
MYMONETRO
L'olio di Lorenzo
valutazione media:
3,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Intenso ma...di IuriVFeedback: 19621 | altri commenti e recensioni di IuriV |
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domenica 7 maggio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Abbandonate per un periodo le atmosfere fantasy e apocalittiche, Miller mette in scena uno strano film basato sulla storia vera della famiglia Odone e della loro lotta per arrivare alla guarigione del figlio Lorenzo. Del resto è difficile non farsi conquistare dal dramma quando una malattia neurodegenerativa colpisce un bambino, così come è impossibile restare indifferenti di fronte la coraggio di due genitori disposti a tutto pur di trovare una cura. Il regista australiano prende in mano le vicende di questa famiglia con decisione, descrivendone attentamente momenti difficili e piccolissime gioie attraverso l'uso di appariscenti dissolvenze in nero, poco estetiche forse, ma utilissime per scandire il tempo e mettere in evidenza certe ridondanze tipiche di queste brutte situazioni. In tutto questo viene aiutato da Nick Nolte e soprattutto da una straordinaria Susan Sarandon, madre ossessionata che forse si sente in colpa per essere portatrice di un gene traditore. I due attori rendono credibile la guerra dei coniugi Odone contro la malattia del figlio e portano il dolore addosso con estrema eleganza. Tuttavia Miller non riesce a resistere alla tentazione di trasformare questa battaglia in uno scontro uno contro tutti, andando a snaturare la portata di questa narrazione. Da quanto ho capito, nella vera storia degli Odone, la comunità scientifica tentò in tutti i modi di agevolare la loro lotta, trasformando questa brutta vicenda in un'opportunità di progresso nella ricerca. Nella finzione, invece, scienziati e associazioni dei genitori sono stati rappresentati come pesanti organi burocratici incapaci di guardare oltre il piccolo orizzonte dei regolamenti e dei benefici personali. Si tratta di un film, ovviamente, e trasferire il nemico dalla malattia stessa a elementi visibili aiuta nella drammatizzazione. Forse nel 1990 poteva anche essere una presa di posizione poco evidente. Visto con lo sguardo di oggi, però, il racconto pare scivolare verso un certo complottismo. Un atteggiamento che finisce per coprire il vero senso di questa vicenda, ancor più sottolineato da un finale le cui conclusioni finiscono per essere piegate alle esigenze della trama, senza che gli autori si preoccupino troppo della realtà storica alla base di tutto. Tutto ciò appesantisce la visione finendo per alterare un po' troppo l'effetto d'insieme che questo lavoro porta dietro di se.
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