Viaggio all'inferno [2]

Un film di George Hickenlooper, Fax Bahr. Con Dennis Hopper, Martin Sheen, Marlon Brando, Francis Ford Coppola, John Milius.
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Titolo originale Hearts of Darkness: A Filmmaker's Apocalypse. Documentario, durata 95 min. - USA 1991. MYMONETRO Viaggio all'inferno [2] * * * 1/2 - valutazione media: 3,90 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

"Pasangjan": il fiume che ti cambia. Parte quarta. Valutazione 5 stelle su cinque

di RONGIU


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giovedì 1 marzo 2012

Martin Sheen:Il sono stato…., sono stato davvero molto vicino alla fine. E ho capito che…, è difficile dirlo a parole. Ehm…, ho capito che se volevo vivere era una mia scelta e se volevo morire era anche quella una mia scelta. Non avevo neanche paura, la paura è venuta  quando mi sono accorto di quanto ero andato vicino alla fine; allora si che ho avuto paura.
Tom Sternberg: - produzione -Mi ricordo che squillò il telefono, e la mia segretaria mi disse – Martin ha avuto un attacco di cuore e…, e Francis non lo vuole ammettere - \
Francis Coppola: \ registrazione telefonica / … ha permesso a Melissa di dire a….      che Martin ha avuto un infarto. Ma che cazzo vuol dire. Si, si, che cazzo vuol dire. Lo capisci che lo verrà a sapere tutta Hollywood tra mezz’ora. Se Martin è veramente così grave, deve tornare in America. Certo, certo che tornerà e ci regoleremo in proposito;ma io ho parlato con il dottore e non mi ha saputo dire niente. Martin è giovane, magari sarà in grado di riprendersi fra tre settimane. Io ho detto al dottore… - Potrebbe fare un lavoro non faticoso,  solo dei primi piani, magari restando seduto - e lui ha detto – “Forse si!” – e io è questo che volevo sentirmi dire dal dottore. Quindi tutto quello che arriva alla ….. Wings solo solo pettegolezzi e i pettegolezzi possono distruggerti. Se la United Artists sa che mi fermo per otto settimane, la United Artists con 27 milioni di dollari in rosso mi costringerà a montarlo con quello che ho ed il film non è ancora pronto. Hai capito? Hai capito bene? Anche se Martin morisse, voglio sentire dire che va tutto bene finché non lo dico io che Martin è morto. E’ chiaro? E se non fate come dico io vi caccio tutti. Hai capito? Ho veramente paura ragazzi! Questa è la prima volta che ho avuto veramente paura.
Doug Claybourne – Special assistant to the producers - :Ogni volta che Francis si trova nei pasticci durante un film, lui per natura continua ad andare avanti. Io lo rispetto, lo rispetto e lo ammiro per questo, perché bisogna andare avanti perché altrimenti … perché lui aveva ipotecato la sua casa e tutto il resto per poter fare il film. E così girammo i totali delle scene e per le scene più da vicino usammo la controfigura di Martin ripreso di spalle. Poi, quando Martin è tornato abbiamo girato i primi piani. E abbiamo girato molte scene anche degli altri attori fino a che non ha ricominciato Martin.
Francis Coppola: Ok! Giro quello che capita. Ditemi che posso girare.  
Assistente – Beh, ci mancano tutti i raccordi.
Francis Coppola: Che cosa faccio, il passaggio dell’ambulanza o giro questo.
Assistente –Non ne vedo lo scopo.
Francis Coppola: Senti, per favore, che cosa ho fatto oggi.
Assistente –Hai scoperto, hai scoperto…,  primo, che senza Martin hai dei gravi problemi per girare. Lo sapevamo che avremmo dovuto girare almeno una scena importante senza Martin. Io ti avevo detto che  potevamo andare avanti per tre o quattro settimane senza Martin, ma poi avremmo avuto problemi. Lo sapevamo tutti e due.
Francis Coppola: Io avrei voluto collaborare il qualche modo, mi sentivo come una specie di bambino capriccioso. Ah…, posso avere una bibita? Reparto bibite, da bere!
