Il pasto nudo |
|||||||||||||
Un film di David Cronenberg.
Con Ian Holm, Monique Mercure, Judy Davis, Peter Weller, Julian Sands.
continua»
Titolo originale Naked Lunch.
Fantasy,
durata 115 min.
- USA, Canada, Giappone 1991.
MYMONETRO
Il pasto nudo
valutazione media:
3,56
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
|||||||||||||
|
|||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non mi è piaciutodi MarhaltFeedback: 3 |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
venerdì 15 aprile 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film non è esattamente una trasposizione cinematografica del romanzo di Borroughs, bensì una biografia dell'autore, una rappresentazione allucinata del processo di stesura de "Il pasto nudo". Vengono così trattati temi quali l'omosessualità, da cui pare che lo scrittore fosse ossessionato, e il rapporto con la tossicodipendenza, evidentemente tra gli elementi chiave del film e fattore decisivo nella composizione (reale) dell'opera letteraria da cui la pellicola prende il titolo. Peccato che Cronenberg (al quale vanno i miei complimenti per aver avuto il coraggio di affrontare un soggetto così antiletterario) faccia a mio parere un gran casino, tentando di amalgamare componenti del libro (la storia di Anexia e dell'Interzona), fatti reali e memorie (richiamati più o meno fedelmente) della vita di Borroughs e altre trovate di sua personalissima invenzione: ne viene fuori fondamentalmente un caos indefinito. Già dall'inizio, secondo me, si capisce abbastanza chiaramente che si tratta di un film con delle pretese, di un film che vuole dire qualcosa (il che è chiaramente un merito); fino a un certo punto ci si sforza di capire cosa e ci si cimenta nell'impresa di comprensione anche con un certo piacere; poi però, francamente, ci si rinuncia, non tanto perchè diventi troppo difficile da seguire, quanto perchè la "storia" comincia ad apparire del tutto irrilevante e tutto viene inesorabilmente travolto dalla mania di Cronenberg di infilare ad ogni occasione rivoltanti e orrorifiche allucinazioni (queste, sì, veramente da b-movie, anche se quello degli "effetti speciali" è un aspetto che mi interessa tutto sommato molto poco). I momenti migliori risiedono assolutamente nei monologhi di William (le due storielle che racconta a Cloquet), in alcuni dialoghi e nelle letture che fanno gli amici dei loro estratti; ma qui, obiettivamente, si rimane più che altro affascinati e suggestionati dalla proprietà di linguaggio e dalla visionarietà delle parole, perchè il significato, sempre che ce ne sia uno, è estremamente sfuggente. In definitiva la prima parte mi stava prendendo e posso dire tranquillamente che mi sia piaciuta; ma a un tratto il film imbocca strade di puro delirio, un succedersi frenetico, peraltro di dubbia utilità narrativa, di allucinazioni orrende, logoranti, che fanno completamente dimenticare allo spettatore l'opportunità di cercare una metafora in quello che vede. Alla fine quello che resta negli occhi è l'immagine di Cloquet, trasformato in insetto, che violenta Kiki, mentre la mente è completamente vuota.
[+] lascia un commento a marhalt »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||