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"Infelici e contenti"(Neri parenti, anche autore della sceneggiatura con Rodolfo Sonego, da un soggetto di Sonego scritto insieme a Vittorio Cecchi Gori, 1992)rimane un filmi comico senza grandi pretese, che affronta un problema: oltre a quello complessivo della diversabilità(o disabilità, ma è preferibile il primo temrine, a detta degli studiosi più qualificatyi), ossia quello del Ferragosto italiano, periodo durante il quale anche le strutture"assistenziali"vanno in ferie, creando agli/alle utenti dei relativi servizi problemi di non poco conto. Così l'amicizia tra un cieco "nato"(Ezio Greggio)e un paraplegico, ragioniere ex bamcario, ridotto in tale condizione da un iicindente stradale, causato quasi"a belle posta"(Renato Pozzetto), nata in quel periodo e precisamente in una tale struttura, dà adito a diverse avventure, dove incontrnao due belle ragazze, ma vanno anche incontro a varie"disavventure"come un pestaggio da parte di estorsori.ladri(ciò tocca al ragioniere), ma anche un tradimento scoperto dall0amico, da parte della moglie del paraplegico (Marina Suma( per non dire di vari altri episodi"inframmezzati". C'è poi anche l'eelmento della"nemesi". il "finto accogliente"industriale che ha causato il danno grave quanto permanente a Pozzetto.ragioniere , che lo tradito, tra l0'altro con sua moglie, rimane vittima di un incidente che gli causa la stessa patologia e lo stesso"rimedio". Dietro il film c'è un film precedente, opera di Arthur Hiller, anteriore di tre anni, con Richard Pryor e Gene Wilder, ma il registro complessivo è decisamente diverso, più scanzonato ma senza rinunciare alla malinconia senza che il finale non sia un curioso(e controverso)"Happy end". Questo impasto-intreccio tra parodia"scanzonata"su un tema serissimo, riesce paicevole e mai sciocco, mostrando come una certa produzione di"cinema popolare"(nel senso di"rivolto a ceti popolari")del'inizio degli anni Novanta del 1900 fosse comunque di buon livello ancora una volta, certo, "medio", dove il binomio(o duo, se volgiamo)tra POzzetto e Greggio funziona egregiamente, rivalutando un cinema altrimenti troppe volte ingiustamente"negletto"ma capacee di realizzare quanto, altirmenti, un cinema di livlelo qualitativamente superiore non è stato capace di esprimere. El Gato
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