John Milius:Chissà cosa aveva in mente Francis, comunque mi hanno riportato lì per dare una sistemata al copione. Tutti dicevano – Grazie a Dio è tornato alla ragione. Grazie a Dio andrà tutto a posto adesso. Oggi è un nuovo giorno, questo film uscirà finalmente. Dicevano, va’ da lui e digli che è stata una pazzia e che adesso le cose cambieranno. – Mi sentivo come Von Runsted quando andò da Hitler nel 1944. Volevo andare a dirgli che non c’era più benzina sul fronte orientale, che non ce n’era più una goccia e che sarebbe andato tutto a puttane. Io uscii da lui un’ora e mezza dopo e…, mi aveva convinto che questo sarebbe stato il primo film al quale avrebbero assegnato un premio Nobel. E così uscii da quella camera come Von Runsted “Vinceremo, davvero! Non abbiamo più bisogno della benzina.” Mi aveva completamente raggirato. Avrei fatto qualunque cosa.
Eleanor Coppola: n°25  \ Five weeks later… /- Cinque settimane dopo il 19 aprile 1977, Martin è tornato sul set. E’ arrivato circa un’ora fa, è abbronzato, bellissimo; sembra appena tornato da Palm Beach. Francis ha avvicinato l’orecchio al petto di Martin e ha detto prendendolo in giro che secondo lui stava troppo bene.
Cap. Willard:Una parte di me aveva paura di ciò che avrei trovato e di quello che avrei fatto arrivando lì. Conoscevo i rischi…, o immaginavo di conoscerli. Ma ciò che provavo al di sopra di tutto, molto più forte della paura, era il desiderio di affrontare Kurtz.” \ considerazioni di Martin /Quello che devo riuscire a sentire dentro di me, è lo stato mentale di Willard, mentre arriva all’insediamento. Comincio a dire, ci può arrivare in preda alla rabbia, oppure come un bambino appena nato. Eh… si, alla fine il percorso che farà lo porterà alla morte. Alla fine di tutta questa storia…, c’è un luogo pauroso…, che puzza di morte.
Eleanor Coppola: n°26 Nel copione Kurtz ha addestrato una tribù di indiani e ne ha fatto il suo esercito privato. Invece di vestire comparse filippine tutti i giorni, Francis ha reclutato una tribù di indiani delle montagne del nord. Sul set correva voce che fino a poco tempo fa quegli indiani  fossero dei feroci cacciatori di teste. Sabato scorso hanno fatto una festa. Gli indiani della tribù cantavano seduti nella capanna del sacerdote. Ho ottenuto il permesso di riprendere la cerimonia, ma mi hanno detto che se entravo non sarei potuta uscire per tutta la prima parte dei canti. Ero molto interessata…, a documentare, riprendendolo con la mia cinepresa, il rituale che celebravano. Cominciarono di notte nella loro capanna sulle palafitte. Bevvero molto vino di riso e cantarono raccontando una lunga storia. Andarono avanti tutta la notte, e alla mattina dopo ammazzarono alcune galline e ne osservarono la bile per prevedere il destino della tribù. Poi uccisero dei maiali secondo le regole sacrificali. A questo punto sentii che c’era qualcosa che avrebbe potuto interessare Francis in questa cerimonia e così decisi di correre a casa ad avvertirlo, ma lui stava scrivendo e non si voleva muovere. Alla fine riuscii a convincerlo: gli dissi – vieni a vedere, adesso uccideranno un caribù -. Arrivammo sul posto dieci minuti prima che uccidessero il caribù. Il caribù era lì, immobile, improvvisamente degli uomini uscirono come dal nulla e lo uccisero a colpi di macete e quello cadde a terra. C’era qualcosa di molto bello, di forte e di profondo nelle persone che avevano ucciso l’animale. Poi lo mangiarono tutti e festeggiarono. Era un po’ come per noi il giorno del ringraziamento. Mentre io e Francis stavamo per tornare indietro, il capo ci chiese se volevamo fare, al sacerdote, l’onore di  accettare la parte più nobile del caribù che di solito è riservata al capo; il cuore. Lo ringraziammo, ci fece capire che avrebbe gradito una fotografia con Francis ed io fotografai i due sacerdoti insieme a Francis.
Francis Coppola: Era un po’ come quando in guerra ci si immedesima nel ruolo del comandante, del capo. E per stimolare la propria immaginazione e acquistare potere sugli altri. Quello del regista è uno degli ultimi ruoli veramente, veramente  dittatoriali rimasti, in un mondo che diventa sempre più democratico e quindi…, quello, e più il fatto di essere in un lontano paese orientale più il fatto che erano più o meno i miei soldi e che…, ero sull’onda del successo del “Padrino” e che ero ricco, contribuirono a mettermi in stato mentale, in uno stato mentale simile a quello di Kurtz.
