Film girato nel 1991 - anno cruciale per la storia con la dissoluzione dell'Unione Sovietica e la fine definitiva della guerra fredda, e, in Italia, il cambio di nome e di simbolo del Partito Comunista - è molto meno leggero di quanto sembri. La sceneggiatura è ben studiata e ad una verifica dei fatti, la situazione che descrive corrisponde alla verità storica (a parte la trama e le relazioni fra i personaggi, naturalmente): le tensioni sociali dell'epoca, con scontri di piazza fra manifestanti comunisti e la polizia e anche fra comunisti e fascisti, occupazione totale delle Università con i professori compiacenti o impotenti, l'organizzazione in sezioni delle Brigate Rosse e i loro metodi per finanziarsi (rapine, sequestri), e sopratutto una logica del complotto che pervadeva tutto e tutti (e che ha lasciato traccia ancora oggi: è infatti il motivo per cui molti commentatori di parte storcono il naso e bocciano questo film senza appello, nonostante lo stesso film cerchi di motivare anche le ragioni dei comunisti). Esisteva nella realtà anche il giornale in cui il protagonista si vede lavorare, "The American" e si fa sottilmente riferimento al fatto che potesse essere finanziato dalla CIA (durante la guerra fredda molti giornali in Europa ricevevano fondi sottobanco). E poi una bellissima Sharon Stone che - insieme agli altri protagonisti - insegna la storia italiana meglio di certi professori.
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