Lietta Tornabuoni
La Stampa
Guerra e affetto tra donne, crudeltà amorose, piccoli delitti del cuore sono al centro del film di Gillian Armstrong, australiana, 43 anni, debuttante di successo nel 1979 con La mia brillante carriera: un’analisi molto ben fatta di sentimenti, di dipendenze e di legami familiari, collocata durante un’estate calda a Sydney nei due paesaggi paralleli d’Australia, i grattacieli o le piccole case di legno della città e il grande deserto rosso dal cielo sconfinato. Un matrimonio è in crisi. Lei, scrittrice di successo, autoritaria e impulsiva, portata a mortificare gli altri con la propria onnipotenza e onniscienza, con la propria pretesa di non aver bisogno di nessuno, tenta di impedire il disfarsi del suo legame con il marito francese aggrappandosi ai rituali domestici, accentuandoli come se potessero mutarsi in una difesa, una barriera ; lui si sente soffocato, incompreso e non amato; sono quotidiane tra loro le minime violenze sotterranee, le aggressività sproporzionate delle coppie che non fanno più l’amore. [...]
di Lietta Tornabuoni, articolo completo (2011 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 29 Agosto 1993