Willard incontra Kurtz.
Kurtz:“Cosa le hanno detto”.
Willard:“Mi hanno detto che…, lei era completamente impazzito. E…, e che i suoi metodi erano malsani”.
Kurtz: “ E i miei metodi, sono malsani?”
Willard:“ Io non vedo alcun metodo. Signore”.
Eleanor Coppola: n°27   - 38 ciack e Francis continuava a dire che non era come la voleva. Quelli che facevano le teste decapitate, stavano seduti dentro le buche, sepolti nella terra dalle 8 di mattina fino alle sei di sera. 10 ore sotto al sole circondati dal fumo. Tra una ripresa e l’altra li riparavano con l’ombrello.
Francis Coppola: E’ bello perché questo è pressappoco il momento in cui il capo muore. Willard guarda in alto e vede questa specie di Arlecchino che sta allontanando tutta la gente. Ma in definitiva vede Dennis Hopper carico di macchine fotografiche, capisci? Dennis Hopper, fa la parte di un giornalista stralunato con 12 macchine fotografiche, è qui perché vuole documentare la verità. Fantastico, è un’apparizione sconvolgente.
Dennis Hopper:Fino a due settimane prima di venire qui non sapevo che avrei  partecipato al film e ancora meno che avrei fatto il fotoreporter. Io faccio la parte di un tizio vestito di stracci, che fa fotografie,  che cerca di capire cosa sta succedendo in quell’inferno. Come mai il colonnello Kurtz è impazzito. - Non attraversavo un momento molto brillante, per quanto riguardava la mia carriera di attore e quindi…, quindi, fui felice di saper che avrei girato qualcosa, dovunque fosse.-  A me piacciono le cose che scrive Francis; anche se a volte ti scarica sulle spalle un sacco di battute. A un idiota come me  ci vuole un giorno intero per impararle. 
Francis Coppola: Allora, scusa perché non gli dici questo nella scena. Una cosa intelligente, che ne so…
Dennis Hopper:Vuoi sapere perché? Perché ancora non ho imparato le battute. Ecco perché. Un’altra cosa che mi piacerebbe dire è che….
Francis Coppola: E quegli  occhiali…
DennisHopper:Questi occhiali?. Non ci vedo un accidenti con questi occhiali. Ogni tacca rappresenta una vita che ho salvato. Dico sul serio, sai. Rappresenta una vita che ho salvato.
Francis Coppola: Mi fai una rabbia…, dille quando giriamo queste cose.
Dennis Hopper: Io lo farei. Ma vedi, poi il regista…, il regista dice che io non dico le battute giuste, capisci.
Francis Coppola: Le battute. Ma se ti viene di dire una cosa interessante, dilla! La inserisco nel mio film.
Dennis Hopper: Si questa è una buona idea, ci provo.
Francis Coppola: Scusa come fai a dimenticare una cosa che non hai mai studiato.     
200th Day of Shooting – “Good luck Francis”.
Io non ti aiuterò, però…, tu aiuterai lui, amico; tu…, aiuterai lui! Capisci, quando non ci sarà più, cosa diranno Eh? Perché lui muore. Quando tutto questo muore,  muore tutto questo e…, anche lui! Che cosa diranno? Che cosa diranno di lui…, era gentile quell’uomo? Era saggio quell’uomo?Aveva progetti, aveva saggezza. Balle! Son tutte balle! Dovrei essere io, ma non posso, guardami noo…  Tu…, tu!
Eleanor Coppola: n°28 Erano anni che Francis sognava di formare un gruppo di poeti, registi e scrittori per creare L'American Zoetrope. Stamattina mi sono resa conto che era successo proprio qui, nel cuore della giungla. Quando smetti di cercare una cosa, te la trovi davanti.
Orson Welles: - on air -Non credo di tradire nessun segreto professionale dicendovi che Mr. Kurtz aveva assunto una posizione di rilievo tra i demoni della terra; letteralmente, voglio dire. Apparve un gruppo di indigeni con una barella improvvisata. Guardai la lunga, allucinata figura di Kurtz. Scorgevo distintamente la gabbia delle costole. La testa calva e scheletrica come una sfera d’avorio.
Cosa hai fatto con Marlon Brando quando è arrivato?  
