Anno | 1992 |
Genere | Thriller |
Produzione | USA |
Durata | 125 minuti |
Regia di | Paul Verhoeven (II) |
Attori | Michael Douglas, Sharon Stone, George Dzundza, Jeanne Tripplehorn, Dorothy Malone Stephen Tobolowsky, Wayne Knight, Benjamin Mouton, Chelcie Ross, Bruce A. Young, Denis Arndt, Daniel Von Bargen, Leilani Sarelle, Bill Cable, Jack McGee, James Rebhorn. |
MYmonetro | 2,90 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 31 ottobre 2020
Siamo a San Francisco. Un cantante viene trovato morto in circostanze che non lasciano dubbi sul fatto che a commettere l'omicidio sia stata una donna. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, 2 candidature a Golden Globes, Al Box Office Usa Basic Instinct ha incassato 110 milioni di dollari .
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CONSIGLIATO SÌ
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San Francisco. Lui e lei fanno l'amore. Lui è legato alla spalliera del letto con una sciarpa bianca di seta. Quando arrivano all'acme lei lo colpisce più volte con un punteruolo per rompere il ghiaccio. L'indagine, di una certa importanza perché il morto è un ex rockstar ben introdotto nell'entourage del sindaco, viene affidata a Nick Curran il cui soprannome è 'il giustiziere'.
Quando si parla di Basic Instinct sembra inevitabile riferirsi alla scena dell'accavallamento delle gambe da parte di Sharon Stone quasi che in questo 'sotto il vestito niente' si concentrasse tutto il film. Invece c'è molto di più e non necessariamente in positivo.
Si tratta, per l'epoca, di un film costato più come promozione che come produzione (anche se i 3 milioni di dollari incassati dallo sceneggiatore Joe Eszterhas non sono proprio trascurabili). I passaggi di mano di produzione non sono stati pochi così come le polemiche che lo hanno preceduto e accompagnato. Non ultima quella delle associazioni dei gay americani a proposito della rappresentazione delle donne nel film come omosessuali e killer. Se ci si aggiungono i tagli di 42 secondi imposti all'epoca dalla censura il gioco si può considerare fatto.
Per chi lo scopre o lo rivede oggi tutto ciò può sembrare (ed è) appartenente ad un'altra era geologica. Resta però una trama così 'pensata' a tavolino da sembrare a tratti poco credibile anche perché non mancano tentazioni citazioniste (ogni appassionato del genere sarà in grado di individuarle). Si punta tutto sull'erotismo e sullo 'scandalo' sopra citato che all'epoca rese i suoi frutti al box office di là e di qua dall'oceano. Senza contare il finale che puntualmente presagisce un seguito che, purtroppo, c'è stato.
Siamo a San Francisco. Un cantante viene trovato morto in circostanze che non lasciano dubbi sul fatto che a commettere l'omicidio sia stata una donna. Viene sospettata una scrittrice, Catherine, e delle indagini si occupa l'agente Nick. Tra i due ci sarà una relazione, ma Nick riuscirà anche a scoprire il colpevole. Il film comincia come Matador di Almodovar ma finisce in una sequela di banalità narrate da una grande fotografia e da buon professionismo. Indubbio il fascino della Stone. Le polemiche che hanno accompagnato il film negli Stati Uniti con le proteste di gay - si tratta di un'assassina bisex - non hanno fatto altro che farne lievitare il successo in tutto il mondo.
La cosa bella di questo film è che ha raggiunto il suo scopo: fare scalpore. Non tanto per le scene parecchio esplicite, ma piuttosto perchè da ogni singola critica, che sia positiva o negativa, si capisce benissimo che ci si ricorda solo la scena dell'accavallamento delle bellissime gambe della Stone. E se ci si ferma solo a questo allora vuol dire che non si è capito proprio [...] Vai alla recensione »
Non so come mai la maggior parte delle persone qui abbia stroncato questo film: secondo me è un capolavoro. Ha tutto quello che serve in un thriller: suspance, adrenalina, colpi di scena (mascherati da banalità o fatti apparentemente ovvi...la mia tecnica preferita), personaggi disturbati, e, fatto abbastanza innovativo, una carica erotica notevole, anche una certa dose di humor.