Francis Coppola: Beh…, era già molto grasso quando l’avevo scritturato. E, mi aveva promesso che sarebbe dimagrito. Io che ho pensato, che avrei…,  che se era grasso, avrei potuto…, approfittarne. Ma il fatto che era ingrassato, gli aveva creato un complesso… si era lasciato andare in tutti i sensi. Non voleva assolutamente essere ripreso in quel modo. Insomma, mi aveva messo in una situazione molto difficile. 
Fred Roos: \ Co-producer /Era cominciato un conto alla rovescia, dovevamo finire entro tre settimane o avremmo avuto spese molto maggiori. Tutta la troupe era ferma, seduta sul set, pronta a girare. Ma Francis e Marlon continuavano a discutere del personaggio. E intanto perdevamo giornate intere. Tutto questo era Marlon che lo aveva richiesto eppure era pagato, ma non se ne faceva un problema.
Eleanor Coppola: n°29  All’inizio Francis aveva detto a Marlon leggi “Cuore di tenebra” il soggetto fondamentale è quello. Marlon lavorava ore con Francis, provando e riprovando i dialoghi per capire cosa, in quelle circostanze, sarebbe stato più giusto dire. Ma Francis dopo che ebbe parlato con lui…, si rese conto che…, che Marlon non aveva mai letto “Cuore di tenebra”. E questo per lui fu un grosso shock.
Francis Coppola: Gli appunti di Marlon,  da quello che mi era sembrato di capire…, così, dandoci un’occhiata; riguardavano solo le motivazioni. In altre parole era come chiedersi perché Martin arriva sul battello e io che posso rispondere – che è troppo tardi per cambiare quello che abbiamo già girato? – Quello che mi serve sapere, è che tipo è lui, Kurtz, il personaggio. Che poi in un certo senso non me ne importa neanche tanto. Insomma che cos’è?E’ un uomo che ha voluto abolire la camicia e va in giro pieno di collane? O uno che è diventato ciccione e l’uniforme gli va stretta? Il mio problema non è solo quello di inventare una scena, ma che la scena deve essere fatta in modo da inserirsi nel contesto. Forse ci vorrebbe Dennis Hopper nella scena, così non sarebbero solo due personaggi. Ho avuto una gran paura a mettere insieme Dennis Hopper e Marlon Brando. Chissà che avrebbe fatto Martin con Marlon Brando. Che sarebbe successo mettendogli vicino quel pazzo di Dennis Hopper.
Francis Coppola: Dunque. Kurtz ha scoperto che Willard è stato mandato per ucciderlo.
Dennis Hopper: Si, questo lo so. L’ho avuta questa informazione.
Francis Coppola: Ah! Ok.
Dennis Hopper: Ok. È quello che dico io.
Francis Coppola:Tu devi fare quello che io ti chiedo. Quando io ti chiedo spiega la poesia, il motivo per cui spieghi la poesia…
Dennis Hopper:Ma io devo sapere il motivo?
Francis Coppola:Ma te lo sto dicendo il motivo, non riesco neanche a finire una frase. La ragione per la quale tu spieghi la poesia e che tu vuoi far capire a Willard qui,  che non si rende conto che Kurtz è un tipo strano. Tu stai cercando di comunicargli che Kurtz si trova in uno stato di alterazione; e che il suo stato di alterazione è anche il nostro stato di alterazione. E’ lo stato di alterazione dell’America, in questo modo non lo giudicherà. In questo modo lo accetterà come…, come un grand’uomo e lo aiuterà.
Dennis Hopper:Ok. Capo.
“Semplicissima dialettica, conti da uno a nove, nessun forse, nessuna supposizione, nessuna frazione;  o ci vai nello spazio o non ci vai nello spazio, sai. Senza qualche frazione,  su che cosa atterrerai ¼ e 3/8 ? E che cosa farai quando andrai da qui a Venere, insomma questa è dialettica, fisica, ok? La logica dialettica è che c’è solo amore e odio. O hai amore per qualcuno o lo odi.
Marlon Brando:Stupido! Brutto stupido.
Francis Coppola:Io che cosa dovrei fare, nelle prossime tre settimane. Girare quello che capita. Cioè, girare ogni giorno  una scena improvvisata tra Marlon Brando e Martin Sheen? A quel punto avrei momenti  più magici in un certo senso più eloquenti. Oppure mi devo rinchiudere per tre settimane e scrivere un canovaccio che poi questi  possano recitare. No, no. La risposta è…,  è molto meglio girare un’improvvisazione al giorno.

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