Una delle caratteristiche dell'attitudine critica italiana è quella di non sapersi limitare nel manicheismo dei giudizi. Se prendiamo poi vecchie scuole sessantottesche come quella del Morandini il caso sarà ancor più lampante, e in più notevolmente infarcito da preconcetti insignificanti quali la solita, stupita, insensata storia della "misoginia".
Come nella maggior parte dei casi, mi trovo agli antipodi delle recensioni del Morandini! Il Farinotti, che pure è della San Paolo, non ha poi trattato così male questo film! Intendiamoci, io sono contrario all'erotismo fine a se stesso, ma quando è intessuto bene in una trama come in questo caso, o come nel bellissimo film di Kubrick "Arancia meccanica" non ho proprio nulla da obiettare! Questo film [...] Vai alla recensione »
Un buon thriller con un discreto finale. Fino alla fine infatti, lo spettatore può formulare diverse ipotesi ma senza certezze. Il tutto annaffiato dalla veemente carica sessuale dei due protagonisti, che però in fondo non è il fulcro del film,anche se la pellicola si fa ricordare proprio per la massiccia dose di erotismo.
Il film quando uscì suscitò scandalo (accuratamente pubblicizzato) per la scena in cui la protagonista Sharon Stone accavalla in minigonna le gambe, mostrando di non indossare le mutandine, in realtà nel film ci sono varie scene di nudo e di sesso anche con l'altra protagonista Jeanne Tripplehorm che saranno poi dimenticate dall'ondata di pornografia provocata da Internet. Il [...] Vai alla recensione »
E' un'operazione a tavolino, ma realizzata con notevole mestiere. Funziona grazie alla regia, mentre la sceneggiatura è approssimativa e l'interpretazione di Douglas fuori giri. Bella a brava la Stone. Aiuta la fotografia e alcune buone scene di sesso, senza ipocrisie. Buon intrattenimento.
Paul Verhoeven nella sua filmografia è saltato da un genere all'altro, spesso cadendo nel vuoto. Dopo le due pellicole di Fantascienza, Robocop e Atto di forza, ha realizzato questo Thriller tra cambi di produzione e polemiche ante-politiacally correct.Il risultato finale è un film tutto sommato accettabile, diventato comunque un cult soprattutto grazie alla protagonista Sharon Stone, con il suo fascino [...] Vai alla recensione »
il film è ambientato a San Francisco ed inizia con una scena molto forte: una donna bionda, di cui non si vede il viso, durante un rapporto sessuale uccide il partner Johnny Boz, un ex cantante rock ora proprietario di un locale notturno, con un punteruolo rompighiaccio. L'indagine dell'omicidio viene svolta dal detective Nick Curren (Michael Douglas) in coppia con il collega Gus Moran. [...] Vai alla recensione »
Campione di incassi della stagione 1992-93, accompagnato da numerose polemiche di associazioni omosessuali americane, Basic Instinct è come lo avrebbe definito Shakespeare "Molto rumore per nulla". È un film la cui fama lo precede più per l'elemento scabroso e Sharon Stone senza slip che per le sue qualità di thriller, peraltro assai scopiazzate qua e [...] Vai alla recensione »
Film che tutti conoscono, per cui le mie 4 parole risulteranno superflue. Un gran vociare attorno a questo film alla sua uscita, un gran clamore ma niente di speciale il risultato: Douglas è la caricatura di se stesso, la storia non è mai troppo interessante ne avvincente, la disperata ricerca del colpo ad effetto trasforma il tutto in un mero fenomeno da baraccone.
Sesso, sesso e ancora sesso in questo morboso thriller erotico diretto da Verhoeven, in cui la storia di delitti passa decisamente in secondo piano rispetto all'interesse che si dimostra verso le nudità di Douglas e della Stone (splendida, niente da dire...) Entrata nella storia la scena dell'accavallamento di gambe della nostra cara Sharon davanti ai polizziotti sbavanti.
Penso che gli autori di questa "recensione" abbiano una vita molto impegnata, soprattutto dall'alcool direi. E nel momento in cui l'hanno scritta dovevano essere sbronzi. No perché, se erano sobri, lucidi e se hanno addirittura visto il film prima di scrivere quelle quattro parole (idiozie) in croce allora davvero ho dei seri dubbi circa la loro professionalità.
lo trovo un ottimo film. sharon stone e fatale in questo film e michael douglas dimostra di essere un ottimo attore. e un thriller di ottima fattura reso benissimo dagli attori. film ottimo secondo me
Entrato a ragion veduta nell'immaginario collettivo di tutti gli incalliti cinefili e non solo,il film è un discreto trhriller, che però trova la sua gloria nella indimenticabile scena dell'accavallo di Sharon Stone.Per il resto è abbastanza ordinario, ma mai noioso.Michael Douglas è forse un tantinello sotto i suoi abituali standards recitativi. La Stone con questo film trovò la sua consacrazione. [...] Vai alla recensione »
Film passato alla storia per il famoso accavallamento di gambe di Sharon Stone rigorosamente senza mutandine; ma entrando a fondo.. nella storia, la trama è ben costruita, il thriller tiene suspance e la coppia Stone-Douglas regge bene l'evolversi della vicenda. Un personaggio morboso quello interpretato dalla Stone, una sorta di American Psycho al femminile, con un finale molto simile; [...] Vai alla recensione »
E' un film ampiamente pretestuoso, furbo e sbracato. Ma è diretto con buon mestiere, il meccanismo funziona, suggestiona. Ci sarebbe voluto un interprete meno superficiale di Douglas, gli altri funzionano, specie la Stone. Film per gli occhi, attrae anche per un pur grossolano mistero di fondo, alquanto intrigante, magari solo a livello epidermico.
"Basic Instinct"(Paul Verhoeven, scritto da Joe Eszerthas, 1992)certamente da'adito a proteste, anche giustificate(l'eros e'visto come solo "etero", mentre per es.i bisex sono visti come"altri", in particolare per il loro cote'"omosex"e naturalmente per le donne lesbiche, molto "chiaccherate", in questo film, per non dire di un certo [...] Vai alla recensione »
L'unico motivo per cui ho rivisto questo film , uno scaffale sopra il quale campeggiava un blue ray in svendita, ed il director cut. Ma una curiosità sinceramente mi ha spinto all'acquisto. Basic è stato rifutato da Michelle Pfeiffer, rifiutò anche il Silenzio degli innnocenti. Le motivazioni non sono mai state molto chiare, in quel periodo era il top, l'attr [...] Vai alla recensione »
«Sono una scrittrice. Uso le persone per scrivere. Il mondo stia in guardia.» Un autoritratto che funziona anche da slogan, questo di Catherine Trammell, la protagonista di Basic Instinct. Sono seri Paul Verhoeven (regista) e Joe Eszterhas (soggettista e cosceneggiatore), quando le fanno dire questa e altre baggianate? Forse no e forse sì. Forse sono volutamente ironici e forse sono involontariamente [...] Vai alla recensione »
Nelle locandine di Basic Instinct, di Paul Verhoeven, la “I” maiuscola ha la forma di un acuminato punteruolo. Scelta scontata, che rimanda immediatamente all’oggetto-chiave del film, un rompighiaccio, destinato a diventare arma micidiale nelle mani di un efferato assassino. Allo stesso tempo è un banale simbolo fallico, fulcro di una storia gialla che ha nel sesso il suo vero punto di attrazione. Vai alla recensione »
Il film-scandalo di Paul Verhoeven prende avvio quando al detective Nick Curran, poliziotto di San Francisco con trascorsi da cocainomane, viene affidato un caso d'omicidio che vede coinvolta come principale sospetta la bella scrittrice Catherine Tramell, accusata di aver ucciso il suo amante con un punteruolo da ghiaccio durante un amplesso ad alta tensione erotica.
Qualcuno disse che fu di cattivo auspicio la morte della diva alla quale erano dedicati il manifesto (bellissimo) e la mostra fotografica (ancora più bella) che celebravano i quarantacinque anni del Festival di Cannes. E in effetti Marlene Dietrich si era spenta proprio allora, gloriosamente, pudicamente, sempre leggendaria, all’età di novantun anni, quattro mesi e nove giorni.